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Siamo arrivati al quarto capitolo di uno dei baluardi dell’off-road nudo e crudo come piace agli appassionati. Suzuki Jimny torna più tosto e accattivante che mai, con una solo motorizzazione, un benzina 1.5 L aspirato da 102 CV e 130 Nm. A colpire è lo stile, che la rende adorabile al primo sguardo con le linee che invece di fare il verso a fuoristrada altrettanto famosi, sono un omaggio alla SJ degli anni 80, la mitica Samurai. Anche la ricetta è quella originale, difficile da cambiare e impossibile da stravolgere. Siamo venuti a provarla sugli sterrati sardi e abbiamo anche toccato un tasto scomodo per le antenate, ovvero la vivibilità su strada. La cementificazione d’altronde avanza e sono sempre meno i paradisi dove questa piccola 4WD può sentirsi a casa.
Inconfondibile. Se qualcuno ha detto che la linea è stata ripresa pesantemente da auto come la Land Rover Defender, la Mercedes Classe G, o ancora di più la Jeep Wrangler bèh forse avrebbe bisogno di un ripassino. I fari tondi , infatti, sono un’eredità della prima generazione, che a sua volta portava su strada forme molto squadrate. A dire il vero tutte queste fuoristrada hanno una conformazione simile per motivi tecnici. I fianchi ‘lisci’ impediscono alla neve di attaccarsi alla carrozzeria, consentendo al veicolo di scivolare meglio attraverso la coltre nevosa. Anche le feritoie non sono una novità, basta ripensare alla terza generazione per trovare un link. Per il resto l’estetica porta a un’immagine che trasmette robustezza e solidità, caratteristiche necessarie per valicare montagne e superare guadi tosti. Le dimensioni, poi, le danno un vantaggio notevoli in termini di agilità. Se si considera la ruota di scorta (altro elemento caratterizzante) l’auto è lunga 3,65 m. Questo garantisce un angolo di attacco di 37° e uno di uscita di 49°. Numeri invidiati da certi off road come la stessa Classe G. Anche il peso è contenuto e non arrivando a 1300 Kg la Jimny riesce a non essere impacciata nei percorsi fangosi. Ci sono poi nuovi cerchi in lega e i paraurti bombati che la rendono ancora più muscolosa, assieme a una vasta gamma di nuove colorazioni.
Come ve l’aspettereste. Minimale e focalizzata sulla guida, l’assemblaggio comunica solidità da ogni parte e anche qui c’è un bel mix tra elementi innovativi e rimandi al passato, come il maniglione per il passeggero e i quadranti della strumentazione. A questi si aggiungono accessori che fanno della Jimny un’auto al passo con i tempi, come il clima automatico, i sedili anteriori riscaldati e il sistema di infotainment da 7’’ con connettività Apple e Android. Ci sono anche tocchi di fino come i pulsanti e lo stesso schermo touch che possono essere manovrati comodamente anche con i guanti da lavoro. Lo spazio per conducente e passeggero c’è e non si ha la sensazione di stare troppo stretti anche se siete parecchio alti. Chi siede dietro deve sacrificarsi, anche se inclinando lo schienale si sopravvive. Il bagagliaio cresce di 53 L e ha una capacità (contando gli schienali reclinati) di 377 L a filo dei finestrini. Capacità che cresce se si considera fino al cielo della vettura, dove il volume di carico raggiunge gli 830 litri. Cresce anche la dotazione in termini di sicurezza con cinque sistemi di assistenza alla guida, tra cui cruise control (non adattivo), lane departure warning, driver attention warning, frenata di emergenza automatica con riconoscimento pedoni e riconoscimento dei segnali stradali.
Non mancano le emozioni. Partiamo, però, dall’asfalto. Un tallone d’Achille per la terza generazione, che era la prima più votata anche a questo tipo di tratti. Ci sono ovvie ragioni tecniche che non la fanno brillare, ma se non si esagera con il pretendere troppo da lei siamo di fronte a un bel passo avanti. La rapportatura perfetta fa sì che il motore riesca a lavorare bene anche con il picco di coppia a 4000 giri. Tra l’altro il cambio è una vera chicca su questa quarta generazione, piacevole da usare e sempre preciso e secco sugli innesti. Il pedale della frizione è morbido e ha una corsa corta che rende il sistema molto modulabile. È lo sterzo che non connette benissimo con la strada, ma come dicevamo, non possiamo fargliene una colpa e non è niente che pregiudichi la sicurezza dell’auto. Consumi? Troppi pochi chilometri per rendersene effettivamente conto. Forse il diesel della precedente generazione era avvantaggiato, ma vedremo prossimamente questo aspetto più nel dettaglio.
Veniamo finalmente al punto più interessante! L’off road. La parola giusta per descriverla è inarrestabile. L’unicità di questo mezzo sta proprio nell’essere gradi di fornire questo tipo di prestazioni, che la portano al cospetto di mostri sacri come Wrangler o Classe G. Sembra non temere niente, altezza, sconnessioni, gradoni. Il segreto è una filosofia vecchia scuola che non ricerca raffinatezza ma efficacia ed efficienza. Il telaio a longheroni adesso ha due nuove traverse e una traversa centrale a X che migliorano i valori di torsione sotto stress. Il risultato, assieme al resto degli elementi, come marce ridotte reali, è l’estrema facilità nel superare qualunque tipo di ostacolo. Se si ha dimestichezza con questo tipo di guida, qui ci si sente subito a proprio agio. Dal volante non arriva un segno di cedimento, nonostante le tante asperità incontrate e con le ridotte il motore è sempre pronto a portarvi avanti. Bisogna tenere gli occhi aperti, ma il bello di Jimny è che riesce a farvi sentire degli eroi, per come, da 0, riuscite ad approcciare e superare senza difficoltà qualunque tipo di ostacolo.
Con un prezzo di 22.500 Euro c’è di serie l’allestimento TOP che include tutto quanto riportato, escluso l’automatico (1500 Euro) e il bicolor per la carrozzeria (400 Euro). La scelta è chiara: chi ha già avuto una storia d’amore con lei non potrà che ricascarci, mentre chi vuole avventurarsi nel mistico mondo dello sconnesso e dell’imprevedibile troverà una compagna di cui fidarsi sempre. Bentornata Jimny, non riuscivamo più ad aspettare.
Suzuki
C.so Fratelli Kennedy, 12
Robassomero
(TO) - Italia
800 452 625
https://auto.suzuki.it/index.aspx
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