Meno di tre metri e mezzo per scorrere in semplicità nel traffico urbano, senza rinunciare a tecnologia e affidabilità, ma soprattutto immagine. La nuova generazione Aygo ha compiuto un grande passo rispetto al passato, in quanto a personalità e anche dotazioni. Certo, pur se apparentemente più voluminosa e futurista, rimane una piccola quattro posti dove dietro non si sta troppo comodi e manca un bagagliaio dignitoso qualora serva, ma è più accattivante, sicura e tecnologica, con l’usuale garanzia di tre anni della Casa. Può persino apparire grintosa e quasi “spaziale” dentro, ma non è fatta per correre, il suo plus è nella manovrabilità.
Quattro allestimenti, in versione tre oppure cinque porte, con la seconda che ha comunque limiti di spazio e praticità, pensando a due adulti di grande corporatura seduti dietro. La motorizzazione è unica, con il tre cilindri benzina ben equilibrato rispetto al tipo di vettura, le possibilità di personalizzazione, soprattutto estetica, sono invece davvero tante: facili da cambiare molte parti e quindi colori, sia fuori sia dentro. Scelta totalmente ispirata dai gusti quindi, per le varie versioni, alcune dalle tinte parecchio vistose anche negli interni. Tra i differenti accessori, non sempre inclusi e quindi da pagare e valutare, si segnalano il touch-screen sette pollici per l’infotainment di bordo X-Touch, la retrocamera e la trasmissione robotizzata.
La prima generazione esisteva sia diesel sia benzina, pur se il propulsore HDi di origine francese non ha trovato molto spazio sul mercato. La commerciabilità rimane buona anche per i modelli prossimi al decennio, come tutto sommato anche le quotazioni, con segnalazioni di guasti onerosi solo in merito a qualche sfortuna di carattere elettronico, ad esempio per l’EPS, comunque ben gestibile in aftermarket.
Il progetto che vede coinvolto il gruppo PSA insieme a Toyota per questa piccola utilitaria si sviluppa rapidamente a inizio secolo e debutta nel 2005, con tre prodotti sostanzialmente gemelli, uno per ciascun marchio: Peugeot 107, Citroen C1 e Aygo per Toyota. La giapponese si differenzia maggiormente dalle altre in quanto a dotazione e qualche dettaglio estetico, pur analoga in tutto il resto, uscendo dal medesimo stabilimento in repubblica Ceca. Classica nell’impostazione tecnica, con motore e trazione anteriori, la vettura è molto compatta e semplice, allestita in versioni tre oppure cinque porte. I motori sono due, un benzina tre cilindri giapponese e un diesel francese, che verrà poi tolto dalla gamma. Nei test per la sicurezza EuroNCAP, vengono assegnate quattro stelle. Con il 2009 arriva un primo restyling e quindi un secondo nel 2012: non variano molto le prestazioni e l’immagine d’insieme della vettura. Quella attualmente in vendita è la seconda generazione Aygo, che ha debuttato nel 2014 esibendo nuova immagine, molto più personale e anche dotata rispetto alla prima, si pone in una fascia lievemente più alta del medesimo segmento. Aygo Crazy è il modello da esibizione realizzato nel 2008, pensando soprattutto al mercato britannico, dove è stata ammirata in azione. Sulla piccola vettura sono stati inseriti il motore 1.8 VVTi derivato dai modelli sportivi, come Celica, supportato da un turbo e capace di erogare quasi 200 CV, oltre la trasmissione della MR2, con trazione posteriore. Nella produzione, solo qualche serie limitata dall’immagine diversa è stata protagonista nel corso del tempo per la gamma Aygo, nemmeno su tutti i mercati.
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