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Monaco di Baviera - Con un prezzo di poco più di 30.000 euro, Kia lancia per la prima volta anche nel nostro paese la quarta generazione di Optima. Dopo esserci avvicinati nei mesi scorsi in un nostro primo contatto, e dopo averne ammirato le forme ideali nella concept Sportspace, oggi siamo riusciti ad avere finalmente tra le mani la variante Sportswagon. Lunga oltre 4,8 metri per 1,85 di larghezza, queste dimensioni collocano la vettura nel cuore del segmento D. Sono tanti i punti di forza a suo favore, tra tutti un design molto personale che non la fa passare inosservata e che le conferisce un deciso carattere. Mazda 6, Opel Insigna, Peugeot 508 e Skoda Superb sono avvisate: ora hanno una nuova – temibile – avversaria.
Non giriamoci intorno: le dimensioni sono davvero importanti e forse non adatte ad un neopatentato. I 4,80 metri di lunghezza si vedono, ma il lavoro dei designer è notevole. Nonostante si tratti di una station wagon, il risultato complessivo è decisamente piacevole, con un look aggressivo che strizza l’occhio a tutti quei padri di famiglia che non vogliono omologarsi. Nella versione da noi provata, la GT-Line, abbiamo avuto modo di apprezzare particolari dichiaratamente sportiveggianti, come le prese d’aria maggiorate all’anteriore, i cerchi in lega da 18”, le minigonne satinate e l’estrattore al retrotreno, il tutto per amplificare ulteriormente lo spirito dell’auto. I tempi della prima generazione di Rio, sono solo un pallido e lontano ricordo.
Una volta entrati nell’abitacolo della Optima Sportswagon, la prima percezione è quella di una qualità diffusa. Verissimo, siamo pur sempre al volante dell’allestimento GT-Line, tra i più ricchi offerti dalla casa, però la comodità dei sedili rivestiti in pelle e una plancia lineare e funzionale con sapienti aggiunte stilistiche di pregio, fanno la differenza: qui c’è davvero attenzione ai dettagli!
Buona la possibilità di riscaldare o ventilare il sedile, con la prima opzione valida anche per il divano posteriore. Di rilievo, invece, l’aggiunta di un vano per la ricarica wireless del proprio smartphone. Le plastiche utilizzate per rivestire la plancia, poi, sono sì pensate per durare, ma al contempo morbide, con una piacevole simil-cucitura pressata in risalto.
La comodità per chi siede dietro è davvero ai massimi livelli: anche se gli occupanti fossero tutti sopra il metro e 90, abbonderebbe spazio per muoversi, rilassarsi e distendersi. Bella la presenza - anche se molto anni '80 - delle tendine annegate nelle portiere: se il sole si facesse troppo insistente, basta alzarle per essere ben schermati. Un tocco in più, poi, è dato dal sistema audio firmato Harman - Kardon, per un'acustica davvero di livello.
La versione da noi provata è equipaggiata con un brillante turbodiesel a 4 cilindri da 1.7 litri, della famiglia Theta II, capace di 141 CV a 4.000 rpm e 340 Nm di coppia a 1.750 rpm. Si tratta di un motore molto pastoso, ansioso di spingere l’auto sin dai bassi regimi. La fluidità di marcia è garantita dal cambio a 7 rapporti a doppia frizione, che annulla quasi del tutto l’effetto “pullman”, anche se quando le si vuole forzare un po’ il collo si avverte un lieve ritardo nel kickdown. I paddle al volante sono di buona qualità, e se utilizzati rispondono prontamente “presente”.
Nel complesso – d’altro canto, è stata studiata per quello – la Kia Optima Sportswagon predilige una guida tranquilla, adatta ai lunghi viaggi con una famiglia numerosa al seguito. Quando però il papà è in macchina da solo, può impostare la modalità di guida su diversi assetti – Normal, Eco e Sport – e sbizzarrirsi a più non posso. In Sport, la Optima irrigidisce le sospensioni e lo sterzo regala feedback più convincenti, ma è l’impianto frenante che ci lascia un’impressione davvero buona: basta un amen e la vettura si arresta.
La Kia Optima Sportswagon ci ha convinto sotto diversi aspetti. Il design le conferisce una buona personalità, che la illumina nella categoria. La qualità degli interni è ricercata, l’infotainment e valido, e lo spazio è quasi regale.
I consumi, tuttavia, non sono tra i più parchi. Nella nostra prova, abbiamo registrato un valore di 6,7 litri/100 km, guidando in maniera davvero parsimoniosa. Forse questo è uno dei pochi aspetti sul quale la casa dovrebbe concentrare i propri sforzi.
Lo spazio di carico, invece, è davvero generoso. Il bagagliaio misura 552 litri in configurazione standard, e nella versione da noi provata è dotato di binari e vani per contenere vari bagagli. Con il divano posteriore abbattuto – in modalità 40:20:40 – si sfiorano i 1.700 litri: qualcosa fuori dall’ordinario.
La Kia Optima Sportswagon convince per i sistemi di sicurezza attivi e passivi installati a bordo. Oltre all’ormai canonico cruise control adattivo, l’auto presenta l’around view monitor, l’assistente di parcheggio, l’abbandono involontario di corsia, la frenata d’emergenza automatica ed il rear cross traffic alert. Scusate se è poco.
Valido anche l’infotainment, governabile attraverso un monitor touchscreen – da 7” o 8”, a seconda dell’allestimento scelto – al cui interno sono presenti Apple CarPlay ed Android Auto. Un plauso, poi, al sistema di navigazione: rapido ed immediato nel ricalcolare la rotta quando si esce dal percorso prestabilito, è chiaro e ben leggibile in ogni condizione di luce, anche se si utilizzano occhiali da sole con lenti polarizzate.
Abbiamo potuto testare per poco anche la versione plug-in della Optima in configurazione berlina. Oltre a conservare intatti gli standard qualitativi e dimensionali della Sportswagon – anche la quattroporte, infatti, è lunga 4,8 metri – è spinta da un motore a ciclo Atkinson da 156 CV e da un comparto di batterie da 50 Kw e 9.8 kWh, per una potenza complessiva di 205 CV. La particolarità della Kia Optima PHEV è nella sua autonomia, che i tecnici definiscono come la più alta del mondo per la categoria, che arriva a toccare i 1.000 km.
La Optima Sportswagon parla direttamente alle famiglie numerose che amano i grandi viaggi e, non troppo sottovoce, al mercato delle flotte aziendali.
In un breve tragitto tra le strade della campagna bavarese, sempre con il piede destro parsimonioso, abbiamo notato una buona alternanza tra il motore elettrico e termico, con un cambio automatico a sei rapporti che lavora come si deve. Per la Sportstwagon plug-in bisognerà attendere il 2017, ma si sa già dove saranno collocate le batterie: nei fianchi posteriori della vettura, per meglio ottimizzare la capacità di carico.
La Kia Optima Sportswagon ci ha convinto sotto diversi aspetti. Il design le conferisce una buona personalità, che la illumina nella categoria. La qualità degli interni è ricercata, l’infotainment e valido, e lo spazio è quasi regale. Ma allora, ci sono solo pregi? La risposta è semplice: no. Il motore diesel, per quanto valido alleato, si dimostra più assetato della diretta concorrenza. La visibilità data dallo specchietto retrovisore, vuoi anche per le linee sportive del retrotreno, non è tra le più eccelse, ma a questo si compensa con le retrocamere.
In definitiva, la Optima Sportswagon parla direttamente alle famiglie numerose che amano i grandi viaggi e, non troppo sottovoce, al mercato delle flotte aziendali. Il prezzo rimane l’unica vera “incognita”: la berlina in allestimento Class, tocca i 31.500 euro, ai quali bisogna aggiungere 1.000-1.500 euro per la station wagon.
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Viale Certosa, 211
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848 582 588
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