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Come da tradizione Peugeot Italia ha scelto i mesi estivi per mettere a disposizione due delle sue migliori auto di "parco stampa": la 208 T16 di Paolo Andreucci e la 208 R2 di Michele Tassone.
Due auto eccezionali, la prima in piena lotta per la seconda vittoria nel campionato italiano, la seconda dominatrice assoluta di una categoria in cui anche la giovane promessa del rally italiano (Tassone) ci ha messo del suo: parliamo al passato perché nonostante il nostro test sia avvenuto a poco più di metà campionato il "cuoco" cuneese ha già vinto il titolo della sua categoria...
Realizzate sulla stessa base, la scocca della Peugeot 208, le vetture da rally della Casa del Leone sono auto molto speciali perché progettate, realizzate, collaudate e commercializzate direttamente da Peugeot Sport: un plus non indifferente in termini di prestazioni ma anche di qualità dei prodotti che, strano a dirsi per vetture da corsa, sono realizzati con cura maniacale e grande attenzione per il dettaglio.
La Peugeot 208 R2: com'è fatta
La 208 R2 è apparentemente la più semplice delle due ma in realtà nasconde un livello di complicazione notevole: a differenza della R5, infatti, il motore è un millesei aspirato di stretta derivazione stradale. Si tratta di una unità che nella versione di serie vanta 120 CV ma che nella declinazione corsaiola è in grado di sprigionare 185/190 CV grazie ad interventi mirati su condotti di aspirazione, testata, alberi a cammes, iniezione e molto altro. Un motore molto sofisticato, che gira molto in alto ma che ha dimostrato un notevole livello di affidabilità dal 2013 (anno del debutto) ad oggi.
Rispetto alla vettura stradale le differenze sono numerose anche in altri aspetti: il rollbar, ad esempio, è di tipo completo e viene sfruttato per irrigidire la scocca, ma anche in termini di trasmissione il classico cambio a cinque marce viene sostituito da una unità racing sequenziale a leva con lo stesso numero di rapporti. Completamente rivisto anche l'impianto frenante, AP Racing con specifiche corsa e freno a mano idraulico, così come è stata rivista tutta la parte elettronica che è ovviamente di tipo corsa.
La Peugeot 208 T16 R5: com'è fatta
Per quanto riguarda la 208 T16 le differenze dalla R2 sono molteplici (e dalla vettura stradale) a partire proprio dallo schema tecnico che è stato stravolto secondo le possibilità offerte dal regolamento della categoria R5: la trazione, innanzitutto, è integrale con ripartizione fissa tra l'asse anteriore e quello posteriore mentre il motore è un profondo sviluppo dell'unità 1.6 THP utilizzata su numerosi modelli del gruppo con potenze che vanno da 163 a 271 CV: i CV oscillano tra i 280 ed i 290 ma quel che conta di più è che sono distribuiti ai bassi e medi regimi in modo più lineare, in modo da rendere la guida della vettura più fluida ed idonea all'utilizzo estremo nel guidato.
Internamente le differenze con la R2 non sono numerose, ma si notano: il rollbar è leggermente diverso nell'architettura e cambiano alcuni comandi "di servizio": tra i vari pulsanti magici c'è anche quello del "bang" che permette al turbo di lavorare con maggiori pressioni di esercizio assicurando quindi piena potenza al motore.
Come vanno
A differenza dello scorso anno, dove abbiamo guidato le vetture lungo una speciale in asfalto del Rally del Ciocco, quest'anno i vertici Peugeot hanno deciso di ripetere la prova puntando su un percorso terra. In questo caso niente PS ma il percorso Dirt Track recentemente aperto a Misano.
Scendiamo prima di tutto in pista con la R2. Michele Tassone ci parla in radio spiegandoci i segreti della vettura. Dentro la prima, la vettura parte senza grandi sussulti e ci dirigiamo verso il percorso di prova. Si percepisce immediatamente che la vettura ha carattere ed un peso molto ridotto ma è affrontando le prime curve che ritroviamo le stesse sensazioni dello scorso anno, seppur filtrate da un assetto più alto e morbido rispetto a quello "slick" dello scorso anno: la 208 R2 si guida "facile", il retrotreno scivola il giusto e quando è necessario farla girare di più basta un colpetto di freno a mano per rimanere cuciti alla corda.
La difficoltà sta nel non esagerare: recuperare la vettura è sì semplice ma il rischio è quello di perdere molto tempo nella fase di riallineamento
La difficoltà sta nel non esagerare: recuperare la vettura è sì semplice ma il rischio è quello di perdere molto tempo nella fase di riallineamento. Molto interessante la performance del motore, che urla in modo entusiasmante man mano che ci si avvicina alla zona rossa, così come molto facile da usare il cambio: il cinque marce sequenziale si usa spingendo in avanti la leva per scalare (o per inserire la prima quando si è in folle) ed indietro per salire.
Con la R5 il discorso è completamente differente. La vettura è molto più complicata sin dall'avvio perché il rilascio della frizione, soprattutto a ruote girate, è reso molto complesso dagli attriti generati dai differenziali. Lo stesso Paolo Andreucci ci ha confessato che ogni tanto la vettura si spegne anche a lui...
Una volta partiti, con qualche sgasata in più, si nota il maggior peso che la vettura si porta addosso ma anche una diversa "tonicità" nelle fasi di accelerazione e rilascio: non si tratta solo di propulsore ma di trazione che trasferisce a terra accelerazioni e rilasci sulle quattro ruote. Questo significa che in rilascio, soprattutto in scalata, la vettura è potenzialmente sovrasterzante mentre nelle fasi di accelerazione - almeno per come la guida Andreucci - si nota un po' di sottosterzo in più...sempre che non si guidi cattivo: entrando in curva "spazzolando", infatti, si può utilizzare il lavoro dell'asse anteriore per essere letteralmente trainati fuori dalle curve con un risultato in termini di performance davvero notevole.
La T16 è un'auto resa molto veloce da un motore molto potente e regolare, anche se non esaltante in termini di timbrica, ideale per un'auto da rally che deve affrontare tratti molto veloci ma soprattutto stage in cui le riprese fuori dai tornanti sono l'ABC; il tutto ben assistito da un cambio a cinque marce i cui innesti sono facili e rapidi su asfalto ed un po' più da "gestire", magari usando la frizione, quando si guida su terra.
In conclusione
Le belve da rally Peugeot sono auto davvero eccezionali e con caratteristiche di semplicità di guida e di raffinatezza costruttiva davvero uniche. Sono auto veloci, dotate di un look interessante e garantite da un costruttore che oltre a delle ottime vetture da strada produce, da sempre, auto da corsa che permettono a qualsiasi pilota, in qualsiasi categoria, di dare il meglio di sé.
Peugeot
Via Gallarate 199
20151 Milano
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https://www.peugeot.it/
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