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“Questa è la strada migliore al mondo”. Chi lo ha detto? Se non andiamo errati un tale che risponde al nome di Jeremy Clarkson nel, non così vicino, 2009, quando assieme ai colleghi del programma Top Gear si gettò a capofitto tra i tornanti e le insidiose curve della Transfagarsan. Di che si tratta? È un tratto di strada lungo 152 km costruito intorno agli inizi degli anni settanta per motivi militari, sulla catena dei Carpazzi, a seguito dell'invasione della Cecoslovacchia nel 1968. All'epoca, la Romania aveva già dei passi di montagna strategici che attraversavano i confini centroeuropei. Qui, i lavori furono particolarmente difficili a causa delle condizioni climatiche visto che la strada raggiunge i 2000 metri di quota e vi furono 40 vittime tra operai e soldati. Volete un dato impressionante? Sappiate allora che la costruzione necessitò di circa 6 milioni di chilogrammi di dinamite.
Ma dal clima pesante di quegli anni e dagli scopi quasi bellici della costruzione, oggi tutto è cambiato. Quello che è rimasto è uno degli spettacoli più grandi che uomo e natura abbiano da offrire. Un impetuoso snodo di curve, tornanti, rettilinei incastonati nel verde di montagne che non hanno nulla da invidiare alle nostre Alpi. Qui il vento è capace di sferzare con violenza e le condizioni climatiche ostili fanno sì che la strada sia chiusa da ottobre a giugno e sia percorribile solo entro certi orari, dato che le zone più esposte prive di illuminazione possono costituire un serio rischio. Il numero di turisti e appassionati che questa linea di asfalto ha richiamato negli anni è altissima. Motociclisti, automobilisti e perfino amanti delle due ruote a pedali si danno appuntamento qui per percorre tutte le pieghe che questo nastro di asfalto ha da offrire.
Chi scrive non è mai stato sullo Stelvio o nelle Highland scozzesi e si riserva il beneficio del dubbio prima di dare un giudizio definitivo. Il fatto è che quando vi trovate qui è difficile pensare che si potrebbe avere di meglio. È una sfida tra voi e ogni centimetro di fondo. Per certi versi ricorda la salita verso le nuvole in Colorado, la Pikes Peak. Non mancano i momenti in cui vi sudano le mani, quando ad esempio vi accorgete che basterebbe davvero poco per tornare al punto di partenza senza usare la strada e in più pezzi probabilmente. Dovete tenere la guardia molto alta, essere pronti per impostare la prossima curva stando attenti a non sbagliare, altrimenti vi porterete dietro l’errore per parecchi metri. Ci sono punti dove far cantare il motore e altri dove gustarsi la bontà di telaio e sospensioni, oltre allo spettacolo che la natura offre, come quando si costeggia il lago glaciale Balea. La “follia di Ceausescu”, questo un altro appellativo della strada, può essere tranquillamente inserita nella lista delle opere destinate a cambiare il destino del territorio in cui essa è stata edificata. Se sia la strada migliore del mondo? Beh, decidete voi, adesso avete un’ottima scusa per farvi una bella vacanza in Transilvania e scoprirlo di persona.
Eh già, perché non si può di certo venire qua con uno di quei SUV che si credono chissà chi. No qua ci vuole, possibilmente, il meglio e Mazda, per questo, non si è fatta certo pregare. L’occasione era perfetta per far scendere in campo il restyling dell’immortale MX-5, auto che incarna la ricetta perfetta per il divertimento (low-cost pure) su quattro ruote. Motore duemila aspirato, posizionato in maniera longitudinale dietro l’asse anteriore, cambio manuale e trazione sulle ruote alle spalle del conducente.
Disponibile anche in versione 1.5, il model year 2019 della sportiva di Miata, in barba alle nuove norme WLTP che hanno visto parecchi costruttori in difficoltà con le loro sportive, guadagna 24 CV sul 2.0 L, proiettando così la potenza a quota 184 CV e alza la linea rossa fino a 7500 giri. Cosa volere di più? Niente abbiamo due tra le auto e le strade migliori del mondo, non resta che divertirci. Per il sottoscritto era la prima volta al volante le aspettative erano molto alte visto che mai aveva sentito un solo proprietario o un collega esprimere un giudizio negativo. Unica preoccupazione la posizione di guida, che sulla 124 (parente stretta della giapponese) risulta scomoda per i più alti visto l’impossibilità di regolare il volante in profondità. Da oggi invece sulla MX-5 c’è anche questa opzione e per chi non vuole allontanarsi troppo dal volante, si può far arretrare di 3 centimetri. Poco, direte voi; ma più che sufficiente anche per chi è alto 1,80.
Per il resto c’è poco da commentare, bastano i primi metri per rendersi conto della formidabilità del pacchetto. Il peso contenuto entro i 1100 kg la rende da subito facile e intuitiva, il volante connette perfettamente con l’anteriore e vi da la possibilità di capire cosa stia succedendo là davanti in ogni momento. Poi arriva il duemila con i suoi 184 CV, subito pronto fin dai 3000 giri. All’inizio si fa fatica a credere che ci sia tutta questa schiena da subito, ma è proprio questo il bello, non dovete fare gli straordinari per farlo lavorare. È fruibile per diversi tipi di conducenti, dai più ‘racing’ a quelli più ‘GTS’. Omologato Euro 6D Temp, riesce ad anticipare di un anno le norme in materia di omologazione, che riguardano il nuovo ciclo WLTP e il test RDE.
Nel 2019 la MX-5 getta anche un occhio sulla vivibilità quotidiana. Con il pacchetto i-Activesense debuttano 5 nuovi sistemi di ausilio alla guida. C’è la frenata di emergenza automatica per entrambi i sensi di marcia, la telecamera posteriore, il riconoscimento dei segnali stradale e il sistema che riconosce quando vi siete divertiti un po’ troppo ed è forse l’ora di fare una pausa. Non mancano Apple car Play e android auto e per i più alti poi ci sono 3 centimetri di corsa in estensione per il volante, che facilitano la vita ai più alti, chicca che la 124 ancora non offre. Ci state già pensando? Per la soft top 1.5 ci vogliono 27,850 euro mentre per la 2.0 si sale a 31.500. Ne dovrete aggiungere altri 3500 per la RF.
Mazda
Viale Alessandro Marchetti, 105
Roma
(RM) - Italia
800 062 932
https://www.mazda.it/
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