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«Nessuno può obiettare che noi siamo stati tra i primi a puntare sul turbo. Ce lo abbiamo da 40 anni sulla 911. Del resto Porsche è da sempre un marchio concentrato sull'innovazione. Troppo spesso si pensa, a torto, che Porsche si sia fossilizzato sulla 911. Alcuni pensano che dopo l'arrivo del sei cilindri boxer raffreddato ad aria tutto sommato il tempo si sia fermato alla Porsche. Niente di più falso. Da allora abbiamo continuato ad evolverci e a cambiare».
L'innovazione è stata sempre al centro dello sviluppo in casa Porsche...
«Quando abbiamo lanciato la 911, dopo il successo della 356, ci furono giornalisti che scrissero che la Porsche era finita perché l'auto era troppo moderna. Poi abbiamo presentato la Turbo nel bel mezzo della crisi petrolifera perché pensavamo che la tecnologia di sovralimentazione permetteva di ridurre i consumi senza rinunciare alle prestazioni. Poi arrivò la 959, che di colpo stabilì nuovi standard tecnologici grazie alle rivoluzionarie sospensioni adattive e all'Intelligent All-Wheel Drive».
Cosa rappresenta per voi la Porsche 911 Turbo?
«Non abbiamo mai smesso di investire sull'innovazione. La nostra storia lo dimostra. Per questo la Turbo, a 40 anni di distanza, rimane per noi un simbolo eccezionale che testimonia l'attenzione per l'avanguardia tecnologica del marchio Porsche. Il nostro slogan è “Porsche Intelligent Performance”. Questo significa che noi vogliamo puntare sulla tecnologia, ma senza mai rinunciare alle prestazioni e al piacere di guida. Ancora oggi costruiamo vetture sportive che possono essere utilizzate tranquillamente tutti i giorni. Come la Turbo dove troviamo un motore a sei cilindri di cubatura relativamente ridotta (3.8 litri, ndr) che può competere a testa alta in termini di prestazioni perfino con i propulsori italiani più blasonati a dodici cilindri. Ecco di cosa è capace la nostra tecnologia Turbo».
Perché si dice spesso che la Porsche è un marchio per certi aspetti contradditorio?
«Porsche è un marchio che tiene insieme concetti apparentemente contraddittori. Porsche è tradizione ma anche innovazione. Porsche è la massima espressione delle performance ma produce automobili che al tempo stesso possono essere utilizzate tutti i giorni. La 911 Turbo è la massima espressione di questo universo di concetti, viene scelta dai clienti che scelgono la quintessenza dei valori incarnati dal marchio Porsche. Sono clienti che vogliono una supercar di razza, da guidare in pista ma anche tutti i giorni con le gomme invernali sotto la neve o mentre piove. La Turbo è pensata per un cliente che vuole conciliare due mondi diversi in un unica auto».
“Più del 70% delle Porsche prodotte nella storia sono ancora circolanti”
Porsche ha un'attenzione smisurata per il suo patrimonio storico viaggiante. Perché?
«Porsche ha un'attenzione particolare per le auto classic. Abbiamo persino una divisione che si occupa di riprodurre tutte le compenenti dei nostri precedenti modelli, compresi quelli più datati. Più del 70% delle Porsche prodotte nella storia sono ancora circolanti. Per noi è molto importante conoscere chi siano i nostri clienti per tenerli legati al nostro marchio. Per questo è importante dedicare attenzione al classic. Noi non vogliamo solo vendere un'auto e poi “chi si è visto, si è visto”. Noi vogliamo persone che vogliano rimanere nostri clienti per un'intera vita. Siamo in contatto con ciascuno dei nostri clienti, indipendentemente dal modello o dall'età della vettura».
Questo discorso vale senza dubbio per la 911. Ma come la mettiamo con le altre vetture della gamma?
«Quando è stata lanciata la Cayenne è stata subito accusata di non essere una vera Porsche. Oggi ha dimostrato di esserlo fino in fondo, è la SUV più sportiva del suo segmento, e nessuno si permetterebbe mai di mettere in dubbio la sua natura. È una vera sportiva, il SUV più veloce al Nurburgring, regala un piacere di guida da sportiva, ma permette di viaggiare con famiglia e cani al seguito. La prima generazione, con 450 CV, è una vera furia, regala accelerazioni devastanti. Tra dieci anni potrà diventare certamente un'auto classic».
Anche Boxster e Panamera?
«La Boxster è già oggi diventata un cult per gli appassionati, ma prendiamo in considerazione la Panamera. Un'auto unica. È una coupé ma allo stesso tempo una sedan. Offre quattro posti ma è una vera sportiva. Sembra di guidare una grande 911. Gira in meno di 8 minuti al 'Ring ma è perfetta anche per affrontare lunghissimi viaggi. Tra vent'anni sono sicuro che quest'auto diventerà un classic. La potremo mettere qui sullo stand [di Auto e Moto d'Epoca] e le persone si ricorderanno di lei. Amiamo ciascuno dei nostri “bambini” e tutti potranno diventare della auto classic».
“Tra dieci anni anche la Cayenne potrà diventare certamente un'auto classic”
Quanto pesa il Classic in Italia?
«Quello del classic per Porsche è un business davvero molto importante. Pensate che in Italia il 50% delle Porsche registrate sono modelli Classic. Stiamo parlando quindi di circa 35.000 vetture».
Ci saranno importanti novità per gli appassionati italiani, non è vero?
«Assolutamente sì. Porsche sta aprendo in Italia i primi due centri specializzati sui modelli classic. Uno sarà a Padova, l'altro a Milano. Per ora siamo ad un punto di partenza, ma molto probabilmente la presenza di questi centri si rafforzerà nel corso dei prossimi anni».
Porsche
Corso Stati Uniti 35
35127 padova
(PD) - Italia
800 000 911
contatto@porsche.it
https://www.porsche.com/italy/
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