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Solo all'ultimo Paolo Andreucci ha confermato di rimanere nell'orbita Peugeot Sport anche per il 2019 e di non andare per altri lidi, a correre lottando ancora in una stagione del Campionato Italiano Rally, quello che l'ha visto vincente alla grande nell’ultimo decennio.
Dopo undici titoli e qualche pensiero sul da farsi, il casco al chiodo? “Mancavano gli stimoli giusti, cercavo davvero qualcosa di nuovo che mi permettesse di trovare una volontà e una prospettiva – spiega Andreucci - questa di Peugeot Competition è la migliore soluzione, quella che mi fa guardare non sono a quest'anno con la volontà di aiutare i giovani dei Trofei, ma anche al futuro a medio e chissà, forse, anche lungo termine”.
Le allusioni sono a una nuova dimensione fuori dall’abitacolo, ma non crediate che Paolo abbia davvero smesso definitivamente, con le corse. È un Andreucci sorridente, che mette da parte tutte le discussioni accese, talvolta solo mediaticamente, durante l’inverno. Quelle che lo volevano in rotta con qualcuno o sposato a qualcun altro. Ora è diventato testimonial del marchio e tutor, o coach che dir su voglia, per le promesse che vestono i colori Peugeot nei rally italiani. Andreucci testimonial si vede bene, come spalla a Stefano Accorsi, ma è più motivato nel ruolo di squadra, una squadra che prova a fare crescere i giovani come sempre è stato per il Leone. Da quaranta anni a questa parte con i Trofei Peugeot in Italia, per cui la prospettiva di continuare è buona, ma….
Ma il casco al chiodo, per davvero, quello no. “È una condizione che ho voluto mantenere nel nostro accordo, la possibilità di correre ancora. Non so bene dove e come, ma di sicuro rimetterò la tuta quest’anno. Anche perché per aiutare i giovani, non devi essere totalmente fuori allenamento e fuori dall’abitacolo”.
Quali gare? “Non è ancora detto, quella di casa no, ormai”.
Qualche comparsata nel mondiale? “Beh il mondiale sicuramente quello interessa, però è tutto ancora da definire. Piacerebbe farne almeno una di presenza”.
Noi aggiungiamo quale: in Italia c'è Il Sardegna però a Paolo non dispiacciono certo eventi molto caratteristici, come il Mille laghi o il RAC, nel nord Europa. Nel frattempo Andreucci, che non è detto quando ritorni in pista, abbia un nuovo navigatore, deve impegnarsi a dare una mano a questi giovani che sono in gara con la 208 ufficiale.
La coppia vincente del Trofeo 2018, passata ora di grado, è quella Tommaso Ciuffi – Nicolò Gonella. La soddisfazione di essere nell'orbita di una grande Casa, con il piccolo grande peso di dovere vincere, ce la raccontano nell'intervista proposta in video, su questa pagina.
“Sono contentissimo dell'opportunità che mi ha dato Peugeot – dice il 25enne Ciuffi, toscano come Andreucci - e vedremo di fare bene perché la macchina (208 R2B) è buona e con Nicolò c'è molta intesa. Lui conta davvero tanto, è il 55% di quello che c'è in macchina per aiutarmi”.
Sono queste belle parole prima umane che di altro, quelle che piace sentire dai giovani nel Motorsport, anche se sotto contratto a una Casa. Anche se quelli della Casa, abituati a vincere otto titoli insieme al vecchio Andreucci, non ammettono mezze misure: obiettivo il titolo Tricolore due ruote motrici. Parole semplici e un po' distanti da quelle dei paddock per le ruote scoperte, le monoposto leggere ma pesanti di interessi milionari, che girano in tutto il mondo riferendosi alla F1. Qui invece parliamo di Italia, di Campionato Italiano Rally, anche se l'ala protettiva che supporta i giovani nello specifico è più una zampa, quella del leone francese di Peugeot.
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