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La Peugeot RCZ R non è un'auto normale. Non che il modello da cui deriva, la 1.6 turbo da 200 CV lo sia vista anche l'unicità di alcune soluzioni stilistiche, ma come spesso accade con le versioni che nascono più per dimostrazione di capacità tecnologica che per reali necessità di mercato si è creata tra gli appassionati quella indelebile patina di mito che le permetterà di essere ricordata in avvenire come un'auto molto speciale.
Un mito che non si sviluppa solamente attorno al posizionamento di una R sul cofano posteriore e sulla calandra, sui nuovi cerchi da 19" gommati 235/40, sull'ala posteriore fissa, sul diffusore posteriore da cui spuntano due terminali cromati o sulle colorazioni specifiche Nera Black, Moroccan Red, Opal White, e Mercury Grey ma anche e soprattutto da un motore in grado di sviluppare 180 CV/litro.
270 CV e differenziale Torsen
Un'unità che rappresenta l'ultima evoluzione del 1.598 cc inizialmente sviluppato con BMW e poi rivisto e corretto "privatamente" dai tecnici PSA, progettata per sviluppare una potenza massima di 270 CV a 6.000 giri ed una coppia massima di 330 Nm a 1.900 giri. Un motore dalle caratteristiche indubbiamente eccezionali che permette, attraverso un cambio manuale a sei marce ed un differenziale autobloccante meccanico Torsen, di scaricare a terra un'energia sufficiente per toccare i 249 km/h di velocità massima assicurando tempi sullo 0-100 e 0-200 rispettivamente di 5,9 e 22,9 secondi.
Il merito di questi risultati è da ricercare nella turbina di dimensioni più generose rispetto al THP da 200 CV ma anche in nuovi pistoni forgiati, un inedito sistema di scarico e decine di altre componenti (assemblate a mano!) che hanno permesso al 1.6 francese di firmare un record per la Casa del Leone senza esagerare in termini di consumi: 6,3 l/100 km e 145 g/km sono i valori dichiarati per quanto concerne consumi ed emissioni.
Tante modifiche la rendono R
Tra le modifiche meccaniche, oltre ad un assetto specifico (-1 cm d'altezza), i tecnici del Leone hanno introdotto un nuovo impianto frenante - all'anteriore dischi da 380 mm - ed una cospicua serie di dettagli raffinati che ha permesso un risparmio di peso quantificato in 17 kg: questo significa che la RCZ R pesa 1.280 kg contro i 1.297 della THP da 200 CV. Immutate le dimensioni esterne: ad un passo di 261 cm corrispondono una lunghezza di 429 cm, una larghezza di 185 ed una altezza di 135.
Gli interni seguono la filosofia dell'esterno: le modifiche non stravolgono l'impostazione generale della RCZ ma introducono una serie di dettagli che contraddistinguono la R dalle versioni standard: i sedili sportivi, innazitutto, ma anche il pomello in alluminio ed una serie di piccoli dettagli in colore rosso - tra cui le cuciture - che ben contrastano con i rivestimenti in pelle nappa ed Alcantara. 384 i litri di bagagliaio disponibili, estendibili a 760 abbattendo gli schienali dei sedili posteriori.
Dal vivo: com'è fuori
Peugeot RCZ, già di per sé, è un'auto decisamente personale... di quelle che piace o non piace ma che di fatto non passa inosservata. Nella versione R lo è ancor di più grazie a pochi ma sapienti accorgimenti che non ne hanno stravolto la sostanza pur rendendola più sportiva e raffinata.
Dal vivo: com'è dentro
Ancor più che fuori la RCZ R esalta il concetto di sportività e raffinatezza introducendo sedili inediti, dal profilo molto "tagliente", ma soprattutto rivestimenti in misto pelle/Alcantara e finiture in alluminio (tra cui il pomello in alluminio) che contribuiscono ad alimentare l'atmosfera "racing".
“A Parigi sapevano bene che la R doveva essere il fiore all'occhiello di un'azienda che non ha nulla da dimostrare in termini di auto da corsa e quindi non è stato risparmiato nulla sotto ogni punto di vista”
Alcuni dettagli fuori posto, in ogni caso, ci sono: i posti posteriori sono inesistenti o buoni per appoggiare uno zaino o la borsa della palestra così come non stupisce il sistema multimediale, non tanto per la dimensione del display in vetta alla plancia (è generoso è ben visibile) ma più per il software che inizia a dimostrare il peso degli anni.
Molto generoso, invece, il volume del bagagliaio: la RCZ R non è l'auto giusta per andare all'Ikea, sia chiaro, ma tra il volume del bagagliaio e quello disponibile abbattendo i sedili posteriori si può pensare a molto di più di un weekend fuoriporta.
Come va
Quel che più rende interessante la RCZ R, però, non sono tanto i valori estetici o funzionali ma le prestazioni e la facilità con cui queste vengono fuori. A Parigi sapevano bene che la R doveva essere il fiore all'occhiello di un'azienda che non ha nulla da dimostrare in termini di auto da corsa e quindi non è stato risparmiato nulla sotto ogni punto di vista: vero, la trazione rimane anteriore ma il lavoro del differenziale autobloccante è superlativo e la trazione fuori dalle curve è più che sufficiente per mettere a terra tutti i 270 CV di cui è dotato il millesei turbocompresso senza ricorrere a particolari tagli di elettronica.
Un lavoro, quello dell'autobloccante, che viaggia di pari passo con una sostanziale rivisitazione dell'assetto: non si manifestano particolari scompensi nelle fasi di accelerazione e frenata ed anche negli appoggi in curva la RCZ R rimane stabile e sicura pur senza essere "una tavola", con un retrotreno che non schioda da terra a meno di non provocarlo...
Quando si viaggia al limite, infatti, la R è stata studiata per alzare la ruota posteriore interna e consentire una sorta di leggera perdita d'aderenza del retrotreno che facilita l'ingresso in curva pur senza andare mai oltre i limiti: la RCZ R, dunque, consente ai più smaliziati di andare oltre ai limiti (altissimi) concessi dall'ESP sfruttando, così, una rapidità di sterzo eccezionale ed un reparto frenante che nella versione potenziata dimostra di avere grande mordente ma soprattutto resistenza senza pur perdere nulla in modulabilità.
A stupire ancor di più della RCZ R, però, è il motore: è incredibile che da quel millesei esca davvero tutta quella potenza. Non si tratta però di un motore evidentemente "impiccato" o scorbutico, anzi: per come gira ai medi l'impressione è che qualche altro cavallo in più sarebbe potuto venire fuori in una configurazione più estrema.
Un cuore eccezionale, che non permette solo di filare ad oltre 250 km/h assicurando il raggiungimento dei 200 km/h in meno di 23 secondi... ma anche di andare a passeggio sfruttando la linearità d'erogazione che si manifesta ai regimi medio bassi. Il tutto accompagnato da un sound grintoso e piacevole.
Nota negativa? Sì una in particolare: le marce sono troppo corte per l'erogazione del motore e così ci si ritrova spesso a chiedersi il perché di una prima così corta (quasi inutile) e di una sesta (e di una quinta) che potrebbero essere decisamente più lunghe senza nulla togliere in termini di prestazioni. Anzi, siamo convinti che con una rapportatura del cambio meno "da salita" la R guadagnerebbe molto in scorrevolezza e quindi in prestazione assoluta.
Consumi? Niente male per un'auto da 270 CV: difficile viaggiare ai 6,3 l/100 km dichiarati, ma senza esagerare si riesce a stare attorno ai 7,5 l/100 km, che è un valore ottimo per un motore così potente. Se poi si schiaccia il piede destro, beh le cose cambiano.
In conclusione
Con 41.850 euro, onestamente, è difficile trovare di meglio... sempre che l'estetica piaccia e convinca. La RCZ R vanta prestazioni assolute eccezionali ed una piacevolezza di guida notevole. E' un'auto per chi si vuole distinguere ma anche per chi cerca davvero prestazioni ed emozioni senza tanti filtri elettronici di ultima generazione: sulla "R" è ancora la meccanica a recitare un ruolo fondamentale nella dinamica. E questo è davvero apprezzabile.
Pro
- Design personale
- Prestazioni eccezionali
- Tecnologia motoristica
- Interni curati
Contro
- Si vede poco fuori
- Tecnologia onboard datata
- Cambio con rapportatura troppo corta
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