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1.2 e-THP 110 CV: le nostre impressioni di guida
Iniziamo a conoscere la Cactus partendo dalla versione a benzina che monta il nuovo tre cilindri turbo 1.2 e-THP da 110 CV, un motore che abbiamo già avuto modo di apprezzare su Peugeot 308 SW. La prima cosa che ci colpisce sono senza dubbi i sedili anteriori (lato guida si dispone anche della regolazione in altezza, ma non di quella lombare), davvero ampi e soffici ma non eccessivamente morbidi: in una parola davvero comodissimi, anche per i lunghi viaggi. L’abitabilità è davvero ottima davanti, specialmente per il passeggero che può sfruttare tutti i vantaggi dell’Airbag in Roof che lascia tantissimo spazio per le gambe.
Dietro la faccenda cambia: in due si sta abbastanza comodi, anche se i più alti potrebbero arrivare a sfiorare con la testa il padiglione, specialmente se dotato di tetto panoramico. Buono invece lo spazio per le ginocchia, mentre il terzo passeggero centrale, un po’ più sacrificato, può trovare un pavimento quasi piatto (c’è in realtà un piccolo tunnel centrale, ma è appena accennato). Purtroppo il volante è regolabile soltanto in altezza e non in profondità, una soluzione che al giorno d’oggi si fatica a trovare anche su auto di categoria inferiore come le citycar.
Diamo vita al piccolo 1.2 turbo benzina che ci mette davvero pochissimo a far conoscere la sua vera natura. Il sound, inutile dirlo, è quello “da frullino” tipico del tre cilindri anche se il rumore non penetra mai eccessivamente all’interno dell’abitacolo, complice una buona insonorizzazione. L’e-THP da 110 CV si dimostra vivace fin dai primi giri, complice una buona coppia di 205 Nm disponibile già a 1.500 giri, e in grado di spingere la Cactus in maniera frizzante, anche quando bisogna effettuare qualche sorpasso. È un motore molto rotondo, con un erogazione lineare nonostante la presenza della sovralimentazione ma vispo sia in accelerazione che in ripresa, che si sposa molto bene con il manuale a cinque rapporti, dagli innesti forse un po’ lunghi ma davvero precisi e capaci di trasmettere un senso di buona qualità.
Lo sterzo è davvero leggero e morbido alle basse andature, ideale per muoversi agilmente in città, ma non cade nel difetto di risultare poco consistente nemmeno in autostrada, a velocità di codice. Buona la frenata, con mordente a sufficienza anche per le situazioni difficili, mentre le sospensioni, appaiono un po’ troppo rigide su sconnessioni e dossi, complici anche i grandi cerchi in lega da 17 con pneumatici 205/50. Sacrificando lievemente il confort, soprattutto di chi sta dietro, gli uomini Citroen sono riusciti però a dare grande stabilità ad un’auto piuttosto alta da terra, che anche in curva o nei cambi di direzione più bruschi riesce a non scomporsi e a rimanere ben piantata per terra, sempre sicura nelle mani del guidatore. Nel complesso si ha sempre l’idea di guidare un’auto molto facile ed immediata, ma anche davvero maneggevole, grazie al peso contenuto che trasmette sicurezza e disinvoltura alla guida.
“L’e-THP da 110 CV si dimostra vivace fin dai primi giri, complice una buona coppia di 205 Nm disponibile già a 1.500 giri, e in grado di spingere la Cactus in maniera frizzante”
1.6 e-HDi ETG6: le nostre impressioni di guida
La prima cosa che attira l’attenzione sulla versione diesel automatica è l’assenza della leva del cambio, sostituita da tre semplici tasti di grandi dimensioni (solo D, N e R) collocati nella zona inferiore della console. Questo ha permesso di dare vita all’originale divano anteriore Sofà, piacevole alla vista anche se difficilmente sfruttabile in condizioni reali nella zona centrale. Il motore lo conosciamo bene: è il collaudato 1.6 e-HDi da 92 CV, poco rumoroso (anche se rispetto al benzina si fa sentire molto di più nell’abitacolo) e soprattutto davvero pronto in basso grazie a 230 Nm di coppia erogati già a 1.750 giri/min. Tirando le somme è un unità che regala una spinta ancora più vigorosa rispetto al turbo benzina, a patto di accettare qualche decibel in più all’interno. Questa vivacità in ripresa ed accelerazione è in parte vanificata però dal cambio automatico ETG a sei marce, specialmente quando si chiede tutto alla vettura.
Questo robotizzato infatti è un elemento un po’ controverso. Da un lato ha il vantaggio di essere piuttosto semplice a livello costruttivo, quindi mette sul piatto la promessa di essere molto più affidabile nel tempo dei più moderni automatici (doppia frizione, convertitori di coppia ecc.), ma dall’altro risulta davvero troppo lento e poco confortevole nelle fasi di cambiata, con qualche strattone eccessivo. Le cose migliorano nettamente quando si viaggia senza fretta perché in questi frangenti l’ETG6 mostra il suo volto migliore, ovvero quello di un cambio “da passeggio”. Procedendo con un filo di gas gli innesti delle marce diventano molto più dolci (ma comunque non più veloci) e quasi impercettibili, divenendo addirittura confortevole.
Consumi: si fanno i 20 km con 1 litro senza problemi
Il grosso lavoro di alleggerimento viene ripagato a pieni voti non solo dalla grande maneggevolezza ma anche in termini di consumi, che risultano davvero bassissimi. Su un percorso misto, fatto di strade extra-ubrane, traffico cittadino e autostrade, con il turbo benzina 1.2 e-THP da 110 CV, senza esagerare con il gas, abbiamo strappato una media inferiore ai 5,0 l/100 km, un risultato grandioso, superiore ai 20 km/l, che ci ha davvero sorpreso, soprattutto su un'auto alta da terra dove l'aerodinamica non aiuta più di tanto (Cx 0,32).
Ancora meglio con il diesel 1,6 e-HDi da 92. Nonostante la presenza di un cambio automatico come l’ETG, che di certo non favorisce i consumi, siamo riusciti a strappare un ottimo 4,7 l/100 km. Un risultato davvero convincente, che non può far altro che scendere ulteriormente con l’efficientissimo 1.6 Blue-HDi con cambio manuale.
Citroen
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