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Madonna di Campiglio – In occasione della Winter Marathon 2014, che va in scena proprio in questi giorni a Madonna di Campiglio, abbiamo avuto occasione di incontrare Pietro Innocenti, Direttore Generale di Porsche Italia.
Con lui abbiamo parlato della manifestazione, che ogni anno raduna in Trentino tanti appassionati al volante di splendidi esemplari di auto d'epoca, ma anche delle Porsche Classic e delle serie limitate più affascinanti prodotte dalla Casa di Zuffenhasuen.
Come sono andate le vendite nel 2013 in Italia?
«Il 2013 è stato un anno molto duro. Il 2012 aveva il vantaggio di avere ancora un po’ il “vento in poppa” del 2011. Poi c’è stata l’introduzione del superbollo che ha dato una frenata brusca al mercato in solo pochi mesi. In ogni caso credo che possiamo essere comunque soddisfatti del lavoro svolto perché abbiamo rafforzato ulteriormente la nostra leadership di mercato. Del resto il marchio Porsche è di fatto i leader di mercato in tutti i segmenti: dalle sportive con la 911 – ma anche con Boxster e Cayman – fino a fasce di mercato completamente diverse che copriamo con Cayenne e Panamera. Abbiamo sfruttato tutto quello che è il potenziale che oggi il nostro mercato riesce ad esprimere. Un potenziale fortemente condizionato da una fiscalità opprimente, non solo per il superbollo in sé, ma anche per il tipo di controlli fiscali che ci sono stati.»
Ci sarà un'inversione di tendenza?
«Difficile dirlo. Senza dubbio però possiamo contare su una gamma prodotti straordinaria che presto si arricchirà con la nuova Macan. Siamo certi che la nostra nuova SUV ci farà fare un bel salto in avanti in termini di volumi di vendita, perché apre un mercato nel quale oggi non siamo presenti (SUV premium compatti), con un prodotto molto in linea con la filosofia del downsizing. Grazie a Macan crediamo quindi che quest’anno possa essere migliore del 2013».
Quanto è importante per Porsche partecipare da protagonista ad eventi come la Winter Marathon?
«Molto, anche dal punto di vista del business. Il mercato delle Porsche Classic infatti sta andando davvero molto bene. L’anno scorso abbiamo avuto una crescita superiore al 10% in questo segmento rispetto all’anno precedente e di questi tempi avere tassi di crescita a doppia cifra è sicuramente importante. Lo è in termini di business perché dietro ad un simile risultato si nascondono i lavori delle nostre officine e la vendita dei ricambi storici. Del resto c’è uno sviluppo complessivo della strategia classic da parte di Porsche AG e consequenzialmente anche da parte di Porsche Italia. Ma lo è anche però in funzione di un valore del marchio che attraverso questo tipo di eventi viene premiato, sviluppato ed enfatizzato com’è giusto che sia. Non essere presenti sarebbe secondo me un grosso errore».
“Le auto storiche tendono a rimanere in Italia, fortunatamente, e il loro valore aumenta sempre di più nel tempo”
Il numero dei collezionisti è stabile o è in aumento?
«A livello di macchine storiche non c’è stato quel fenomeno di “emorragia del parco circolante” che invece ha colpito le serie più recenti. Le auto storiche tendono a rimanere in Italia, fortunatamente, e il loro valore aumenta sempre di più nel tempo, per cui il collezionista ha sempre di più interesse a avvalersi della rete ufficiale e di avere non solo ricambi originali, ma anche i nostri servizi di certificazione, che sono molto importanti per garantire l’originalità delle vetture. Noi siamo stati presenti alla Fiera di Padova per comunicare ancora meglio tutto quello che offriamo in termini di servizi per il classic».
Che percentuale occupa il business del Classic?
«Oggi siamo intorno al 20% globale su tutto il comparto dell’after sales».
Il valore dello storico ha a che fare con il fatto che Porsche abbia mantenuto una riconoscibilità delle linee?
«Ci sono diverse ragioni che determinano il valore di una vettura storica. Il numero di pezzi prodotti ad esempio è molto importante, o se quel tipo di vettura ha un particolare significato storico per il marchio, per il tipo di innovazione, se è o meno una serie limitata, la conservazione, il restauro. Normalmente per vetture come le nostre si assiste ad una curva fisiologica del valore che scende immediatamente dopo l’uscita della produzione. In alcuni casi si verifica una flessione in termini di mantenimento e poi ricomincia a salire».
“Un prodotto come la 918, che ha un powertrain ibrido plug-in, ha una tecnologia molto diversa rispetto ad altre vetture prodotte in serie limitata”
Cosa offrite al cliente che cerca una Porsche d’epoca?
«Offriamo una certificazione che viene rilasciata dopo aver consultato gli archivi per verificare che la vettura sia del colore originale, che gli allestimenti non siano stati alterati, che i numeri dei motori e dei cambi siano quelli corretti. Verifichiamo insomma che quella sia la macchina che è uscita dalla fabbrica e che non abbia subito alterazioni particolari, che è una delle cose più importanti nel campo del collezionismo. Molti dei presenti alla Fiera dell’Auto e della Moto d’epoca di Padova esponevano i nostri certificati a garanzia del fatto che la vettura era certificata da Porsche Italia».
Parlando di collezionismo. Avete appena presentato la 918 Spyder. Che risposta c’è stata in Italia?
«Ci sono dei collezionisti che l’hanno già ordinata. Ce ne sono molti altri che sono lì “con la bava alla bocca”, ma per vari motivi che è facile intuire in questo momento ci stanno un attimo pensando con molta cautela. E’ anche vero che un prodotto come la 918, che ha un powertrain ibrido plug-in, ha una tecnologia molto diversa rispetto ad altre vetture prodotte in serie limitata. Per cui l’attesa è anche quella di chi la vuole vedere e provare».
La risposta alla nuova 911 Targa?
«Io francamente la considero la cabriolet più sexy che sia stata fatta negli ultimi 50 anni. E’ bella perché riprende lo stilema del fascione, del roll bar in alluminio spazzolato. E’ stupenda».
Porsche
Corso Stati Uniti 35
35127 padova
(PD) - Italia
800 000 911
contatto@porsche.it
https://www.porsche.com/italy/
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