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L’occasione è di quelle da non perdere, poter essere portati a spasso da un sette volte Campione Italiano come Paolo Andreucci, su un tratto di strada chiusa per l’occasione che è anche parte di una prova speciale del Rally del Ciocco, a bordo della Peugeot 208 R2 Ufficiale. Basta e avanza per far alzare l’adrenalina a mille. Ma per andare fuori scala, ci aggiungiamo che è previsto anche un test individuale, dove i piloti saremo noi giornalisti.
A spasso con Paolo Andreucci
La sera prima del test siamo tutti a tavola che discutiamo amabilmente con Paolo Andreucci e gli uomini del Racing Lions, parliamo del passato, e “Ucci” è una fonte inesauribile di aneddoti interessanti (e in alcuni casi esilaranti), del presente, e in particolar modo della 208 R2, e del futuro, la 208 R5, che Paolo sta sviluppando per il 2014.
Le aspettative per il mattino dopo sono altissime, anche perchè non capita spesso di poter affiancare un sette volte Campione Italiano, mentre guida la sua vettura da corsa, per di più su un tratto di prova speciale (per l'occasione è stata scelta la “Careggine” del Rally del Ciocco), e soprattutto di potergli “rubare il volante” e mettersi al suo posto, per poter assaporare e godere delle prestazioni offerte dalla Peugeot 208 R2.
Arriviamo in uno spiazzo all'inizio del tratto di strada scelto per il test, 1,5 km di curve da percorrere avanti e indietro, scelto appositamente per apprezzare le prestazioni della piccola 208 R2, e aggiungiamo noi, per esaltare le doti del suo pilota, che già gli uomini del Team hanno allestito un parco assistenza vero e proprio. La piccola francese è issata sui cavalletti, mentre i meccanici apportano le ultime modifiche di assetto e fanno i controlli pre gara... scusate pre test!
La Peugeot 208 R2
Vediamo insieme le caratteristiche tecniche di questa vettura. La Peugeot 208 R2 è equipaggiata con il 4 cilindri bialbero 1.6 litri Vti dotato di fasatura variabile in aspirazione e scarico. La potenza erogata dal propulsore, dopo le amorevoli cure dei tecnici Peugeot, è di 185 cv a 7.800 giri, con un picco di coppia di 190 Nm a 6.300 giri. Tali risultati sono stati raggiunti attraverso una approfondita elaborazione del motore di serie, che ricordiamo eroga “soli” 120 cv. Nuovi pistoni e bielle, alberi a camme specifici, sono i principali fautori dell'innalzamento della potenza, che viene efficacemente trasmessa a terra da una trasmissione sequenziale a cinque rapporti con frizione monodisco.
Il lavoro di sviluppo ha naturalmente “toccato” anche l'impianto frenante, che messo a dura prova dalle prestazioni della 208 R2, ha ricevuto una seria cura ricostituente a base di dischi anteriori flottanti da 310 mm, con pinze a 4 pistoncini Alcon ad attacco radiale, e una coppia di dischi da 285 mm posteriori, con pinze, sempre Alcon e sempre ad attacco radiale, ma a due pistoncini. Non può mancare il freno a mano idraulico.
Specifico per questa vettura anche l'assetto, che prevede ammortizzatori Öhlins a doppia molla, montati su sospensioni pseudo McPherson anteriori (montate su uni-ball) con bracci specifici e barre di torsione facilmente sostituibili. Anche il ponte ad H posteriore è provvisto di barre di torsione intercambiabili, ed è stato ampiamente rinforzato.
Il peso della vettura in ordine di marcia con l'equipaggio a bordo è di 1.180 kg (1.030 a vuoto). Adesso però è arrivato il momento di prepararci al test, e quindi saliamo in macchina con Paolo che ci porta a fare un giro di ricognizione sul tratto di strada prescelto per la prova.
“L'impressione è quella che Andreucci potrebbe guidare a occhi chiusi tra queste curve, mentre i consigli dispensati e le “dritte” su come affrontare al meglio ogni singolo metro di asfalto (per lui alquanto naturale) vengono registrate affannosamente dai nostri cervelli”
Il nostro test
L'impressione è quella che Andreucci potrebbe guidare a occhi chiusi tra queste curve, mentre i consigli dispensati e le “dritte” su come affrontare al meglio ogni singolo metro di asfalto (per lui alquanto naturale) vengono registrate affannosamente dai nostri cervelli, con la consapevolezza che metterli in pratica sarà un altro paio di maniche!
Dopo aver percorso noi stessi alcune volte, il tratto di “prova speciale”, ho come l'impressione che navigherò a vista, anche perchè ricordarsi esattamente le caratteristiche delle curve, o semplicemente dove mettere le ruote e quindi sfruttare le traiettorie ottimali, è roba da piloti professionisti, e noi in una mattinata non lo possiamo certamente diventare. Inoltre ci si mettono anche le caratteristiche intrinseche della 208 R2, che essendo una vettura da corsa, andrebbe “conosciuta” paso passo, mentre a noi è consentita una “fugace avventura”.
Indosso tuta e casco, mentre alcuni colleghi si alternano alla guida della 208 R2, e man mano che terminano le loro prove, mi gusto gli sguardi e i commenti entusiastici. Adesso è il mio turno, e tocca a me fare le contorsioni per sedermi dentro al sedile da gara evitando spiacevoli contatti con il roll bar. Allacciate le cinture, seguo passo passo la sequenza per l'avviamento del motore e … finalmente il quattro cilindri si mette in moto.
Al volante della 208 R2: un'altra dimensione
Un minimo di apprendistato con il pedale del gas, manco a dirlo estremamente sensibile e diretto, e inserisco la prima, tirando verso di me il comando del cambio sequenziale. Una leggera sfrizionata, a causa del primo rapporto decisamente “lungo”, ed entro in un'altra dimensione. Il suono, perchè non si può parlare di rumore quando si ha a che fare con dei motori da corsa, del quattro cilindri ti avvolge letteralmente, mentre le fucilate del cambio sequenziale accompagnano la danza della 208 R2 tra le curve. Cerco di fare mente locale su quanto ci aveva detto “Ucci”, ma capisco che è l'istinto che mi sta guidando.
Il 4 cilindri manco a dirlo ama girare alto, diciamo da 5.500 giri in su, fino all'intervento del limitatore a poco più di 8.200 giri, traguardo annunciato dall'accensione sul cruscotto di una serie di spie verdi e poi rosse. I freni vanno usati senza tanti riguardi e il pedale necessita di un'azione energica, in cambio si dimostrano oltre che potenti, anche estremamente modulabili. L'assetto della 208 R2 copia perfettamente l'asfalto e le sue asperità, consentendo ai pneumatici un grip ottimale, e con limiti di tenuta ben lontani dal nostro limite reale. L'inserimento in curva è fulmineo, grazie anche alla precisione dello sterzo, mentre il posteriore non si scompone mai oltre misura, anche quando forziamo l'entrata in curva, pelando il gas in modo da favorirne lo scivolamento verso l'esterno. Il sovrasterzo è sempre controllabile.
“Nelle mani del pilota toscano la 208 vola letteralmente da una curva all'altra, sfruttando ogni centimetro utile di sfalto e in alcuni casi anche di terra”
Arrivati in fondo al percorso, giriamo intorno ad un albero saggiando la bontà del freno a mano idraulico, dopo di che, altro giro altro regalo, riaffrontiamo la strada di ritorno, questa volta in discesa. I cavalli adesso sembrano molti più dei 185 dichiarati, e la spinta dopo ogni singola cambiata del sequenziale appare decisamente più consistente. Adesso il posteriore chiude le curve più rapidamente, mentre va gestito con maggiore attenzione un leggero sottosterzo dell'avantreno. Muretti e alberi ci ricordano che dobbiamo evitare di strafare, che a cercare il limite della 208 R2 ci pensa Andreucci. E così è infatti, dopo essere rientrati all'assistenza con un sorriso ebete sul volto, e l'adrenalina a mille, è arrivato il tempo di sederci sul sedile di destra, e di vedere realmente quali sono le potenzialità della piccola Peugeot.
Andreucci prende il volante...
Okay fino adesso abbiamo scherzato, ora è arrivato il momento di fare sul serio. Nelle mani del pilota toscano la 208 vola letteralmente da una curva all'altra, sfruttando ogni centimetro utile di sfalto e in alcuni casi anche di terra. Vedere le mani e i piedi di Andreucci che si muovono rapidissimi per manovrare il cambio, il volante e i pedali del gas e del freno, è un vero spettacolo.
La precisione con cui riesce ad inserire la 208 in curva, è semplicemente imbarazzante, così come la velocità di percorrenza. Fa veramente un'altro mestiere, anzi lui è un pilota, noi semplici appassionati. Tutto sembra venirgli “facile”, la macchina si piega al suo volere, anche quando la parcheggia sotto al tendone dell'assistenza arrivando da un curvone con la macchina perfettamente di traverso. Facile no!
Peugeot
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