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Alla fine di quest'anno celebra i 20 anni di carriera. Modello fondamentale per la Casa di Zuffenhausen, frutto della joint-venture con Volkswagen, la Porsche Cayenne è stata la capostipite nella categoria dei SUV sportivi, contribuendo a dare vita a una piccola rivoluzione nel segmento premium.
Negli anni si sono susseguiti numerosi aggiornamenti, dalle motorizzazioni, agli allestimenti, inclusa un'inedita variante di carrozzeria. In pochi sapranno però, dell'esistenza di una versione scoperta che il marchio era intenzionato a produrre in seguito alla presentazione della prima serie.
Purtroppo o per fortuna, a seconda dei punti di vista, la Cayenne Cabrio non è mai arrivata sul mercato, ma l'unico prototipo di questo particolare modello del 2002 si trova esposto al Museo Porsche di Stoccarda.
Specifichiamo che la one-off, nota all'interno dell'azienda con la sigla di Package Function Model (PFM), è rimasta poco più che un esercizio di stile. Per realizzarla i progettisti si sono limitati a rimuovere il tetto a una Cayenne standard senza irrobustire la scocca con i rinforzi necessari per la carrozzeria cabrio, motivo per cui il prototipo non era guidabile su strada.
I tecnici Porsche, prima che sulla doti dinamiche, erano concentrati sulla ricerca della migliore soluzione stilistica per la zona posteriore, interessata dalla presenza della capote in tela e dalla particolare linea spiovente del tetto.
Erano state considerate due sezioni della coda differenti: la prima con i gruppi ottici posizionati in basso nella parte posteriore dell'auto, la seconda con i fanali posti più in alto, a ridosso del lunotto.
Il meccanismo della capote prevedeva che il portellone del bagagliaio potesse muoversi in entrambe le direzioni in senso longitudinale, permettendo al soft top di rimanere "nascosto" al suo interno, quando veniva ripiegato su se stesso a forma di "Z". Un sistema molto simile a quello adottato sulla 911 Targa di settima generazione, la 991 del 2012.
A differenza della sorella sportiva, nel caso della Cayenne Cabrio l'azienda non è andata oltre la fase di simulazione computerizzata, infatti il tettuccio in tessuto poteva essere riposto nel bagagliaio o riportato nella posizione originale solo manualmente.
Tra le ragioni principali che spinsero Porsche a non lanciare sul mercato il SUV decapottabile vi furono previsioni di vendita non particolarmente entusiasmanti e un'estetica particolare, forse fin troppo per gli standard del marchio tedesco.
La combinazione tra la carrozzeria grande e pesante di questa tipologia di auto e l'assenza del tetto si è tradotta in "linee molto strane", secondo Michael Mauer, attuale Chief Designer di Porsche.
Parte dell'eredità stilistica di questo prototipo, in particolar modo per quanto riguarda la forma discendente del tetto, ha visto il suo compimento con l'uscita della Cayenne Coupè nel 2019, la risposta di Zuffenhausen all'arrivo di concorrenti quali Audi Q8, BMW X6, Mercedes GLE Coupè e Lamborghini Urus nel segmento dei SUV sportivi premium.
Alla luce dei modelli decapottabili presentati negli ultimi anni, si può dire che probabilmente Porsche fosse arrivata troppo in anticipo sulle tendenze del settore. Invece a voi sarebbe piaciuto vedere prodotta questa bizzarra Cayenne Cabrio?
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