Quando si dice auto “da sogno” la varietà è ampia, secondo i gusti, ma di certo la Wraith è sempre definibile tale. Si parla della Rolls-Royce più sportiva e veloce di sempre, una regina di tecnica e contenuti pregiati ma non solo per piacere dei passeggeri, come accade per altre vetture della Casa. Usa il V12 biturbo derivato BMW come la sorella Ghost II, con cui condivide gran parte dei sistemi, aggiungendo però prestazioni (oltre 630 i CV), personalità e feeling di guida. Pur essendo formalmente coupé a trazione posteriore, quattro posti, mantiene l’impatto tipico di una maestosa Rolls nei suoi 5,20 metri di ingombro, con l’imponenza di forme dai tratti decisi e portiere ad apertura controvento. La guida non è di quelle da vera sportiva, pur ultra-sicura e con ampia riserva di potenza (indicata sul cruscotto) ma è come detto “da sogno” ancor prima di muoversi grazie a interni curatissimi e avvolgenti, al contempo spaziosi e molto confortevoli. Oltre i tanti cavalli, erogati quasi dolcemente, ci poi sono ausili speciali come le sospensioni adattive e il cambio (otto rapporti) capace di conformarsi alle mutevoli esigenze alla strada grazie alla localizzazione satellitare. Da primato la necessaria precisione ed estensione di sensori e telecamere per manovrarla negli spazi angusti. Peso e onere dell’acquisto spariscono, potendo, più che comparati dal gusto della prima prova.
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Versione unica per il motore e i sistemi base, molto personalizzabile invece per dettagli estetici, finiture pregiatissime e qualche dotazione aggiuntiva alle già moltissime di serie, pagandone il salato prezzo (ad esempio il celebre tetto stellato, con fibre ottiche).
Difficile la valorizzazione, poiché ancor giovane è sempre molto apprezzata e numericamente limitata per decadere in valore. È anzi abbastanza richiesta in mercati “che possono” come parte degli USA, meno in altri come quello asiatico (solo perché votato maggiormente al target Rolls-Royce da passeggero). La sua manutenzione, nel tempo, va affidata solo a mani esperte.
Debutta sul mercato nel 2013 usando la base della Ghost, nata tre anni prima. Il nome (che in inglese, o meglio scozzese significa spirito o fantasma, analogamente ad altri usati da Rolls-Royce) deriva da quello di un vecchio modello prodotto nel biennio 1938 e 1939, la cui caratteristica era quella di essere fornito senza tutta la parte di estetica finale e quindi “carrozzato” a onere, prima ancora che a gusto, del cliente. Attesa prossimamente anche in versione aperta.
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