CIR 2015. Rally del Ciocco e Valle del Serchio: il briefing di…Andreussi!

CIR 2015. Rally del Ciocco e Valle del Serchio: il briefing di…Andreussi!
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Ricomincia l'italiano rally 2015 con un Ciocco completamente rinnovato. Di questo e di molto altro ne abbiamo con Anna Andreussi, che con Paolo Andreucci difende il titolo conquistato nel 2014 | <i>P.Batini</i> |
20 marzo 2015
Il Ciocco, 21 Marzo. Inutile che siamo noi a ricordarlo. Il numero 1 che compare sulle fiancate della 208 T16 è perfezione della sintesi. “Più sintetico e esauriente di un “uno” c’è solo il “punto”. L’UNO in questione esprime l’apoteosi della stagione trionfale di Peugeot Sport Italia al CIR 2014, del suo Equipaggio, e i contorni di una storia vincente proiettata con la forza di un’onda nel Campionato 2015 che inizia dal Ciocco.
 
Quel numero 1 significa mettere in palio il Titolo per l’ottava volta, essere determinati a difenderlo, e avere un compito che non contempla traguardi parziali. È una responsabilità, naturalmente, il piacere di fare bene un “lavoro”, e lo stimolo di una nuova sfida lanciata e accettata con la convinzione di poterla vincere. Altrimenti tanto valeva lasciare il Titolo appeso al muro della casa di Castelnuovo di Garfagnana, accanto agli altri sette.
 
Non sarà un “lavoro” facile, questo è sicuro, non una routine e tutt’altro che scontato. La concorrenza infiamma il Rally del Ciocco e Valle del Serchio sin dalla vigilia, anche per questo. Si presenta aumentata e affilata, pronta ad affrontare un Ciocco “gigante”.

Ciocco 2015? Meravigliosa incertezza!

Gli Organizzatori, in luogo di cavalcare l’onda e riproporre una formula collaudata e sicura, ne hanno fatto una piccola Olimpiade del Rally, rinnovando le prove, estendendole, completandole per rendere l’intero appuntamento una grande antologia della Specialità. Molto coraggio, passione spropositata e nessun imbarazzo nell’affrontare i rischi di una sfida che si sposta su un livello più alto.
 
14 prove speciali, 12 soltanto al sabato, per un totale di quasi 150 chilometri cronometrati su un complessivo di oltre 600, 91 equipaggi al via, nove aspiranti al Titolo assoluto, quattro per il Produzione, una caterva di giovani all’assalto della Junior, il richiamo di “vecchi” leoni con un pò di ruggine sulla scorza della classe. E sulla carta? Tanta, meravigliosa incertezza!
paolo andreucci cir 2015 (7)
Paolo Andreucci e Anna Andreussi a bordo della loro Peugeot 208 T16

Il Ciocco di Anna Andreussi. Ecco cosa ci ha detto

Quel signore meccanico che fa scattare la dinamometrica sul bullone delle ruote della 208 T16 è Campione Italiano. Sono Campioni Italiani Fabrizio Fabbri dei Racing Lions, suo figlio Michele, Carlo e “Ambu”, Eugenio e tutta la scala “gerarchica” fino a Paolo Andreucci, ma solo se il suo nome è associato indissolubilmente a quello di Anna Andreussi che siede alla destra del dio. Il suo dio. Per questo è ora di pari opportunità, e il briefing pre-Ciocco, appena finito lo shake down di Seravezza, è di Anna Andreussi.
 
Dunque Rally-Olimpiade, Rally di Casa, Rally senza dubbio difficile. Riassumiamo…
Anna Andreussi. “Prima di tutto, il Ciocco è sempre stato un Rally con basso coefficiente di grip. Perché si corre a marzo, c’è ancora sale sull’asfalto, e i residui trasportati dal disgelo, e il “grano” stesso dell’asfalto è piuttosto fine. Ecco che sul primo giro chi parte davanti è un po’ svantaggiato. Un po’ come succede sulla terra, sottosterzo e la necessità di gestire una gomma più morbida in luogo di una più dura che avrebbe ancor meno grip. Con sei prove di fila senza cambi, poi, c’è anche da tenere in attento conto l’usura, e dunque la prima difficoltà per i Piloti è la scelta del… compromesso vincente e la capacità di gestire i cambi.”

Il Ciocco mi piace moltissimo perché non si sale molto, si attraversano i Paesi e si corre su strade normalmente trafficate, quindi con molto pubblico

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Come definiresti il Ciocco dal punto di vista tecnico generale?
AA. “Il Ciocco può essere definito un Rally “medio-lento”, un po’ come il Sanremo o le gare alpine. A me piace moltissimo perché non si sale molto, si attraversano i Paesi e si corre su strade normalmente trafficate, quindi con molto pubblico. Quest’anno restano due prove uguali a quelle dello scorso anno, tutte le altre hanno cambiato. Abbiamo addirittura scritto delle note, il che è una cosa “strana” per Paolo che su queste strade corre da vent’anni. Devo dire che il Rally si annuncia molto bello. A me, così piace molto. Forse più “duro” da seguire per il pubblico, rispetto allo scorso anno, ma le prove sono più belle.”
 
 
 

La prima gara in casa. Non è la prima volta, certo, ma mi chiedo se ancora influisce sul vostro atteggiamento emotivo nei confronti del Rally.

AA. “Diciamo subito che quando giochi in casa sei avvantaggiato. Ma diciamo anche che quando corriamo a Udine, io sono effettivamente un po’ più tesa. Paolo, invece, ha un carattere più freddo, e riesce sempre a separare i due aspetti. L’ho visto emozionato, sì, sul Palco della sua Città, a Castelnuovo, ma quando si mette il casco e finché è in gara non sente tensioni diverse da quelle specificamente della sua corsa. Io invece sì.”
 
Che margine di errore può permettersi un navigatore?
AA. “Il lavoro del navigatore è difficilissimo, perché può solo sbagliare. O meglio, è sotto riflettori quando sbaglia. Qui al Ciocco, inoltre, solo sabato ci sono 12 prove speciali e molti controlli orari, quindi devi tenere sempre alto il canale di attenzione oltre che sulle note anche sul tempo. Per quanto riguarda il margine di errore, sono importanti quelli più grossolani, come per esempio girare insieme due pagine del road book, e ritrovarsi in una nota che non è quella giusta. È  importante la precisione, ma anche il ritmo dello scandire delle note."

Il lavoro del navigatore è difficilissimo, perché può solo sbagliare. O meglio, è sotto riflettori quando sbaglia

 
"Può capitare di essere in anticipo, per esempio, e quando arriva la curva il Pilota non la “sente” perché gliel’hai detta molto prima, o in ritardo, e lo costringi a una reazione improvvisa. Diciamo che il margine si può quantificare dicendo che in una gara completa può capitare di non trovare il ritmo giusto in una PS. C’è da dire che trovare il ritmo dipende anche dal Pilota, dal fatto cioè che guidi bene o non troppo. Se capita che è indeciso allora è più facile che il navigatore perda il ritmo. In generale, quindi, più il Pilota guida bene e la macchina è fluida, e più il lavoro del navigatore è facile."
giandomenico basso
La Ford Fiesta R5 a GPL di Basso sarà l'avversaria da battere anche quest'anno
 
Avete fatto un buon lavoro invernale? Siete soddisfatti? Vigilia del Ciocco serena?
AA. “Un buon lavoro e siamo molto soddisfatti, ma la vigilia di questa prima gara è un po’ disturbata. Meglio tenere le spiegazioni e le motivazioni per il fine gara, ma diciamo che ci sono stati dei cambiamenti dell’ultimo minuto che non ci sono piaciuti, soprattutto per il modo con cui sono stati imposti. Ma spettiamo di finire la gara, di valutare attentamente, e poi magari diremo anche la nostra.”
 
Quindi Paolo parte “disturbato”?
AA. “Se avverte un problema, quando torna a casa Paolo mi racconta i fatti e esprime il suo giudizio, ma subito dopo mi chiede cosa c’è per cena e smette di pensarci. E poi te l’ho detto, quando si mette il casco…
 
Piero Batini
 

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