Tre lettere dal significato univoco e coerente all’indole della vettura, dal tedesco: Sportlich, Leicht e Kompakt, ovvero sportiva, leggera e compatta. Tre, come le punte del simbolo stellato sul frontale, come le altre Mercedes certo, ma qui sono a identificare una vettura unica e un po’ speciale, non per tutti, gradita soprattutto da chi ami stile unito a sportività in tono raffinato e immagine singolare, pur senza troppi sacrifici di comfort. L’attuale SLK è un riferimento per chi possa entrare nella fascia alta del suo genere, ma non gradisca gli estremi molto vistosi o impegnativi di alcune sue concorrenti parimenti blasonate, perlopiù connazionali. Supera le lacune della vecchia R171 incarnando in chiave contemporanea gli spunti azzeccati della gloriosa R170 e arricchendosi di molte caratteristiche d’avanguardia, come sono il Magic Sky Control e l’ Attention Assist, piuttosto alcuni particolari estetici derivanti dalla Mercedes SLS. Partendo da una cilindrata relativamente contenuta non espone a costi fissi esagerati, pur essendo esageratamente curata e fascinosa sui fronti di telaio e abitacolo. SLK non nasce come auto di servizio, o uso per puro e banale trasporto, ma più per gratificazione della bellezza che incontra i gusti del possessore: come per tutte le cose che piacciano, non si notano quindi i punti limitanti finché non utilizzate da un po’, perciò poco conta che non vi siano tutti i motori Euro6, o non si veda sempre benissimo a 360° quando seduti dentro. Il fattore bagagliaio è noto nella sua ristrettezza: solo 225 i litri disponibili se si debba “aprire”, ma ben 335 quando si viaggia chiusi.
Il metodo corretto di giudizio per questa due posti si basa su un solo parametro utile: il proprio gusto, tecnicamente coerente o puramente irrazionale che sia. I puristi del genere non accettano ancora del tutto l’avere gasolio ad alimentare il fattore propulsivo su una bella e non certo economica roadster d’indiscusso fascino, che si guida con capelli al vento e orecchie sintonizzate sui giri motore, grazie a un tetto retrattile che, volendo, può essere in cristallo. La più esclusiva sotto ogni punto di vista è la versione AMG, che combina il motore 8 cilindri a V con tutto quanto fornibile dalla Casa, in termini di ausili elettronici come di finiture, a un prezzo che però “doppia” quello della versione d’ingresso gamma. Già con la 200, pur senza cambio automatico 7G-Tronic Plus e assetto sportivo assistito, si ha il feeling unico della trazione posteriore con motore anteriore. Sono molte le possibilità di gratificazione, con le innovative doti degli allestimenti combinate agli optional includibili nei molti pacchetti proposti: tante e varie per cui poco si vedono eventuali punti migliorabili, anche sul fronte sicurezza (lacuna questa ormai sbiadita rispetto alle precedenti serie). Le attuali 200 o 250, con il motore 4 cilindri, sono già ben dotate in quanto a potenza e prestazioni, oltretutto con sovralimentazione a turbina, anziché con compressore come era in passato. Per sonorità più raffinate ed erogazioni pastose, ci sono poi i sei cilindri della 350, mentre per vivere quello che per molti rimane raro sogno, piuttosto che far sognare più spesso chi possa vedere simile realtà solo dall’esterno, ci sono gli 8 cilindri 5500 della AMG.
A livello d’investimento, anche qualora invecchi, la struttura e l’immagine SLK non rendono mai quest’auto totalmente fuori moda e il mercato dell’usato tiene sempre un livello minimo di valore per questa due posti apribile. Il teorico ramo d’iperbole della quotazione scende non poco alla lunga, specialmente per le motorizzazioni più esagerate, arrivando a livelli molto popolari rispetto alla nicchia di quando nuova. Anche qualora uscita di produzione non tende però mai a divenire, come altre vetture di medesimo marchio, adatta per essere condivisa e farvi salire indistintamente chiunque. Tecnicamente, sulle R170 sono da tenere d’occhio la precisione dei leverismi comando della capote, come anche l’attuazione elettronica del compressore volumetrico; solo alla lunga non va scordata l’efficienza della catena distribuzione, piuttosto che la pompa carburante se amiate silenziosità e piena efficienza. Per la R171 poche e rare criticità, come ai radiatori clima delle prime uscite, se maltrattati.
La nuova R172 in vendita dal 2011 è degna erede della mitica R170 che nel 1996 stupì tutti aprendo il proprio abitacolo e trasformandosi da coupé in cabriolet in meno di trenta secondi (finché non aveva banali guasti di regolazione, che con gli anni potevano anche capitare e qualcuno usava per lucrare su ignari possessori). Non è mai stata reputata, giustamente, una pura sportiva nemmeno con le motorizzazioni più spinte, ma con SLK Mercedes ha aperto un filone importante, piacendo oltretutto anche a parte del pubblico femminile. L’ingresso sul mercato è avvenuto in sostituzione della precedente R171, la meno riuscita delle tre SLK prodotte, non certo per difetti o limiti reali, ma solo perché pur degnamente diffusa sul mercato, non ha svettato tra amanti del genere quanto chi la ha preceduta, rispetto a una concorrenza che si era nel frattempo svegliata.
Soprattutto le serie precedenti, sono state oggetto di varie e ricche personalizzazioni firmate dai maggiori operatori tuning, in gran parte estetiche e che hanno trovato spazio nei saloni e per le capitali di tutto il mondo. L’immagine SLK più diffusa è comunque quella classica stradale, più di quella in pista, nonostante il forte richiamo sportivo e l’indubbia sensazione forte alla guida, regalata da compattezza e trazione posteriore. Le apparizioni in gara più note al grande pubblico di una SLK, sono verosimilmente quelle nel ruolo di Safety Car donatogli da parte della FIA, in alcune stagioni passate della F1.
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