Alfa Romeo, è pronto il nuovo Quadrifoglio per le Giulia e Stelvio restyling

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Il logo del Quadrifoglio di Alfa Romeo subisce un piccolo facelift, in attesa di apparire su un altro atteso restyling, quello delle Giulia e Stelvio Quadrifoglio
9 febbraio 2023

Le celebrazioni per il centenario dell'iconico Quadrifoglio di Alfa Romeo cominciano con una nuova versione del logo, nata dalla creatività del Centro Stile Alfa Romeo. Che, peraltro, ha firmato anche la splendida livrea dell'Alfa Romeo C43 di Formula 1. Rivisitazione in chiave moderna della versione storica, il nuovo Quadrifoglio viene proiettato nel futuro del marchio, che punta a reinventare la sportività nel ventunesimo secolo. Un'effigie così iconica non può essere stravolta, però. Ed è così che il Centro Stile ha scelto di dare un tocco cromatico contemporaneo, evolvendone il punto colore. 

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In particolare, quello dedicato al centenario del Quadrifoglio presenta la solidità e l’eleganza del logo storico evolvendone solo il punto colore. Un tocco cromatico contemporaneo, quindi, che rimanda al passato glorioso delle iconiche vetture e vittorie Alfa Romeo entrate nell’immaginario collettivo. Il nuovo Quadrifoglio starebbe benissimo sulle nuove Giulia e Stelvio restyling, di cui non sono ancora note le tempistiche di debutto. Sappiamo invece che il 25 giugno, nell'ambito dei festeggiamenti per il compleanno di Alfa Romeo, sarà organizzato il Quadrifoglio Day, con una parata di vetture Quadrifoglio e flashmob aperti a tutti i club Alfa Romeo.

Il Quadrifoglio vanta una lunghissima storia, cominciata il 15 aprile del 1923 alla Targa Florio. La prima vettura a ornarsi del Quadrifoglio fu la RL “Corsa" del pilota Ugo Sivocci, che vinse la XIV edizione della Targa Florio nel 1923, conquistando così il primo dei dieci allori del marchio in questa prestigiosa competizione. Poi, nel, 1925 il simbolo campeggiò sulla P2 di Brilli Peri, trionfatore del primo “Campionato Mondiale di corse automobilistiche”, il primo dei cinque titoli mondiali vinti dall’Alfa Romeo. Il Quadrifoglio fu protagonista da subito anche in F1, con Nino Farina e Juan Manuel Fangio trionfatori nel 1950 e nel 1951 con le Alfetta 158 e 159. Oltre alla F1, il logo fu vincente anche nel DTM nel 1993 e in altre categorie Turismo. Ma il Quadrifoglio non è solo ad appannaggio delle auto da corsa, ma anche delle vetture di produzione, fino ai giorni nostri.

Quello del Quadrifoglio non è l'unico anniversario importante del 2023. Autodelta, il famoso reparto corse di Settimo Milanese e la squadra di Carlo Chiti, festeggia il suo sessantesimo compleanno. La nascita di Autodelta risale al 5 marzo 1963, quando Carlo Chiti ed i fratelli Chizzola fondano una piccola società con sede a Feletto Umberto, vicino a Udine, con l'obiettivo di collaborare con Alfa Romeo nella costruzione della Giulia TZ, una compatta gran turismo disegnata da Zagato, realizzata su motore e meccanica della Giulia e dotata di un esclusivo telaio tubolare, da qui l'acronimo Tubolare Zagato. Di lì a poco, l'azienda diventò il Reparto Corse dell’Alfa Romeo, chiamato a gestire il rientro nelle competizioni dopo il ritiro dalla F1.

Dai capannoni di Settimo Milanese, Carlo Chiti diede vita ad alcune delle più famose Alfa Romeo da gara, tra cui la leggendaria Giulia Sprint GTA del 1965, che vinse tre “Challenge Europeo Marche” consecutivi, decine di campionati nazionali e centinaia di gare singole in ogni parte del mondo. Poi il salto nei prototipi, con le vittorie nella 24 ore di Daytona, alla 1000 km del Nurburgring, alla 500 km di Imola e alla 24 ore di Le Mans nel 1968. In seguito, Autodelta si occupò della gestione di tutti i programmi sportivi di Alfa Romeo, dal trofeo Alfasud alla Formula 1. Nel 1984 Carlo Chiti lasciò l'azienda e l’anno successivo l’Autodelta fu sciolta. L'Autodelta fu anche una palestra per dei grandi talenti, come Andrea De Adamich, Arturo Merzario, Andrea De Cesaris, Bruno Giacomelli, Giorgio Francia, ma anche Jochen Rindt, Jacky Ickx, Jean Pierre Jarier e Mario Andretti. Al 60° anniversario di Autodelta Alfa Romeo dedica inoltre, una conferenza di approfondimento al Museo di Arese il 5 marzo.

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