Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Vi siamo mancati? Speriamo non troppo. Episodio cinque della nostra rubrica sul Gruppo B che riprende dopo le puntate dedicate a Lancia 037 e Renault 5 Maxi Turbo. Stavolta torniamo in Germania e siamo nel 1983, dove a Zuffenhausen era arrivata la febbre del Gruppo B.
Va detto che la 911, che di recente è stata presentata al salone di Los Angeles nella sua ottava generazione, cominciava ad avere qualche anno sulle spalle. Il progetto della sportiva, che in quel momento veniva definita la "bara volante", cominciava a presentare le prime lacune tecniche, dovute a un layout che andava in contrasto con i canonici principi di distribuzione del peso, di fondamentale importanza su un'auto sportiva. La missione della 959, quindi, non è stata solo quella di fare da vetrina per la tecnologia stradale più avanzata degli anni 80 in campo automotive, ma anche quella di ispirare le successive generazioni di 911; un deus ex machina nato da uno dei regolamenti più folli mai visti nel motor sport, che, a dirla tutta, riuscì a ispirare anche un'altra auto che all'epoca si presentava coma la rivale numero 1 della 959. Parleremo di Lei nella prossima puntata, per adesso vi diciamo che i suoi papà erano tutti italiani e uno si chiamava Enzo...
Il progetto risale al 1981 e la presentazione del primo prototipo avvenne al salone di Francoforte nel 1983. Ci sarebbero volute 200 vetture per la fatidica omologazione e la versione definitiva venne svelata sempre nella stessa città due anni dopo con l'inizio produzione fissato al 1986. Purtroppo, come avrete capito dalla data, l'auto non prese mai parte alle competizioni rallystiche, vista l'abolizione del Gruppo B nello stesso anno. Grande attenzione fu rivolta alla tecnologia, la 959 non solo era dotata di sospensioni a controllo elettronico e di sensori di pressione pneumatici ma anche di un avanzatissimo sistema di trazione integrale che nel 1995 troverà posto, per la prima volta nella storia della 911, nella Porsche 911 Turbo (serie 993).
Le novità comprendevano, oltre a un complesso sistema di trazione integrale denominato PSK (Porsche-Steuer Kupplung), quattro valvole per cilindro, raffreddamento ad acqua delle testate, pistoni forgiati in alluminio, bielle in titanio, DOHC, due turbocompressori sequenziali, lubrificazione a carter secco e una centralina Bosch Motronic con iniezione digitale di accensione. Inoltre un sistema elettronico escludeva una delle due turbine ai regimi più bassi e la faceva entrare in funzione solo quando era richiesta la massima potenza dal motore.
Il motore utilizzava quindi la base del 6 cilindri boxer da 2.8 L e 450 CV. La velocità massima era di circa 314 km/h con un'accelerazione da 0 a 100 km/h in 3,7 secondi. Porsche decise di produrre una versione alleggerita e semplificata, chiamata S. Dotata di sospensioni sportive convenzionali e non a controllo elettronico, alleggerita di circa un centinaio di kg per via dell'assenza dei sedili posteriori, dei complessi sistemi elettronici di bordo, della riduzione dei materiali fonoassorbenti e della semplificazione delle finiture. In questo caso lo 0-100 avveniva in 3"6 e la top speed era di 340 km/h, grazie ai circa 515 CV.
La 959 rappresenta quindi la massima espressione tecnologica di Porsche durante gli anni 80. Una tradizione che è passata per la Carrera GT, con il suo tremendo V10, ripreso da un progetto inizialmente dedicato alle corse e culminato, per adesso, con la 918 Spyder, che porta su strada il V8 aspirato della RS Spyder e il meglio della tcnologia elettrica declinata in forma ibrida della casa di Zuffenhausen.
Come?! Dakar? Ma la Dakar non è quella gara fatta di sterrati implacabili e pensata per off road duri e puri? Sì certo, ecco perché vincerla con una supercar avrebbe avuto ancora più gusto. Nel 1984 Porsche decide di partecipare sviluppando la vettura, che sarà pronta solo nel 1986. La 959 è competitiva e ottiene primo, secondo e quinto posto. L'auto è quasi identica al modello di produzione in versione S ma con una maggiore altezza da terra. Il motore è stato limitato a circa 400 CV per poter funzionare correttamente con la scarsa qualità del carburante reperibile in Africa.
Addirittura durante questo 2018 è possibile acquistare un modello all'asta guidato nel 1985 da René Metge e Dominique Lemoyne, con telaio numero 010015. Non arrivò al traguardo (quasi 600 i partenti quell'anno) per un guasto meccanico, così come gli altri due modelli. Prezzo? Giusto 2.5 milioni di euro.
Portarsi a casa anche un oro in questa competizione avrebbe consacrato la 959 a leggenda eterna dell'automotive e così Porsche decide di costruire la 961. Omologata IMSA GTX, la vettura aveva la possibilità di impiegare espedienti tecnici tali da renderla addirittura più interessante dei prototipi sul resto dello schieramento. Dalla vettura di serie rimanevano albero motore, bielle in titanio ed i pistoni. Il sistema di raffreddamento vedeva cilindri raffreddati ad aria e testate a liquido. La superficie interna dei cilindri fu realizzata in Nikasil, mentre le bielle erano in titanio. Il sistema di sovralimentazione era basato su turbocompressori KKK, a funzionamento parallelo.
Il debutto avviene alla 24 Ore di Le Mans del 1986, dove in qualifica ottiene il 26º tempo, ma in gara la sua regolarità gli permise di terminare la corsa in settima posizione assoluta, con un primo posto di classe, dietro a prototipi del calibro di Porsche 956 e 962. Purtroppo i problemi tecnici sorti in seguito hanno reso per Porsche molto difficile la vendita di questa vettura da competizione ai privati. La 961 ricompare alla 24 Ore di Le Mans del 1987, ma un incidente dopo 17 ore di gara, dovuto ad un errore di cambiata con conseguente grippaggio del motore, pone fine alla carriera agonistica di questa vettura.
Porsche
Corso Stati Uniti 35
35127 padova
(PD) - Italia
800 000 911
contatto@porsche.it
https://www.porsche.com/italy/
Porsche
Corso Stati Uniti 35
35127 padova
(PD) - Italia
800 000 911
contatto@porsche.it
https://www.porsche.com/italy/