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Anche per noi che l'abbiamo provata la nuova Toyota Supra A90 che debutterà nel 2019 rimane un piccolo mistero. Anche se in parte svelato, infatti, i tecnici e gli stilisti giapponesi nel corso della presentazione hanno lavorato sodo per non farsi scappare solo "il giusto" relativamente alle caratteristiche tecniche della nuova coupé. Si saprà tutto più avanti anche se molti degli elementi che compongono la ricca scheda tecnica si possono in parte ipotizzare visto che...si fanno notare.
Ma andiamo con ordine e partiamo dalla genesi di questo progetto, che arriva da molto lontano: era il 2012, infatti, quando BMW e Toyota hanno siglato una partnership tecnica ed industriale per lo sviluppo di tecnologie di propulsione elettrica, ibrida ed idrogeno. Al contempo anche i motori diesel partivano da Monaco (dopo aver fatto il processo contrario con Mini) per arrivare sotto al cofano di alcuni modelli giapponesi. Insomma, l'interscambio tra le aziende da quel momento in avanti è stato molto intenso. Nel contesto di una partnership del genere, la volontà da parte di Toyota di riportare in vita la mitica Supra dopo averla abbandonata nel 2002 e la possibilità di attingere dalla banca organi BMW i motori sei cilindri in linea (tipici della dinastia Supra) hanno acceso nei vertici Toyota la volontà di partecipare allo sviluppo della nuova generazione di BMW Z4...roadster che in variante coupé avrebbe avuto tutte le caratteristiche per essere una Supra perfetta.
E così è stato. I team di lavoro si sono messi al lavoro e mentre BMW ha portato avanti lo sviluppo di motore e trasmissione, in Toyota si sono presi cura del disegno e della progettazione di una carrozzeria coupé che fosse in grado di riportare in auge il nome Supra connotandolo, però, nel futuro.
Quello che ne è nato è un vero prodotto sportivo, con caratteristiche estremamente interessanti ed una volta tanto meno attento all'uso di tecnologie ibride per il recupero dell'energia: elemento che avrebbe inevitabilmente reso meno pura la guida della Supra.
E' stato dunque scelto il motore sei cilindri in linea, tremila, twin power turbo, in grado di erogare più di 300 CV (dovrebbero essere 340) ed un valore di coppia di circa 500 Nm che dovrebbero assicurare alla Supra una accelerazione da 0 a 100 in poco più di 4,5 secondi ed una velocità massima superiore ai 250 km/h. Valori estremamente interessanti, resi possibili dal cambio ZF8 e dalla trasmissione della coppia sulle sole ruote posteriori gestite da un differenziale autobloccante meccanico a controllo elettronico.
Più avanti dovrebbe arrivare anche una "Suprina" con il 2.0 turbo benzina, quattro cilindri, da 252 cv e 400 Nm di coppia massima: identico lo schema con il cambio automatico ZF8 e, probabilmente, il differenziale autobloccante. Non ci sarà, invece, il cambio manuale.
Poco più lunga di 4,3 metri e sviluppata attorno ad un passo di 2,5 metri (circa) la nuova Supra poggia su ruote da 19" dietro alle quali si sviluppa un impianto frenante Brembo a quattro pistoncini. Le sospensioni vantano schema McPherson davanti e Multilink dietro mentre lo sterzo, almeno sulla Toyota, non dovrebbe essere a rapportatura variabile.
Per la costruzione del modello i tecnici delle due aziende non hanno avuto dubbi: Z4 e Supra saranno prodotte sulla stessa linea di montaggio dall'austriaca Magna Steyer (Graz).
Nella dotazione tecnologica non mancano sistemi di aiuto alla guida di livello 2 ed un sistema infotaiment di ultima generazione derivato dall'esperienza BMW: è probabile, vista l'integrazione a partire dal mese di marzo 2019 del sistema "Hey BMW", che anche la Supra possa avere comandi ad attivazione vocale come abbiamo visto sulla nuova Mercedes Classe A.
Che la nuova Supra sia una Supra, per quanto gli amanti del caro e vecchio (soprattutto vecchio) 2JZ si stiano ribellando all'idea di un motore BMW, lo si capisce sin dal primo avvio: il sound del sei cilindri in linea BMW è come al solito eccezionale e la timbrica a vettura ferma è molto armonica e decisa pur senza essere eccessiva.
Una volta a bordo l'idea che abbiamo avuto dall'abitacolo è quella di una geometria "driver oriented" in cui il sedile risulta molto avvolgente e tutti i comandi sono a portata di mano. Purtroppo non abbiamo potuto toccare con mano materiali ne vederne il look, anche perché è probabile che nei prototipi che abbiamo guidato numerosi dettagi non fossero quelli definitivi.
Una volta "infilata" la prima attraverso il comando del cambio automatico posto al centro del tunnel la vettura sembra muoversi con grande facilità: è morbida, leggera (dovrebbe pesare 1.350 kg), cambia direzione velocemente anche se l'idea di avere l'avantreno molto distante rispetto alla seduta è una sensazione con la quale bisogna fare un po' l'abitudine: a dire il vero sembra di stare seduti sopra le ruote dietro e questo fa venire inevitabilmente la voglia di...disattivare i controlli e sentire come si muove il retrotreno spinto dalla forza del tremila BMW. Purtroppo non abbiamo potuto esagerare più di tanto su strada ma quello che abbiamo pututo notare è che il lavoro progressivo della barra antirollio anteriore rende estremamente piacevole e comunicativa la guida pur senza sconfinare mai nell'estremo: anche scegliendo la taratura degli ammortizzatori Sport la vettura rimane molto "confidenziale" nel comunicare cosa passa sotto le ruote.
In pista il sound del sei cilindri si esalta con l'avvicinarsi della zona rossa, posta a quota 7.000: non ci si arriva mai, questo perchè conviene davvero cambiare prima, ma la timbrica del sei cilindri penetra nell'abitacolo esaltando le sensazioni di guida: se solo solo filtrassero un paio di dB in più sarebbe praticamente perfetto...
Un dettaglio comunque trascurabile nel contesto di una vettura che frena forte (anche se dopo qualche giro lanciato tende ad allungare la corsa del pedale) e spinge con grande forza fuori dalle curve grazie anche al lavoro del differenziale autobloccante. Una vettura molto sincera, in cui il lavoro della barra antirollio a progressione variabile si sente con l'aumentare del ritmo visto che a differenza della fase stradale in pista la Supra tende ad essere decisamente più "piatta" in termini di rollio.
La nuova Supra farà sicuramente storcere un po' il naso agli amanti delle precedenti generazioni "100% made in Japan" ed a chi è cresciuto con i vari Fast & Furious ma nel contesto della partnership con BMW l'occasione era troppo ghiotta per non essere sfruttata: rispolverare il vecchio 2JZ sarebbe stato impossibile e sviluppare un motore "sei in linea" per un modello di nicchia come la Supra, quando il tuo partner è leader indiscusso in questa architettura, non avrebbe avuto alcun senso. Bene ha fatto quindi Toyota ad affidare il progetto all'Ing. Tada San declinando in chiave giapponese un progetto che sin dall'origine sembrava strizzare l'occhio alla gloriosa dinastia di sportive Toyota.
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https://www.toyota.it/
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