Non è mai troppo tardi per capire le elettriche S1E06: Nissan LEAF e BMW i3 alla carica

Non è mai troppo tardi per capire le elettriche S1E06: Nissan LEAF e BMW i3 alla carica
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Se è vero che il 2035 darà il via a una nuova golden age delle auto elettriche, il loro vero periodo d’oro appartiene – per il momento – al passato. E noi vogliamo cominciare proprio da lì: tutte le settimane ve ne raccontiamo la storia, le caratteristiche, la tecnica, vantaggi e svantaggi. Oggi si parla della risposta del mercato giapponese ed europeo a Tesla
13 agosto 2022

Il successo di Tesla, come abbiamo potuto leggere nello scorso episodio, ha dato il via a un processo di espansione del settore delle auto elettriche, contagiando sia il Vecchio Continente che il Giappone.

A cogliere la palla al balzo nel 2010 è stata Nissan, iniziando a produrre verso fine anno la LEAF, proposta poi mercato statunitense e giapponese a dicembre di quell’anno e in Canada e in alcuni stati europei l’anno successivo. Se pensate che il nome LEAF stia per foglia, vi sbagliate, nonostante possa sembrare un richiamo alla natura ecologica del mezzo, il nome della Nissan è un acronimo che sta per Leading, Environmentally friendly, Affordable, Family car, ovvero “auto familiare amica dell'ambiente economica ed accessibile”. 

L’idea era quella di offrire un’auto dalle linee non particolarmente rivoluzionarie, anzi, piuttosto di renderla forse un po’ banale ma che potesse dare un’idea di famigliarità al pubblico. Il tutto, chiaramente, tenendo ben a mente l’ottimizzazione della resistenza aerodinamica, come suggerisce la forma dei fari a LED e lo spoiler posteriore. Lo sapevate che, proprio all’interno dello spoiler, era possibile montare un pannello solare. Era un optional e collaborava alla ricarica della batteria da 24 kWh o, in alternativa (optional a pagamento) quella da 30 kWh.

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La prima versione, rimasta sul mercato dal 2010 fino al 2016, ha accolto due diversi motori durante il proprio ciclo di vita: fino al 2013 ha trovato posto un motore elettrico AC sincrono da 80 kW (109 CV), mentre successivamente è stato adottato un propulsore più moderno e leggero, anche se dotato di una coppia inferiore così da andare a migliorare l’efficienza e la durata nel tempo della batteria. Per ovviare al problema, anche se 254 Nm non erano affatto pochi, i tecnici nipponici hanno pensato di accorciare la trasmissione finale e di ridurre gli attriti.

Dopo anni di onorato servizio, la LEAF è stata pesantemente rinnovata per il MY 2017. Pur rimanendo di dimensioni molto simili al modello che l’ha preceduta, la nuova LEAF era realizzata con materiali di maggior pregio, tra cui un impiego maggiore di acciai alto resistenziali e uno schema a ruote indipendenti di tipo MacPherson all’anteriore.

Gli interni, così come gli esterni, hanno ricevuto con il nuovo modello dei tratti stilistici più simili agli altri modelli in gamma, come la Qashqai o la Micra. Se all’esterno le linee erano diventante più spigolose, con l’ormai nota calandra a V, all’interno Nissan le aveva iniettato parecchia tecnologia. Con il nuovo sistema fi infotainment, dotato di touchscreen da 7 pollici (8 pollici poi dal 2018), telecamera a 360 gradi, navigatore e Android Auto o Apple CarPlay.

La novità più grande, però, la si poteva trovare sotto al cofano il nuovo motore elettrico asincrono trifase. Rispetto al passato la cavalleria era stata portata a 150 CV e ben 320 Nm di coppia, mentre l’autonomia, grazie alla nuova batteria da 40 o 62 kWh, permette una percorrenza tra i 270 e i quasi 400 Km. La Nissan LEAF ha fama di essere un'auto robusta e affidabile, una reputazione che ha saputo conquistarsi anche grande all'elevato numero di esemplari in circolazione in tutto il mondo. Anche in Italia circolano delle Nissan LEAF con più di 200.000 km e uno stato di efficienza della batteria vicino all'80%. 

Dal 2017 a oggi gli aggiornamenti non sono stati corposi, solo un piccolo restyling a inizio 2022, ma nulla di troppo marcato anche perché già sappiamo che la LEAF non avrà una erede nel prossimo futuro, sostituita da modelli più grandi come la Nissan Ariya che ha la forma di un crossover.

Il futuro della best seller, che ha totalizzato più di mezzo milione di vendite e che si è accaparrata diversi premi internazionali, tra cui il Green Car Vision Award, l’European Car of the Year e il premio Auto dell'anno nel 2011, sembrerebbe essere condiviso con un altro modello che ha fatto la storia recente delle auto elettriche, la BMW i3.

Lanciata nel 2013 e frutto della matita del designer Richard Kim, la i3 è stata svelata per la prima volta in versione di concept car due anni prima, in occasione dell’International Motor Show e in occasione delle Olimpiadi estive di Londra nel 2012.

La produzione ha avuto il via a luglio 2013, con le prime consegne nel Regno Unito a novembre dello stesso anno. La prima versione della i3 pesava circa 1.200 kg, comprensivi dei 200 kg del pacco batterie da 22 kWh, poi aumentati a 33 kWh nel 2017 e a 42,2 con il MY 2019. Forse non tutti lo sanno, ma tra il 2014 e il 2016 la i3 fu realizzata anche nella versione con range extender, dotata di un motore endotermico da 647 cc a benzina che andava ad estendere l’autonomia, che affiancava quello elettrico da 125 kW.

La particolarità di questo modello, oltre all’impiego di materiali leggeri quali l’alluminio, il magnesio e la fibra di carbonio, è la presenza dei pannelli delle portiere realizzati con fibre ricavate dalla canapa, capaci di abbattere del 10% il peso di ciascuna portiera. Anche gli interni sono stati realizzati con materiali provenienti da fonti certificate e, comunque, a contenuto impatto ambientale.

Negli anni BMW non ha apportato grandi cambiamenti all’estetica dell’auto, con qualche leggero ritocco alla linea della carrozzeria e degli interni, mentre nel 2018 BMW ha optato per un incremento di potenza passando da 170 a 180 CV.

A seguito dell’introduzione della BMW iX1 e degli altri diversi modelli della famiglia i, la i3 non avrà un futuro, con la produzione che è cessata a giugno di quest’anno, segnando la chiusura di un capito fondamentale per BMW e per la mobilità elettrica più in generale. In un certo senso la i3, un modello rivoluzionario sia per i materiali sia per le forme (peculiare, ma non comodissima, l'apertura delle porte ad armadio) è nata sin troppo presto, avrebbe forse avuto un maggiore successo in tempi più recenti.

Tirando le somme, possiamo dire che il 2022, a seguito della decisione europea di commercializzare solamente auto elettriche a partire dal 2035, sia un anno chiave per quanto riguarda la mobilità. Di strada ce n’è ancora tanta da fare e i problemi che aspettano ancora una soluzione non sono pochi, a partire dallo smaltimento delle batterie, passando per l’autonomia e i tempi di ricarica.
L’aspetto positivo è che nei prossimi anni dovrebbe arrivare una forte spinta verso la ricerca, con conseguenti miglioramenti sensibili nelle aree più critiche.

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