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L’Italiano Rally torna a Sanremo per disputare la seconda gara della stagione 2014. Il CIR si arricchisce di un plateau ancora più ricco, entra in scena una nuova macchina e partono altri Trofei, e offre ai protagonisti e al grande pubblico di appassionati un’edizione del Rally che non potrà essere meno che avvincente.
Rally di Sanremo: una gara impietosa
Oltre 600 chilometri in totale, 227 di settori selettivi in 12 prove speciali, due giorni di gara con il Sabato che condensa un ventaglio di situazioni agonistiche e di terreno da capogiro, con l’inclusione dell’ormai mitica “Ronde” di ben 38 chilometri, e… Sanremo, ovvero la città del Rally che si dedica per il week end anticipato al suo grande amore. Venerdì si corre dalle 15 e trenta a mezzanotte, con il secondo anello della prima tappa pronto a restituire tutto il fascino del Rally di notte, sabato dalle sette e mezza alle venti, dall’alba al tramonto.
Il Sanremo è un Rally completo, difficile, duro per Piloti e meccaniche, “impietoso” come solo una grande corsa può essere. Sono tutti motivi che lo rendono “incontornabile”. Paolo Andreucci, che come di consueto ci traccia le linee di un sintetico briefing, è al secondo appuntamento con il Campionato e con lo sviluppo della Peugeot 208 T16 che ha portato al debutto, e sul podio, al Ciocco. Con la “promessa” di fare almeno altrettanto. Fortuna e avversari, che non mancano, permettendo. Il Rally ligure porta al debutto la Citroen DS3 R5 nelle mani di Rudy Michelini, e conferma lo schema d’attacco che ha caricato di significati il Rally di apertura della stagione in Toscana.
I favoriti
Giandomenico Basso al volante della BRC Ford Fiesta R5 “a gas”, il Campione Italiano in carica Umberto Scandola con la Skoda Fabia S2000, Paolo Andreucci con la nuova 208 T16 e Andrea Nucita, ancora con la Peugeot 207 S2000 in attesa della promozione “tecnica”, che al Ciocco ha fatto il suo ingresso nel piccolo olimpo dei favoriti d’obbligo.
Bouffier dice addio alla corsa
Contro la “nazionale azzurra dei Rally”, e contro il tempo, avrebbe tanto voluto schierarsi il francese Bryan Bouffier che invece, vittima di un incidente durante lo shakedown al volante della sua 207 S2000, dovrà rinunciare all'intera gara per i troppi danni riportati.
L'intervista a paolo Andreucci
Paolo, che cosa dobbiamo raccomandare al popolo di appassionati ed ai protagonisti del Sanremo numero 56?
«Intanto bisognerebbe dire che, al Sanremo come in tutti i Rally più belli, protagonisti e appassionati coincidono. I primi protagonisti di questa fantastica festa del motorismo sono proprio loro, gli spettatori. Noi ne siamo gli “attori”, e la prima raccomandazione che do a me stesso ed ai miei colleghi è di darci dentro con lo spettacolo e con la bravura, perché è quello che il pubblico delle grandi occasioni si aspetta. E che merita».
“Non vedo perché la Ronde dovrebbe impressionarmi. È una lunga e bellissima speciale, ed è naturale che sia impegnativa, importante per l’esito del Rally”
Che cosa hai visto di nuovo nel Sanremo di quest’anno dopo lo shakedown?
«Niente di nuovo: il Rally di Sanremo è il solito. È un “garone”, sia per il suo sviluppo chilometrico che per il livello generale di difficoltà. Si aggiunge l’incertezza meteo ed è certo che ancora una volta troveremo un condensato di situazioni difficili. È un Rally a cui non manca niente, e che ha tutti i numeri per essere combattutissimo fino alla fine delle sue 12 prove speciali. Sarà una gara comunque difficile, una gara da lottare e che farà soffrire».
Tutti disposti a soffrire e a lottare?
«Certo. Anche e indipendentemente dal potenziale a confronto. Qualcuno magari sarà più avanti, più pronto a ottenere il massimo dal Rally, messo meglio insomma, ma non poteva essere diversamente in questo inizio di Campionato così incerto e propositivo, così carico di novità».
Meteo incerto?
«Il meteo, sì, è incerto. O meglio, potremmo dire che le condizioni del tempo dovrebbero essere equamente distribuite, per le sue caratteristiche, tra le due giornate di gara. Venerdì dovrebbe piovere, e sabato fare bello».
Com’è il terreno, l’asfalto? Sporco?
«No, già dalle ricognizioni abbiamo potuto vedere che è tutto perfettamente a posto. L’asfalto è “pulito”, e oggi durante lo shakedown asciutto. Non sarà una gara facile, ma sotto questo aspetto siamo già in grado di avere un’idea chiara delle condizioni che troveremo, sia venerdì che sabato».
“La base della vettura è molto buona. L’ho sempre detto e i risultati del Ciocco e dell’Acropoli lo confermano. Chiaramente ci vuole il tempo del normale sviluppo”
E la Ronde al contrario ti impressiona?
«Mah, guarda, non vedo perché dovrebbe impressionarmi. È una lunga e bellissima speciale, ed è naturale che sia impegnativa, importante per l’esito del Rally. Ma per quanto riguarda il fatto che si correrà al contrario rispetto al passato, beh, devo dirti che le curve… sono sempre curve. Che tu le faccia in un senso o in quello opposto fa, tutto sommato, poca differenza».
La Peugeot 208 T16. Sul podio al Ciocco nella gara del debutto, prima nell’Europeo in Grecia, ma ancora al lavoro per colmare l’obbligatorio gap di inizio carriera. Lo shakedown è un primo esame, o almeno un’indicazione...
«La macchina è chiaramente andata meglio che al Ciocco. Abbiamo fatto un passo avanti, uno step evidente. Non siamo ancora completamente a posto, da dire "ecco, è pronta", ma abbiamo ottenuto un chiaro avanzamento rispetto al Ciocco, e ci aspettiamo che il “gap” di inizio Ciocco si riduca ulteriormente al termine del Sanremo. È chiaro, infatti, che cercheremo di migliorare ulteriormente anche durante la gara, ma intanto siamo contenti perché la progressione è confortante. La base della vettura è molto buona. L’ho sempre detto e i risultati del Ciocco e dell’Acropoli lo confermano. Chiaramente ci vuole il tempo del normale sviluppo. Avevamo da impostare e completare la messa a punto di molte cose, avevamo da adattare le Pirelli alla macchina, e tra l’altro in questa gara le gomme seguono la regolamentazione dell’Europeo, e siamo soddisfattissimi perché sta andando tutto benissimo. Chiaro, è tutto ancora un po’ eccitato, perché le cose da confermare sono ancora tante. La strada, però, è buona, perché la base è molto buona e, se lo ero già prima, sono ancora più fiducioso».
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