Maserati GranCabrio

Maserati GranCabrio
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440 CV e fascino inimitabile per la cabriolet del Tridente
19 giugno 2010
L’arrivo di una nuova Maserati è sempre un evento di per se un po’ speciale. Sarà perchè la gamma della casa modenese si limitava fino ad ora ad un paio di modelli, come si conviene ad un marchio di nicchia e di gran pregio, sarà perchè ogni buona nuova proveniente dalla mitica terra dei motori risveglia in noi quel sano campanilismo, a dire il vero spesso virtuale e un po’ annacquato dalla preferenza che accordiamo alle vetture straniere una volta dal concessionario.

Certo, Ferrari e Lamborghini sono sportive per pochi, ma le GT Modenesi, fiore all’occhiello dell’industria automobilistica italiana offrono prestigio, prestazioni e quella fruibilità indispensabile per proporsi ad un pubblico relativamente vasto come quello degli appassionati delle coupé e delle cabrio di gran livello ma adatte all’uso quotidiano.

E’ puntando su questi principi che Maserati, dal 1997 parte del gruppo Ferrari, sta costruendo solide basi finanziarie tramite un rilancio stabile e duraturo che le ha permesso il ritorno in mercati strategici come quello degli Stati Uniti fino ai recenti record di vendite e di utili conseguiti nel 2007 e nel 2008. I conti in ordine, si sa, sono la panacea a tutti i deficit di creatività del recente passato e permettono a ingegneri e designer di dare prova della propria creatività liberi da paletti e vincoli che portano poi, quasi sempre a risultati non esaltanti ed incapaci di colpire al cuore.

E la nuova nata, la GranCabrio colpisce al cuore eccome. E’ figlia di una grande tradizione, quella delle Maserati scoperte come la A6G Frua Spyder, la 3500 GT Vignale, le Mistral e Ghibli fino alle recenti Spyder e GranSport Spyder ma rispetto a queste si differenzia inaugurando un nuovo corso, quello delle cabrio a quattro posti. Disegnata da Pininfarina la GranCabrio, rinunciando al tetto in lamiera che sembra aver stregato designer e ingegneri di mezzo mondo, mantiene inalterato tutto il fascino della GranTurismo da cui deriva pur essendo una vettura a se stante e completamente reingegnerizzata a partire dalla scocca.

Le portiere sono state completamente riviste, così come le componenti posteriori, che incorporano un “torsion wall” con funzione strutturale e il parabrezza che insieme ai due Roll Bar pirotecnici posteriori ha la funzione di proteggere i passeggeri in caso di ribaltamento. Non essendoci più il tetto, tra l’altro, gli ingegneri hanno pensato di “chiudere” la GranCabrio verso il basso progettando un fondo strutturale anteriore e uno posteriore, che, oltre a migliorare la rigidità torsionale e il raffreddamento degli organi di trasmissione, contribuisce a fare di questa nuova Maserati una delle vetture più aerodinamiche della sua categoria con un Cx che va da 0.35 a 0.39 a seconda che si viaggi a capote chiusa o aperta.

 

L’inserimento nel vano motore del rinforzo V-ROD che collega i duomi ammortizzatori alla traversa collocata sotto il parabrezza completa l’opera regalando, una volta al volante, quella sensazione di dinamismo, reattività e compostezza non del tutto scontata in un’auto lunga 488 centimetri, larga 191 e pesante quasi due tonnellate. Certo, la GranCabrio è fatta per regalare il piacere della sportività a ben quattro passeggeri, quindi non bisogna aspettarsi le reazioni fulminee e talvolta piacevolmente infide della classica sportiva a due posti secchi. Di carattere però, la nuova Maserati non difetta di certo e per rendersene conto basta premere il tasto “sport” che intensifica di molto la percezione di guida, altrimenti fin troppo setosa e distaccata, intervenendo sugli ammortizzatori a gas “skyhook” e soprattutto sul V8 da 4.7 litri e 440 cavalli.

Il tono si fa intenso e gli otto cilindri iniziano a far sentire con vigore la loro voce. Oltre i tremila giri il rombo diventa una sinfonia appagante come poche grazie all’apertura delle valvole pneumatiche dello scarico. Soltanto il cambio, uno ZF a sei rapporti con convertitore di coppia, continua a far trapelare la sua vocazione turistica e non riesce a regalare a pieno quella percezione di “connessione cerebrale” tra volontà del guidatore, motore e trazione tipico del cambio robotizzato, in blocco col differenziale disponibile sulla GranTurismo.

Armeggiando con le levette poste dietro al volante, la sensazione è quella che il cambio continui a fare di testa sua tanto che dopo poco viene voglia di posizionare il selettore su “Drive” mettendo definitivamente da parte l’illusione di essere protagonisti di scalate da brivido e di improbabili fuorigiri. Meglio godersi in souplesse la fluidità di marcia e la precisione in inserimento che il baricentro basso e il motore collocato dietro l’asse anteriore garantiscono, magari dopo aver abbassato in meno di 28 secondi la capote multistrato disponibile in sei diverse tonalità che garantisce elevatissimi standard di comfort ed insonorizzazione fino alla velocità massima di 283 Km/h.

Sulla GranCabrio, si viaggia avvolti dal bello e il raffinato abitacolo è un trionfo di legni pregiati e pelli “Poltrona Frau” cucite a mano. Qualche piccola caduta di stile come i comandi del navigatore visti e rivisti in auto non certo così nobili, sono li a ricordarci come dietro alla Maserati ci siano uomini e non macchine. E per non rompere l’incanto vogliamo pensare che sia merito anche dei suoi piccoli difetti, tra i quali il prezzo di 135.000 euro, se la GranCabrio ci ha colpiti dritti dritti al cuore.
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