Francese che incarna meno dei suoi connazionali umani il temperamento tipico di chi proviene dal cosiddetto Hexagone, in quanto è facilmente adattabile oltre che accogliente, per gli svariati generi di automobilista che la vogliano approcciare. C4 è nella sua ultima versione tra le più accattivanti del segmento C a livello Europa, per equilibrio, senza posizionarsi al top in quanto a lusso, o prestazioni. Ha smussato gli usuali estremi stilistici della Casa, in voga nel passato, divenendo oggi una vettura che può mediamente piacere a molti in quanto a estetica, è anche ben equilibrata sul fronte meccanico. Sulla carta è declinabile in molte versioni, per configurazione di carrozzeria.
Si trovano solo motorizzazioni classiche, benzina o gasolio, ma valide in rapporto tra prestazioni e consumi. Per i neopatentati, pur se non sia una semplice o economica utilitaria come nemmeno una sfiziosa riservata ai figli di papà, esiste comunque in versione di potenza adeguata. Non è disponibile invece quella ultra sportiva come in passato, per gli smanettoni che devono pensare ora alla serie DS. Pienamente gradita quindi all’automobilista medio, C4 con il classico 1.6 diesel nella variante preferita (e-HDI col recupero energia e risparmio sul gasolio), è ottima vettura per coppie o famiglie non numerose, grazie anche a un buon bagagliaio. Inutile pensare di farci le corse, tantomeno col cambio automatico, semmai fra i tre allestimenti, di cui uni dedicato al mondo del lavoro, per avere percezione di ricchezza o dotazione al top, serve andare su quello più ricco, non proprio a buon mercato, ma valido.
Tante le C4 prima serie presenti sul fronte dell’usato, soprattutto nella motorizzazione 1600 HDI, un vero classico per le francesi di questi anni. Attenzione sulle più vecchie alle manutenzioni fai da te, a non dimenticare alcune alimentazioni batteria pericolosamente esposte, in vano motore (a fare il danno si fa presto, con l’elettronica). La seconda serie ha buona tenuta di valore il primo anno, non è poi indenne dal comune deprezzamento attuale complici le promozioni della rete sul nuovo.
Nel 2004 C4 prende il posto della Xsara, mettendo in strada quasi un secolo dopo il medesimo nome di una vecchia Citroen di fine anni Venti. Condivide con la Peugeot 307 del tempo pianale e tutti i sistemi autoveicolistici celati dietro la carrozzeria, perdendo qualche chicca tipica nel passato per le vetture della Casa, almeno a livello di sistema sospensioni, ma ha un design molto originale che le frutta alcuni riconoscimenti internazionali (2° in classifica come Auto dell’anno). Nel 2005 arriva la coupè e nel 2006 l’apprezzata versione MPV, Picasso. Dal 2009 sotto il cofano compare il nuovo motore condiviso con la Mini, un 1.6 benzina sovralimentato. Per il 2010 a Parigi la Casa presenta la nuova generazione C4, poco più grande e prevista in sola configurazione cinque porte, con uno stile ancor grintoso ma parimenti più coerente ai gusti medi. Ottenute le cinque stelle per la sicurezza, si manifesta anche il target ecologico con la prima microibrida a recupero di energia. Diverse, più che speciali, sono le vetture prodotte per il mercato asiatico e dell’America latina, dove con alcune partnership PSA fa debuttare la berlina C-Triomphe, poi divenuta C-Quatre e la C-Elysée; queste varianti sono realizzate presso stabilimenti locali con finiture diverse da quelle per l'Europa. Sul fronte delle competizioni, pur con qualche vicissitudine politica, è tra i migliori in assoluto il ruolo esercitato dalla C4 nei rally. La versione WRC vince a ripetizione gare e titoli, sia costruttori sia piloti, grazie al fenomeno Sebastien Loeb che conquista quattro titoli di fila. Per sola esibizione, è persino comparsa nel 2008 una C4 WRC a propulsione ibrida.
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