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Sanremo - Sanremo numero 62. Gli organizzatori hanno raccolto e riunito la storia dell’avventura del Rally a Sanremo e… rifatto i conti delle edizioni che precedono la seconda prova dell’Italiano Rally, in programma nei giorni 10 e 11 Aprile. Dopo il “lancio” de Ciocco, il CIR trova sulla costiera ligure un altro prezioso “regalo” al torneo nazionale, che si fa lustro di un’altra vera e propria, e non meno appassionata impresa organizzativa.
Questa è la volta di Sergio Maiga e del sodalizio che, ancora una volta, non si risparmia per trasformare il Rally della Città dei Fiori in un potente magnete capace di attirare tutti i grandi elementi della specialità. Giorni di vigilia, e di ricognizioni, sulla base delle quali Anna Andreussi trae le conclusioni preliminari che diventano essenziali per stilare il nostro tradizionale pre-briefing. Il Tempo è buono, e ci sono forti probabilità che “tenga” almeno fino alla conclusione della gara. Ma è l’unica garanzia di “costante” in un panorama di avvincenti variabili.
Anna Andreussi. Buongiorno. Ed è proprio un buon giorno. Fa freddo ma il sole splende. Ritroveremo un Sanremo che, soprattutto per quanto riguarda la prima tappa, è in formato “classico”, compreso il prologo del pomeriggio del venerdì e la ronde in notturna che conclude la prima lunga giornata di gara. L’anno scorso avevano invertito il senso di alcune prove, quest’anno torniamo alle versioni originali. Domenica, invece, correremo su una prova che non si disputava da anni e sulla Vignai, che è una “classica” della memoria Mondiale. È un Sanremo la cui formula mi piace molto.
Paolo tranquillo? Sembrava non troppo favorevole alla lunga notturna della Ronde…
«Paolo è tranquillo e si gode le strade del Rally in ricognizione sotto questo bel sole. No, non è che non è favorevole alla Ronde. Semplicemente, si limita a tracciarne i pregi ma anche i difetti. La sua opinione è che le prove lunghe mettono sotto stress i freni, le gomme, le meccaniche, e di conseguenza, con le discese che abbiamo al Sanremo e con il fatto che si corre di notte, lo stress incide in qualche forma anche sull’organizzazione e sulla sicurezza».
La Ronde è anche la prova tecnicamente più difficile?
«Sì, certamente. È molto impegnativa, per la guida e per le meccaniche, a causa della sua lunghezza, della conformazione, dell’asfalto e della morfologia del territorio. Altrettanto certamente, però, è una gran bella palestra di guida».
Concorrenza agguerrita?
«Sicuramente. Il Campionato, come già l’anno scorso, sarà bello e lottato fino all’ultima gara. In più quest’anno, c’è Perico che è partito molto bene e che può diventare un bel “pretendente”. Poi ci sono Caldani, Michelini, altri attori che possono mettere un po’ di pepe. Soprattutto in presenza di imprevisti, come quelli capitati a noi al Ciocco, e con il nuovo sistema di attribuzione dei punteggi, che permette ai concorrenti non iscritti all’Italiano di “togliere” punti a chi invece lo è, e diventarne ago della bilancia».
Immaginate l’affluenza di spettatori che potrebbe avere il Sanremo se tornasse ai fasti del Mondiale!
L’arrivo del “Francese”, di Sebastien Chardonnet, è uno stimolo in più?
«Penso che lo sia soprattutto per lui. Noi lo guarderemo con attenzione, è giovane e promettente. Direi che la sua scelta di correre nell’Italiano dimostra che il nostro Campionato può essere considerato un ottimo banco di prova per aspirare a militare poi nell’Europeo o nel Mondiale. In Italia, soprattutto nei Rally su asfalto, c’è veramente di tutto, e penso che Chardonnet abbia fatto una buona scelta».
Il fascino del Sanremo, lo sentite ancora?
«Il Sanremo è oggi, per tutti gli appassionati, un po’ nostalgico. I ricordi del Mondiale ne mantengono vivo il fascino, anche se oggi sembra impossibile riportare il Rally ai livelli dei tempi d’oro. Per noi parteciparvi continua ad essere un onore. Entrare a far parte dei nomi del suo albo d’oro, che ha visto Piloti come Loeb o McRae è un onore. Purtroppo oggi è difficile, la morfologia del territorio ligure porta dei vantaggi, ma anche degli svantaggi se ci riferiamo alla gestione del pubblico e quindi della sicurezza. Immaginate l’affluenza di spettatori che potrebbe avere il Sanremo se tornasse ai fasti del Mondiale! In Italia ci sono tanti tifosi, e moltissimi sono legati ai ricordi di questa Gara, ma le strade sono quelle di trent’ani fa, da un certo punto di vista per fortuna, e il Mondiale è andato avanti. Sarebbe un bel sogno, certo il Sanremo è il Sanremo!»
Sergio Maiga è uno di quelli che ci mette, in ogni caso, una dose di passione supplementare…
«Sì, Sergio ci mette una grande passione e una grande professionalità. Era il Patron del Mondiale e lo fa adesso con molta umiltà ma con la stessa passione e con la stessa competenza. Per noi è una bella cosa, e resta una delle migliori gare sotto il profilo organizzativo. Si vede che continua a tenerci molto, alla sua Gara».
Il Ciocco ha confermato la bontà dei miglioramenti apportati alla 208 T16. “Oserete” ancora qualcosa di nuovo a Sanremo?
«Noi continuiamo sempre a lavorare sulla nostra Peugeot, come è logico, adattandoci di volta in volta alle caratteristiche del Rally che corriamo. Le novità che sono venute dalla Francia sono quelle viste al Ciocco, e la Macchina resta quella.»
Irrompe Paolo…
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