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Porsche 911. Mezzo secolo di emozioni in pista e sulle strade più belle del mondo
La Porsche 911 è diventata nel mondo la quintessenza dell’auto sportiva. È conosciuta da tutti, appassionati e non, grazie alla linea che è sempre rimasta fedele alla prima geniale generazione del 1963. Negli anni abbiamo ammirato le altre sei generazioni di 911 (sino all’attuale 991), ma sempre gli ingegneri di Zuffenhausen e Weissach sono riusciti a mantenere vivo e pulsante quell’incredibile cocktail di sportività e affidabilità che ha permesso alla casa tedesca di produrre ben 820.000 911 in questi primi 50 anni di vita.
Siamo volati a Weissach per prendere parte a un evento unico (forse ripetibile tra altri 50 anni…), un vero sogno per gli appassionati di auto sportive: la prova su strada e in pista delle 911 del Museo Porsche. Auto perfettamente funzionanti, con pochissimi chilometri all’attivo e conservate in condizioni commoventi. Al di là dell’età, ciascuna è ancora capace di regalare emozioni purissime. Non c’è bisogno per forza di andare a tavoletta (ci riferiamo alle 911 entrate negli “anta”) per toccare con mano il piacere della guida sportiva che ha fatto innamorare generazioni di automobilisti. Certo, se poi ci si mette al volante di una 993 Turbo, le scariche di adrenalina non si contano più.
Vi presentiamo di seguito le sette generazioni di 911, con una breve storia del modello corredata del nostro test drive in pista e su strada.
1963. Inizia la storia della 911
La 911 ha un bel compito: prendere il posto della Porsche 356. La 911 originale viene presentata nel 1963 all'IAA di Francoforte come tipo 901. Il cambiamento di nome in 911 è del 1964. Debutta il mitico motore boxer a sei cilindri (vero must di tutte le 911), raffreddato ad aria e forte di 130 cavalli che spingono la nuova sportiva a 210 km/h. Nel 1965 nasce anche una “911 a quattro cilindri”,ma si chiama Porsche 912 per differenziarla dal modello più potente.
Nel 1966 Porsche presenta la 911 S da 160 cavalli, che impiega cerchi battuti in lega leggera Fuchs. La 911 Targa arriva sul mercato alla fine del 1966 e impiega un avveniristico roll-bar in acciaio inox che rende più sicura la vettura cabrio. Nel 1967 è la volta del cambio semiautomatico a quattro marce Sportomatic. Le versioni della 911 sonoT, E ed S e si differenziano per il tipo di allestimento (911 T 110 cavalli, 911 E 130 cavalli, 911 S 160cavalli). Negli anni la 911 cresce di cilindrata e potenza: 2.2 litri (1969) e 2.4 litri (1971).
Nel 1972 vede la luce una delle 911 più ammirate e ricercate di sempre, la 911 Carrera RS 2.7. Ha una potenza di 210 cavalli e pesa solo 1000 kg. Riconoscibile per la sua "coda d'anatra”, conquisterà in breve tempo gli amanti della guida sportiva che utilizzano l’auto anche in pista e nei campionati destinati alle granturismo.
I motori della prima serie
I 2 litri di cilindrata del motore boxer a sei cilindri del tipo 901/911 hanno consentito di ottenere una potenza di 96 kW (130 cavalli) a 6.100 giri.
A partire dal 1967 la variante 911 S potenziata sviluppava un potenza di 118 kW (160 cavalli) a 6.600 giri; il modello 911 normale fu presto denominato 911 L e successivamente 911 E. Un pregio particolare era che, nonostante il motore fosse potenziato e con una potenza di 80 CV/litro, non vi era alcun limite nella durata del gruppo motore della 911 S. A partire dal 1967 fu realizzata anche la 911 T a potenza ridotta (81 kW/110 CV a 5.800 giri), concepita come modello entry-level.
Le prime vetture dotate di motori con riduzione delle emissioni sono state presentate nel 1968 per gli Stati Uniti. Porsche riuscì a soddisfare le norme locali sui gas di scarico, compresi i regolamenti particolarmente restrittivi della California, senza perdite di potenza. La riduzione delle emissioni venne attuata tramite una riconduzione dei gas di scarico nella linea di aspirazione.
Nell'autunno del 1968 Porsche introdusse il sistema di iniezione meccanica della benzina. Furono realizzati nuovi motori per il tipo 911 E e 911 S; il primo sviluppava una potenza di 103 kW (140 cavalli) a 6.500 giri, il secondo 125 kW (170 cavalli). Gli aumenti delle cilindrate fornirono maggiore potenza e coppia, prima nel 1969 con la cilindrata di 2.2 litri e due anni dopo con la cilindrata di 2.4 litri. Ciò portò la 911 S a 132 kW (180 cavalli) e successivamente a 140 kW (190 cavalli).
Nel 1971 fu contemporaneamente ridotta la compressione, affinché tutte le 911 potessero funzionare con benzina normale a livello mondiale sulla base di un inasprimento delle norme sulle emissioni dei gas di scarico. L'iniettore K-Jetronic fece il suo ingresso nel 1972 per gli Stati Uniti. E nel corso dell'anno fu realizzato anche un nuovo modello a sei cilindri: la Carrera RS con motore da 2.7 litri, 154 kW (210 cavalli) a 6.300 giri e una coppia di 255 Nm, abbinato a un peso a vuoto molto basso di 1075 kg con dotazione di serie. Nel 1973, la cilindrata di tutti i motori del modello passò a 2.7 litri e contemporaneamente fu possibile il funzionamento con benzina verde. Nel 1974 furono costruiti 111 esemplari della Carrera RS con motore da 3 litri di cilindrata come vetture da immatricolare per il gruppo 3.
“Fascino d’altri tempi coniugato alla proverbiale affidabilità tedesca. Risultato? Un’auto che ancora oggi si fa guidare con piacere e mette in mostra il tipico comportamento delle 911”
La prova su strada della prima 911
Fascino d’altri tempi (la vettura ha 50 anni!) coniugato alla proverbiale affidabilità tedesca. Risultato? Un’auto che ancora oggi si fa guidare con piacere e mette in mostra il tipico comportamento delle 911. L’assetto è rigido, mentre il motore ha un’erogazione fluida ai bassi che acquista carattere agli alti. L’età dell’auto impone una guida rispettosa e accorta, ma non mancano le emozioni. L’avantreno è leggero, si sente che il motore spinge da dietro, molto dietro, rendendo lo sterzo una piuma in accelerazione. I cavalli non sono pochi (130) se paragonati al peso dell’auto(circa 1000 kg), ancora valida oggi la frenata che dispone di quattro freni a disco. Il cambio a quattro marce ha innesti lunghi, ma precisi.
1973. Serie G. Nascono le furiose Turbo
La 911 compie 10 anni ed è pronta alla seconda generazione: il modello G, costruito dal 1973 al 1989. All’esterno si riconosce per i paraurti a soffietto, necessari per soddisfare le esigenze imposte dai nuovi crashtest negli Stati Uniti. Su questa serie debutta la prima, brutale 911 Turbo. Motore boxer da 3 litri, 260 cavalli, spoiler posteriore e accelerazione furiosa la rendono subito un’icona dell’automobilismo sportivo dell’epoca. Nel 1977 la 911 Turbo diventa 3.3 e la potenza arriva a 300 cavalli.
Nel 1983 la 911 Carrera propone il motore 3.2 litri da ben 231 cavalli, disponibile anche in versione cabrio. Nel 1989 è la volta della 911 Carrera Speedster, dotata di parabrezza ribassato e cover specifica per la capotte; oggi è ricercatissima dai collezionisti.
I motori della seconda serie
Il motore della Turbo si basava sul gruppo motore della 911 Carrera RS 3.0, con potenza da 191 kW (260 cavalli) e una coppia di 343 Nm e raggiungeva una velocità di massima di oltre 250 km/h.
Nel 1976 ci si adeguò alle norme sempre più severe sulle emissioni dei gas di scarico, in particolare a quelle di Stati Uniti, Canada e Giappone. Nel contempo furono realizzati anche i tipi 924 e 928, pertanto nel 1977 l'azienda ridusse la serie 911 ai modelli 911 SC (3 litri di cilindrata, 132 kW/180 CV) e 911 Turbo. La Turbo aveva un motore di 3.3 litri di cilindrata, dotato anche di raffreddamento dell'aria. Il risultato furono 221 kW (300 cavalli) a 5.500 giri e una coppia di ben 412 Nm.
Nel 1980 Porsche costruì i primi motori con catalizzatore dei gas di scarico. Fra i vari accorgimenti di cui erano dotati, vi era una sonda lambda i cui segnali venivano elaborati in una centralina elettronica. Nel 1979 anche la potenza della 911 SC fu portata a 138 kW (188 cavalli), quindi un anno dopo a 150 kW (204 cavalli) a 5900 giri.
Nel 1983 fu presentata una nuova generazione di motori aspirati da 3.2 litri di cilindrata, dotati di elettronica digitale del motore, predisposti per la benzina verde. Il motore della 911 Carrera sviluppava una potenza di 170 kW (231 cavalli) a 5.900 giri ed erogava una coppia di 284 Nm.
La prova su strada della 911 3.2 Carrera
Ha 30 anni, ma non lo diresti proprio. La linea è da vera Porsche: fari tondi belli alti e sedere basso, rasoterra. Gli interni sono spartani, ma è quella semplicità sportiva, ricercata che fa impazzire chi ama le auto da corsa. Il bello è che sulla 3.2 questa sportività si sposa con un comfort favoloso. La 911 del 1983 ha un assetto piatto, che però non disturba troppo sullo sconnesso, e un motore da urlo.
A 1000 giri riprende in quinta senza un sussulto, con un’erogazione pazzesca. A 3.000 lo scarico si fa sentire e il motore boxer inchioda ancora il pilota al sedile. Lo sterzo è leggero e il cambio ha un’escursione bella lunga, ma ci si fa presto l’abitudine. Anche perché questa 911 ha pur sempre 30 anni e richiede modi garbati, va forte ma non bisogna avere fretta con lei. Non vorresti mai scendere dalla Carrera, è davvero piacevole e fa riscoprire il gusto dell’auto sportiva con cui girare senza una meta.
1988. Tipo 964. Ancora più sicura con la trazione integrale 4
Il sei cilindri boxer 3.6 litri raffreddato ad aria eroga 250 cavalli. La 964 ha una linea moderna, attuale persino oggi, a 25 anni dal debutto. I paraurti in poliuretano sono infatti aerodinamici e lo spoiler posteriore è abbassabile elettricamente. Arrivano accessori dedicati alla sicurezza attiva, come l’ABS, o alla comodità, come il cambio automatico Tiptronic. Ma ci sono anche servosterzo e airbag, che fanno della 964 un’auto che molti porschisti utilizzano ancora oggi con piacere, senza rinunce.
La 911 ha un telaio nuovo, con bracci trasversali in lega leggera e molle a spirale che prendono il posto della sospensione a barra di torsione. Prima sul mercato arriva la Carrera 4 con trazione integrale. La Carrera 2 a trazione posteriore giunge sul mercato sei mesi dopo. Ha un ottimo riscontro commerciale con le versioni Carrera Coupé, Cabriolet e Targa.
“Il 1990 vide la nuova versione della 911 Turbo con motore nuovo, il gruppo motore da 3.3 litri di cilindrata sviluppava ora una potenza di 235 kW (320 cavalli) a 5.750 giri e una coppia di 450 Nm”
A queste dal 1990 si unisce la spettacolare 964 Turbo, dotata del motore boxer 3.3 litri, nel 1992 la Turbo presenta il modello 3.6 da 360 cavalli. Della serie 964 sono oggi ambitissime le 911 Carrera RS, 911 Turbo S e la 911 Carrera 2 Speedster. Tutte le 964 hanno la camera di combustione dotata di due candele di accensione per garantire una migliore combustione.
I motori della terza serie
Il 1990 vide la nuova versione della 911 Turbo con motore nuovo, il gruppo motore da 3.3 litri di cilindrata sviluppava ora una potenza di 235 kW (320 cavalli) a 5.750 giri e una coppia di 450 Nm. Un anno arrivò la 911 Carrera RS con motore da 3.6 litri potenziato a 191 kW (260 cavalli) che pesava solo 1120 kg rispetto ai 1350 kg di una Carrera 2. Nel 1992 la Turbo S fu presentata in una serie speciale, realizzata in soli 86 esemplari, con potenza motore di 280 kW (381 cavalli) a 6.000 giri e una coppia di 490 Nm. La 911 Turbo 3.6 da 265 kW (360 cavalli) venne introdotta nel 1992. La coppia erogata era pari a 520 Nm.
La prova su strada della 964 Carrera 4
Soli 1.400 km all’attivo con degli interni che ancora profumano di nuovo. Questa è la meravigliosa 911 che rappresenta a meraviglia gli anni 90 secondo Porsche. Gli interni sono rifiniti con una cura incredibile; si tocca con mano (tanta) qualità e si comprende l’origine della fama di Porsche in materia di finiture e affidabilità. Lo sterzo e il cambio sono docili e manovrabili anche nel traffico di città, rispetto al passato questa 911 si guida col minimo sforzo. Ma non ci sono rinunce sul fronte delle prestazioni. Anzi, con un po’ di mestiere la nostra bella 964 Carrera 4 riesce a tenere la scia delle esagerate 911 di oggi (le 991) sulla pista di collaudo di Weissach.
Certo, la 964 si “muove” di più rispetto all’auto di oggi, bisogna lavorare con lo sterzo e l’acceleratore per contrastare il sottosterzo. Ma alla guida ci si sente grandi protagonisti, si è coinvolti al 100% col corpo e con lo spirito. E questo è il bello della 964, una vettura che oggi è sempre più ricercata dagli appassionati del marchio tedesco. A ragione, aggiungiamo noi.
1993. Tipo 993. L’ultima ad aria
Bella, formosa e seducente. Se poi abbiamo davanti una S o una Turbo, è un attimo perdere la testa per lei. Parliamo della 911 serie 993, l’ultima spinta da un motore boxer sei cilindri raffreddato ad aria. Il frontale è più basso, grazie all'introduzione di fari polielissoidali. Sono tante le novità tecniche: è la prima 911 dotata di telaio in alluminio e, nel caso della Turbo, di motore biturbo (da ben 408 cavalli!). La 993 Turbo ha prestazioni esagerate venti anni fa, ancora oggi sbalorditive: accelera da 0 a 100 in 4 secondi e sfiora i 300 km/h. Esiste anche la versione a due ruote motrici (la Turbo ha la trazione integrale), denominata GT2. La 911 Targa ha il tettuccio in vetro, scorrevole elettricamente, situato dietro il lunotto.
I motori della quarta serie
La prima 993 erogava 200 kW (272 cavalli), cresciuti poi sino ai 285 della versione dotata del sistema di aspirazione con condotti a lunghezza variabile. La 911 GT2 fu realizzata in piccola serie per il mondo delle corse, con motore da 3,6 litri supportato da due turbocompressori, per una potenza di 316 kW (450 CV) a 5.750 giri (la versione da strada aveva invece 316 kW/430 cavalli). Il motore della Turbo (408 cavalli) si basava sul motore aspirato da 3.6 litri, ma disponeva di un albero a camme specifico, bielle rinforzate, pistoni pressofusi e rivestiti, cilindri in metallo leggero pressofuso e condotti di aspirazione ampliati.
La prova su strada della 993 Turbo
Pronti al decollo? La guida della Turbo rappresenta per l’appassionato di belle auto sportive un’esperienza mistica. La 911 da 408 cavalli mette a terra i cavalli senza imbarazzo grazie alle quattro ruote motrici; è invece il pilota a subire questa violenta scarica di potenza ogni volta che il motore supera i 3.000 giri. Da questo regime la 993 parte a razzo inchiodandoci allo schienale ed emettendo un suono cupo, profondo che entra nella pancia. Emoziona come e più di un’auto da corsa, e tali sono le sue prestazioni.
Ha 20 anni, ma non fatica a mangiare la scia della potente 991 S di oggi, che anzi è costretta a darle strada sul rettilineo di Weissach (per la cronaca: qui la 993 Turbo ha superato i 240, mentre la 991 S si è fermata “solo” a 205 km/h). L’impegno richiesto alla guida è importante, il volante va tenuto ben saldo e il gas va gestito con attenzione per evitare improvvisi sovrasterzi tanto in uscita, quanto in ingresso di curva. Ma volete mettere la soddisfazione di giocare con 408 scatenatissimi cavalli? Da provare, almeno una volta nella vita.
Il video dedicato ai 50 anni di Porsche 911
1997. Tipo 996. La prima ad acqua
Per la prima volta la 911 impiega un motore boxer, sempre sei cilindri, ma raffreddato a liquido. Ha quattro valvole per cilindro ed eroga 300 cavalli. Cambia anche lo stile, che fa discutere i puristi del marchio. Il frontale è più aerodinamico e impiega i fari anteriori con indicatori di direzione integrati che hanno debuttato sulla Boxster. Gli interni sono più ricchi nella dotazione di bordo e più moderni nella strumentazione; aumenta anche lo spazio per i passeggeri. Crescono le varianti offerte e con la 996 debutta nel 1999 una autentica fuoriclasse nella famiglia 911: la mitica GT3, progettata per stupire anche in pista. La 911 GT3 porta avanti la tradizione della Carrera RS. Dal 2000 viene offerta la 911 GT2, dotata di serie di freni in ceramica, spinta dal motore biturbo.
“Per la prima volta nel 1997 la 911 impiega un motore boxer, sempre sei cilindri, ma raffreddato a liquido. Ha quattro valvole per cilindro ed eroga 300 cavalli. Cambia anche lo stile, che fa discutere i puristi del marchio. Il frontale è più aerodinamico e impiega i fari anteriori con indicatori di direzione integrati”
I motori della quinta serie
Il motore della 996 da 3.4 litri di cilindrata è nettamente più corto (di 70 millimetri) e soprattutto più piatto (di 120 millimetri) rispetto al predecessore. Eroga una potenza di 221 kW (300 cavalli) a 6.800 giri. Sono molte le caratteristiche inalterate rispetto alla serie 993: sei cilindri, albero a gomiti a sette cuscinetti, lubrificazione a carter secco, volano a doppia massa.
Inizialmente disponibile solo per la 911 Carrera, il nuovo motore fu introdotto un anno dopo anche nella Carrera 4 e pure la Turbo passò al raffreddamento ad acqua. Fu realizzata la GT3, con motore aspirato basato sulla GT1, ma che sviluppava una potenza di 265 kW (360 cavalli) a 7.200 giri/min. Nel 2000, la Turbo presentò un nuovo motore (309 kW/420 cavalli a 6.000 giri, 560 Nm), derivato direttamente dalla GT1. Questo fornì quindi la base per la nuova GT2 (340 kW/442 cavalli a 5.700 giri, 620 Nm).
Nel 2001 i motori aspirati furono dotati di una maggiore cilindrata, pari a 3.6 litri. Risultato: aumento di potenza a 235 kW (320 cavalli) a 6.800 giri e una coppia di 370 Nm. Ora il motore biturbo migliorato della GT2 erogava una potenza di 355 kW (483 cavalli). La GT3 RS, disponibile dal 2003 e destinata in particolare alle corse automobilistiche, erogava una potenza più elevata pari a 280 kW (381 cavalli).
La prova su strada della 996 40 Jarhe
Abbiamo la fortuna di provare la 996 dedicata ai 40 anni della 911. È spinta dal motore 3.6 portato a 345 cavalli, ha il muso della Turbo ed è disponibile sono nel colore grigio metallizzato. Quest’auto è una sorpresa e dimostra una volta di più come la 996 sia una 911 sottovalutata dagli amanti della Porsche.
Coniuga infatti a meraviglia la rudezza delle 964 e 993 con la facilità di guida e la precisione delle recenti 997 e 991. Lo sterzo è infatti ben più saldo rispetto alle 911 raffreddate ad aria, ma lascia ancora “sentire” i trasferimenti di carico provocati dal pilota nelle fasi di accelerazione e frenata. La 996 corre velocissima sulla pista di Weissach come sulle strade intorno a Stoccarda, ma lascia ancora al centro di tutto il guidatore che con lei può giocare al sotto/sovrasterzo col gas (ovviamente dopo aver disinserito il controllo di stabilità).
Morbido, rapido e preciso il cambio, comunicativo lo sterzo e infinito il motore boxer da 345 cavalli: docile ai bassi, infinito nell’allungo che termina a oltre 7.000 giri. Cara 996, complimenti: hai ancora tanto da dire, alla faccia di chi non ti ha mai capita.
2004. Tipo 997. Si torna al classico
Nel luglio 2004 Porsche presenta, con 911 Carrera e 911 Carrera S, la generazione 997. I suoi fari anteriori tornano ovali, abbandonando lo stile Boxster della 996. Cresce la potenza del motore boxer 3.6 litri della Carrera, che eroga 325 cavalli, mentre il 3.8 litri della Carrera S arriva a 355 cavalli. Anche il telaio è sostanzialmente rielaborato e ospita per la prima volta il sistema Porsche Active Suspension Management. Nel 2006 Porsche presenta la 911 Turbo che, prima auto di serie con motore a benzina, dispone di un turbocompressore con geometria variabile della turbina. In seguito, nell'autunno 2008, la 997 diviene ancora più efficiente grazie all'iniezione diretta della benzina e al cambio a doppia frizione.
Carrera, Targa, Cabriolet, trazione posteriore e sulle quattro ruote, Turbo, GTS, modelli speciali e versioni da strada di veicoli da corsa GT: la famiglia delle 911 arriva a comprendere 24 varianti di modello. Anche la successiva GT3 (305 kW/415 cavalli) si basava sulla serie 997 e fu presentata nel marzo 2006 al Salone dell'Auto di Ginevra. Un anno dopo comparve la GT2; il suo motore Biturbo erogava una potenza di 390 kW (530 cavalli) a 6.500 giri/min. Nel 2008, i tipi 911 e 911 S presentavano motori a iniezione diretta. Con cilindrata invariata, erogavano una potenza di 254 kW (345 cavalli) a 6.800 giri e 283 kW (385 cavalli) a 6.500 giri/min.
2011. Tipo 991. Su i cavalli, giù i consumi
La settima generazione, denominata 991, ospita un telaio completamente nuovo. Aumentano le prestazioni, ma calano i consumi grazie alla riduzione della cilindrata a 3.4 litri nel modello base. Porsche introduce anche il Dynamic Chassis Control e il cambio manuale a sette marce. A partire dal 2008, il downsizing diventa un obiettivo degli ingegneri. La 911 Carrera venne dotata di un motore boxer (257 kW/350 cavalli a 7.400 giri/min, 390 Nm) da 3,4 litri invece dei precedenti 3.6 litri. La Carrera S (294 kW/400 cavalli a 7.400 giri/min, 440 Nm) mantenne la cilindrata di 3.8 litri.
La prova su strada della 991 4S Cabrio PDK
Prestazioni da supercar, comodità da ammiraglia. La 991 ha il DNA della serie 911, su questo non ci piove. È veloce, sempre e comunque, ha uno sterzo preciso e un motore (il 3.8 da 400 cavalli) che è un capolavoro di ingegneria motoristica. È morbido e cortese su strada, ma basta impostare il settaggio sportivo di sospensioni, scarico e motore per scoprire il suo animo da corsa. Il boxer sale di giri rabbioso, velocissimo, assecondato da un cambio a doppia frizione che spara le marce come fossero colpi di un fucile d’assalto.
Fa godere in accelerazione, ma anche in scalata dove si prodiga in doppiette dall’esecuzione perfetta, che fanno la gioia di chi guida, ma anche degli appassionati a bordo pista. E a proposito di circuito, va detto che la 991 S a Weissach ci è nata e si vede. Ha una trazione in uscita di curva fenomenale, divora le curve con la precisione di un bisturi e l’assetto rimane imperturbabile anche nelle staccate più assassine. La 991 sembra in tutto e per tutto un’auto da corsa vestita con l’abito giusto, che non ti fa sfigurare nemmeno nella serata a teatro. In questo è una 911 da capo a piedi. Con una certezza in più: con le 911 di 50 anni fa dovevi fare un gran lavoro di sterzo e acceleratore per assecondare la loro indole indomita, oggi con la 991 pensi solo a guidare. Il piacere lo mette lei.
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