Ancor moderna sotto tutti i punti di vista e disponibile in varianti Euro4 oppure Euro5, con SLK R171 si possiede un’ottima ed elegante due posti apribile, di linea sportiveggiante ma senza estremi, se non graditi, quindi abbastanza flessibile nell’utilizzo, al netto del limite dei due posti e del bagagliaio contenuto. Le tre lettere hanno significato univoco e coerente all’indole della vettura, dal tedesco: Sportlich, Leicht e Kompakt, ovvero sportiva, leggera e compatta. Gradita da chi ami stile unito a sportività in tono raffinato e immagine singolare, pur senza troppi sacrifici di comfort rispetto a certe concorrenti più “sacrificate”. Rimane un riferimento per chi possa entrare nella fascia del suo genere, ma non gradisca elementi vistosi o impegnativi di alcune concorrenti parimenti blasonate, perlopiù connazionali. È un bel salto di contenuti, specie elettronici, rispetto alla più iconica ma molto semplice R170, grazie a un abitacolo moderno e completo, il controllo di stabilità e volendo una trasmissione automatica prestante. Partendo da una cilindrata contenuta, 1800cc, non espone a costi fissi esagerati, pur essendo curata e fascinosa sui fronti di telaio e abitacolo, almeno ai tempi del debutto. Non auto di famiglia ma nemmeno per forza seconda auto, finché si sia massimo in due e come per tutte le cose che piacciano, non si notino i punti limitanti come visibilità e poca attitudine alla prestazione su neve o ghiaccio.
Il metodo di giudizio migliore per la scelta per un’auto che potrebbe essere uno sfizio tolto quando la quotazione è divenuta agevole, è il proprio gusto, coerente o meno che sia. La più esclusiva sotto ogni punto di vista fu la versione AMG, che combina il motore otto cilindri a V 5500 con quanto meglio di fornibile ai tempi dalla Casa, in termini di ausili elettronici come di finiture, a un prezzo che però tende a “doppiare” quello della versione d’ingresso gamma (inteso anche a livello di consumi e possibili manutenzioni) e una fruibilità oggettivamente non ottimale in città. Già con la 200 (sia 163 sia 184 CV), pur senza cambio automatico e assetto sportivo si ha il feeling unico della trazione posteriore con motore anteriore. Da valutare con piacere non solo il buon 7G-Tronic ma i vari optional includibili nei pacchetti proposti ai tempi (es. riscaldamento e areazione sedili), o meglio ancora le versioni entrate a listino dopo il restyling del 2008, differenziate anche nei dettagli di finitura interna abitacolo. Con il motore quattro cilindri si va molto bene in quanto a potenza e prestazioni, grazie al compressore, mantenendo consumi “medi” sotto gli 8 l/100km se si faccia poca città con piede leggero. Per sonorità più raffinate ed erogazioni pastose, ci sono poi i sei cilindri della 350, affiancata dalla più equilibrata 280.
A livello d’investimento, anche qualora invecchi, struttura e immagine non rendono mai SLK totalmente fuori moda e il mercato dell’usato tiene sempre un livello minimo di valore per questa due posti apribile. Il teorico ramo d’iperbole della quotazione scende non poco, specialmente per le motorizzazioni più esagerate, arrivando a livelli molto popolari rispetto alla nicchia di quando nuova. 200 Kompressor è la più diffusa e rivendibile, meglio se post-restyling, in versione Euro5, più deprezzate invece tutte le sei cilindri o la AMG. Le manutenzioni non sono differenti da una normale berlina Mercedes e tecnicamente, sulle R171 non si sono manifestate particolari pecche, salvo rari casi per i radiatori clima delle prime uscite, se maltrattati o alla lunga manutenzioni straordinarie possibili, come la pompa carburante (qui impegnativa rispetto alla ben più rumorosa ma anche semplice R170, per tipologia e posizionamento).
La R171 in vendita dal 2004 al 2010 è la seconda generazione SLK, erede della mitica R170 che nel 1996 stupì tutti aprendo sia il proprio abitacolo per trasformarsi da coupé in cabriolet in meno di trenta secondi, sia un filone seguito anche da altri costruttori. Non è mai stata reputata, giustamente, una pura sportiva nemmeno con le motorizzazioni più spinte, piacendo oltretutto anche a parte del pubblico femminile. Pur innovativa nei contenuti elettronici rispetto alla precedente, quindi più sicura alla guida e anche popolare numericamente rispetto alla successiva R172, per qualcuno è la meno riuscita delle tre SLK prodotte, non per difetti o limiti reali, ma solo perché non ha svettato tra amanti del genere rispetto a una concorrenza che si era nel frattempo svegliata e differenziata. Tecnicamente mantiene l’impostazione motore anteriore con trazione posteriore, sei o sette rapporti e motori solo a benzina, con dotazioni e sistemi condivisi con altre Mercedes (Classe C ad esempio) solo parzialmente. Oggetto di varie e ricche personalizzazioni firmate dai maggiori operatori tuning, in gran parte estetiche e che hanno trovato spazio in saloni e capitali di tutto il mondo, l’immagine SLK più diffusa è comunque quella classica stradale, più di quella in pista, nonostante il richiamo sportivo (frontale vagamente ispirato a delle monoposto che al tempo usavano motori Mercedes). Le apparizioni in gara più note al grande pubblico di una SLK, sono quelle nel ruolo di Safety Car donatogli da parte della FIA, in alcune stagioni passate della F1.
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