Forse la meno “forte” esteticamente e nell’impatto generale, rispetto alla usualmente molto personale gamma Citroen, C5 Tourer conserva un’impronta francese e propria ma soprattutto quella della classica vettura europea di segmento D, con l’ultima edizione (datata 2012) orientata alla fascia più alta dello stesso. Nello stile ci sono dettagli curati, fuori quanto dentro l’abitacolo, inseriti dentro forme genericamente ordinarie. Lo spazio vivibile è buono (dovuto anche ai 4,83 metri in lunghezza) con prestazioni nella media e sistemi di assistenza alla guida discrete, ma non sul fronte dell’innovazione. Non delle più brillanti e dirette nel feeling di guida, punta maggiormente al comfort, per il quale si distingue positivamente. Familiare, di soli cinque centimetri più lunga rispetto alla berlina, che offre bagagliaio ben adeguato.
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Sul fronte motoristico al momento in Italia venduti solo i diesel, le cui cubature di accesso sono poco brillanti con la massa della C5 e non si abbinano al cambio automatico. In ogni caso le recenti versioni microibride e-HDI sono volte a recuperare l’energia in ottica consumi. Da considerare tra le possibili dotazioni le sospensioni Idrattiva III+ e potendo l’allestimento top, che riempie la C5 dei sistemi consoni alla fascia alta del segmento. Pensando “in grande” la CrossTourer improntata al possibile fuoristrada è quella nel complesso più dotata ed esteticamente poco incattivita rispetto alle sorelle: non ha però la trazione integrale.
Diffusa maggiormente in Italia con motori diesel e carrozzeria familiare, per discreta parte con trasmissione automatica, la C5 negli anni non ha manifestato grosse problematiche tecniche pur dotata di alcuni sistemi “tutti suoi” come altre vetture francesi di fascia medio alta, parzialmente vincolanti alla rete d’assistenza ufficiale. La relativamente contenuta popolarità incide negativamente sulle quotazioni, che già nel medio termine divengono quasi popolari per una berlina comunque di buona fattura, solidità e dotazione. Occhio solo all’usura generale, delle percorrenze elevate tipiche nel segmento, con qualche possibile manutenzione straordinaria per l’impianto FAP.
La Citroen C5 nasce all'inizio del nuovo millennio, in sostituzione del modello Xantia e parzialmente anche della più grande XM, inaugurando la nuova denominazione Citroen fatta da singola lettera e numero. La prima serie, modello X40, debuttò inizialmente solo in versione berlina e secondariamente arrivò la station wagon denominata Break. C5 si caratterizza per uno stile ben più raffinato e lussuoso, oltre che per le dimensioni generose, rispetto a chi la precedeva. Tra le caratteristiche di rilievo la disponibilità delle sospensioni idropneumatiche tipiche della Casa francese, mentre i motori erano di cubatura media, a partire dal 1800cc benzina aspirato e tutti al passo con i tempi, i diesel anche portatori dell’implementazione anticipata del FAP. Nel 2004 il primo restyling, con l’uso di nuovi motori, tra i quali il 1600 HDi e una nuova trasmissione automatica. La seconda generazione C5 arriva nel 2008, più raffinata e al contempo dall'immagine più dinamica. La familiare viene denominata Tourer e si punta alla fascia premium del segmento D. In seguito sono introdotti nuovi motori condivisi esternamente al gruppo PSA, tra cui il potente V6 3000 HDi, “imparentato” con il gruppo Ford, mentre sul fronte benzina si punta al downsizing con il nuovo 1600 turbo THP, presente anche sulle Mini. Recente l’introduzione della variante Crosstourer per la familiare. Solamente per alcuni mercati asiatici, come quello (importante) cinese, la C5 presenta sin dalla nascita delle piccole differenze non solo di finitura e dettaglio estetico, ma anche motoristiche, a parità di pianale e carrozzeria.
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