Test Porsche. Nardò Technical Center

Test Porsche. Nardò Technical Center
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Apriamo l'album dei ricordi per infilare queste foto e un bel po' di emozioni raccolte, guidando tutta la gamma Porsche al Nardò Technical Center. Bella e “fisica” la 911 Carrera 4s. Facili e divertenti, Cayman e Boxster. La gamma Porsche ha confermato in ogni caso di essere adatta a tutti i tipi di “piede” e a tutti gli stili di guida
22 dicembre 2016

Ore 8.00. La sbarra rimane abbassata. La guardia attende che gli vengano consegnati tutti i telefonini, le action-cam, le macchine fotografiche. Con un un mezzo ghigno insolente stampato sul viso, sembra gongolarsi di quell'incredibile privilegio: tenere in ostaggio i moderni sistemi tecnologici di un nutrito gruppo di giornalisti, provenienti da tutto il mondo.

Perché gli è stata concessa questa autorità, vi domanderete voi. Presto detto. Oltre quella sbarra, si estende un'area top secretun'area dove ogni tipo di ripresa video o scatto fotografico sono vietati, nel modo più assoluto. Oltre quella linea,infatti, sorge il Nardò Technical Center (Apulia-Puglia). Nell’immaginario comune è “solo” una pista di alta velocità, nella realtà, un immenso centro di sviluppo e collaudo, una sorta di Disneyland dei test, costruito nel lontano 1975 da Fiat. Ora, come tante altre ricchezze del Bel Paese, è passato di mano e la proprietà è di una società controllata dal gruppo Porsche.

Proprio grazie alla casa di Stoccarda, stiamo per varcare questa linea di confine. Ad attenderci, all’interno, l’intera gamma sportiva di Porsche per una lunghissima giornata di test. In cambio? L'omertà. Non potremo svelare i prototipi Porsche o quelli delle altre Case , che probabilmente vedremo. Nessun problema, ci verrebbe da dire. Della serie: “Fateci girare in pista tutto il giorno, e non ci siamo mai nemmeno visti! Nardò? Mai stati...”! 

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Abbiamo sentito cose che voi umani...

L'intera gamma Porsche a disposizione. Un bilico di pneumatici Pirelli P Zero. “Benza”illimitata... Un sogno a occhi aperti. Vero? Beh, a volerla dire tutta, abbiamo anche sentito illustri colleghi asserire che il rischio di annoiarsi era alto a girare tutto il giorno sullo stesso circuito. Sarà, ma quel pensiero ci sfiora solo quando siamo seduti dietro alla scrivania... Bando alle ciance. E' giunto il momento di salire in auto. Loro, che stiano pure al coffee break, noi non vediamo l'ora di girare.

Dicevamo. La meravigliosa esperienza vissuta, con quasi otto ore di guida e test, rimarrà purtroppo impressa nelle nostre menti, ricordi e nel nostro cuore. Nessun video a veicolare le nostre emozioni. Nessuna action-cam e ritrarre la dinamicità di questa prova. Solo alcune foto, quelle poche che vedete, scattate dall’unico fotografo presente, autorizzato da Porsche. Del resto, come tutte le esperienze più intime e particolari, forse è anche giusto che rimangano per un certo senso, bagaglio e tesoro di chi le vive. Certo è che avremmo voluto condividere con voi le grandi emozioni provate, le sensazioni alla guida, le alte velocità raggiunte. Vi dovrete accontentare e affidare alla nostra vecchia e cara capacità descrittiva. Buona lettura.

Numerosi test per saggiare telaio e sospensioni

Partiamo subito con il dire che gli obiettivi della giornata erano principalmente tre: saggiare le doti di manovrabilità a basse velocità, quelle di stabilità in frenata e le qualità di performance-stabilità-linea ideale nell'utilizzo più gravoso sulla pista di handling. Poi alla fine della giornata, estrema ciliegina su una delle torte più gustose che abbiamo mai provato, anche un paio di giri, a “tutta”, sull'anello di alta velocità a bordo della 911 R, grazie alla quale siamo riusciti a raggiungere l'interessante velocità di 338 km/h.

Targa e Carrera? Adrenaliniche. Cayman e Boxster? Divertenti

Saltiamo a piè pari la prima parte di test che ci ha visti impegnati sul tracciato di slalom e su quello dedicato alla frenata di emergenza (con scarto dell'ostacolo) perché, senza ombra di dubbio, la parte più interessante, non solo emotivamente ma anche tecnicamente, è stata senza dubbio quella dedicata ai test delle vetture sulla pista di handling di 6222 metri di lunghezza. Una pista magnifica, molto tecnica, piuttosto pericolosa e emozionalmente perfetta. Del resto, se è vero quel che si narra, ovvero che la pista di Nardò sia stata disegnata prendendo come spunto le piste più belle al mondo e in lei convivano le curve più spettacolari sparse sugli autodromi di mezzo mondo, potrete capire quanto sia formativo girare in questo circuito con vetture sportive di alto livello. Nardò, per via delle sue curve in contropendenza, dei rettilinei con scollino, dell'alternanza di curve veloci da oltre 200 km/h con lenti tornantini, delle staccate con forte compressione ect ect è un banco prova, divertente: stancante per il pilota e stressante per la vettura. Vi diciamo solo che dopo un numero imprecisato di turni dalle nove del mattino alle sedici circa, non sentivamo più le spalle, e non si può dire che non siamo allenati.

Abbiamo svolto questo test con l'intenzione di raccogliere delle informazioni tecniche ma soprattutto delle sensazioni di guida utili a voi che probabilmente avete già una vettura così o che siete in procinto di acquistarla o che semplicemente volete sapere quali siano le caratteristiche distintive di queste vetture. Come farlo? Niente dati numerici o informazioni da “scheda tecnica”. Per quelle, vi invitiamo a consultare il sito http://www.porsche.com/italy. Noi, con un'occasione come questa, abbiamo cercato di percepire differenze di comportamento, ma soprattutto di sensazioni, che poi alla fine sono quelle con le quali dobbiamo fare i conti. A proposito di sensazioni. La pista di handling di Nardò è una polveriera. Mettete una miccia e siete finiti. L'esplosione di godimento è assicurata. La miccia a questo giro l'ha piazzata Porsche, con vetture da 400 CV, dotate di assetti e chassis molto ben bilanciati. Come dicevamo all'inizio. A nostra disposizione i modelli più sportivi e rappresentativi della 911 e 718. E' vero che un giorno intero a disposizione con turni liberi, non è affatto male. E' altrettanto vero che girare tenendo un buon ritmo e con la lucidità necessaria per non commettere errori e riuscire a raccogliere sensazioni corrette (su una pista tecnica e complessa come quella di Nardò) , sconosciuta fino a quel momento, non è certo semplice. Abbiamo pensato così di concentrarci su tre modelli: 718 Cayman S, 718 Boxster S e 911 Carrera 4S.

Alcune reazioni e comportamenti di queste tre auto erano immaginabili per via della loro architettura: 4 cilindri posti centralmente per la 718 e 6 cilindri posteriori per la 911. Dalla giornata di test però sono anche emerse delle sensazioni interessanti. Procediamo con ordine. Le più piccole Boxster e Cayman spiccano senza ombra di dubbio per il loro equilibrio e facilità di guida. Bilanciate, sincere nelle reazioni, tolleranti alle correzioni. Sono senza dubbio meno reattive delle sorelle 911, ma per contro più gestibili. Una differenza netta di comportamento è avvertibile anche nella percorrenza dei lunghi curvoni in appoggio o in uscita delle curve con fondo leggermente irregolare. Cayman e Boxster assecondano gli avvallamenti ma questo innesca un leggero e controllato “pompaggio” mentre la Carrera filtra le asperità, rimanendo più composta ma al tempo stesso più rigida. Le 718 accusano anche una leggere deriva in uscita di curva, effetto inesistente sulla 911. Detto questo, pensando a un utilizzo stradale, Cayman e Boxster saranno senza dubbio più confortevoli e capaci di reazioni meno brusche.

Tradotto: chi vuole una vettura sportiva dagli alti contenuti tecnici ma con un piacere di guida che richiama alla memoria quello delle Porsche del passato, il tutto servito su un piatto di praticità di utilizzo quotidiano, troverà nella Cayman una delle vetture più indicate del panorama.

Per chi è agli esordi

Per chi sta pensando di fare il grande passo, ovvero comprarsi finalmente una vettura sportiva Porsche per la sua prima esperienza in pista, magari durante i Track Day, il consiglio è quello di optare per una più “pacata” Boxster o Cayman, indipendentemente dal budget a disposizione. Queste due auto trasmettono una maggior confidenza sin dai primi giri grazie alle migliori distribuzioni di pesi che si traducano in neutralità di comportamento anche quando si cerca di forzare il ritmo e l'inserimento in curva. Questa sua facilità di guida porta a un minor affaticamento del guidatore.

La 911 Carrera 4s, dal canto suo, vince invece a mani basse in quanto a bellezza e fascino e sicuramente è fucina di maggiori soddisfazioni per chi ha più esperienza. Non si fa però dare del tu per una serie di motivi tra i quali la maggior cavalleria, erogata con più cattiveria, e la ciclistica che come abbiamo detto ha in sé un maggior nervosismo e reattività allo sterzo.

Ora, come si usa dire, facciamo cadere la penna e vi salutiamo... Abbiamo ancora un turno a disposizione mentre c'è chi si annoia al coffee-break....

Da Moto.it

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