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Terzo atto per la versione più speciale della cabrio ‘entry level’ di casa Porsche, che, stavolta, lascia da parte il nome Boxster e porta con sé solo la sigla 718. La 718 Spyder, appunto, prosegue il cammino inaugurato 2 generazioni fa con la 987 per omaggiare la filosofia della 550 Spyder. Stavolta, però, è ancora più speciale, visto che attinge dall’hardware della 718 Cayman GT4. Motore, telaio e sospensioni fanno di questa versione la più speciale in assoluto e la portano ad appena 2 secondi dalla sorella con il tetto rigido sulla Nordschleife. Spaventosa la differenza rispetto alle precedenti versioni e adesso si toccano i 301 Km/h, con uno 0-100 coperto in poco più di 4 secondi.
Per le informazioni tecniche vi rimandiamo alla prova della 718 Cayman GT4, dove spieghiamo nel dettaglio tutte le novità tecniche. Stavolta ci concentriamo su questo incredibile pacchetto meccanico relativamente al suo comportamento su strada, anche per capire quanto le due auto (sono identiche) riescano a digerire il mondo fuori dai cordoli.
Partiamo dagli interni. Volendo si possono scegliere diversi accostamenti cromatici rispetto alla GT4, anche se l’ambiente rimane curatissimo in ogni dettaglio e con materiali e finiture da far invidia a molte auto di lusso. Il punto è la scelta dei sedili. Se non andrete in pista ma quelli a guscio in carbonio vi tentano allora sappiate che salire e scende dalla vettura dopo un po’ sarà una scocciatura. Se, però, siete dei giovani atletici riuscirete a sopravvivere, anche se su strada, quanto a contenimento, le sedute standard sono ottime. La posizione di guida, poi, si adatta per far accomodare anche i più alti e la visibilità non manca mai. Tra l’altro, anche qui avete due pratici pozzetti davanti e dietro che bastano per accogliere le valigie necessarie alla gita fuori porta del weekend.
Come va su strada la 718 Spyder? Facciamo un passo indietro e partiamo da: come va la GT4 in pista? Formidabile, da applausi, un progetto senza compromessi fatto per farvi godere al massimo. Il ‘problema’ è che nel mondo reale, soprattutto in un paese come il nostro, questo pacchetto è fin troppo formidabile. Fin tanto che il fondo stradale è privo di sconnessioni l’assetto riesce a lavorare bene e in questo caso poter far lavorare la raffinatissima meccanica che si cela sotto la pelle della Spyder è ancora più gustoso, visto che a velocità più basse avete il tempo di godervi quello che succede. In questo frangente lo sterzo torna a brillare, mettendovi a diretto contatto con l’avantreno, che, come sulla GT4, proviene direttamente dalla GT3. Preciso, rapido e mai nervoso, capace di approfittare di un bilanciamento generale che sembra far ruotare l’auto su un perno nelle curve più lente.
I primi problemi arrivano quando il manto non è perfetto. In questo caso, se l’andatura è allegra, le sospensioni faticano a far lavorare bene le gomme e di conseguenza con la diminuzione dell’impronta a terra si incorre spesso nelle telefonate dell’ABS che tenta di non fa allungare la Spyder. Difetto? Assolutamente no, sarebbe come dire a Bruce Lee che i suoi addominali sono troppo tirati. Diciamo che è un aspetto da tenere in considerazione se si ha intenzione di usare spesso l’auto su strada e non saltuariamente in pista. Sempre in questo ambiente c’è da parlare del cambio. Se, tra i cordoli, i rapporti lunghi hanno senso, su strada, nelle stradine secondarie, si fa fatica ad arrivare a metà della terza. In questo senso il PDK potrebbe risolvere le cose, dando più slancio tra una curva e l’altra, ma ricalibrandosi si ottiene, comunque, una guida molto efficace. Bisogna far lavorare la schiena del motore, e anche se non si avverte il sound nella parte alta del contagiri non c'è da preoccuparsi perché la velocità arriva progressiva e senza strappi. Erogazione che vi permette di approfittare anche delle Michelin Pilot Sport Cup 2 e del loro immenso grip, che su strada si traduce in una trazione infinita e nell'impossibilità di far scodare l'auto a meno di non insistere con cattiveria sul gas.
Il bello della Spyder, se siete amanti del genere, è poter godere dello stesso pacchetto che vi offre la GT4. Stessa grinta e stesse potenzialità in pista, con il bello di godersi la meccanica alle basse velocità, tra il fruscio dei freni quando appoggiate il piede al pedale e lo schioccare del cambio quando passate da un rapporto all'altro tra gli incroci. Prezzo? 96.500 euro, giusto 3000 in meno della GT4. Un prezzo non alla portata, ma in linea con l'offerta, che nel caso della Spyder è più unica che rara.
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