416 CV per palati fini
19 giugno 2010
Non è facile raccogliere il testimone per ogni nuova nata di casa Jaguar dato che deve fare i conti con la storia e il prestigio di un marchio leggendario. Poi, quando si profila una metamorfosi stilistica così radicale come quella che è avvenuta intorno al pianale della mai dimenticata S-Type, la posta in gioco è particolarmente alta.
La metamorfosi si chiama XF e per i canoni Jaguar è una rivoluzione. Una rivoluzione che piace visto il successo commerciale di cui iniziano a trapelare le prime voci, buoni risultati che promuovono un coraggio non da poco. La linea, è acuta e sportiva, non lascia spazio alla nostalgia anche se non la si riconosce al volo, solo dall’ombra come quella delle vecchie Jag dal cofano lungo e dalla coda spiovente. Dentro il discorso non cambia, sembra di essere nel futuro e l’abitacolo prende vita una volta premuto il tasto d’accensione. Le bocchette d’areazione si aprono da sole e, tra i sedili, fuoriesce una manopola rotonda. E’ una futuristica leva del cambio.
La lista delle sorprese continua con le luci a sfioramento e con lo straordinario sistema d’intrattenimento con navigatore, comandi vocali, bluetooth televisione e chi più ne ha più ne metta. Insistendo col premere il tasto start, il motore V8 4.2 Sovralimentato inizia con un cupo brontolio quello che poco dopo si trasformerà in un concerto di note metalliche. I 416 cv fanno il resto a patto che ci si ricordi di premere il bottone “Race” che da una bella sveglia ad una berlina che avevamo frettolosamente bollato come comoda ma troppo composta e dominata dall’elettronica, capace di rendere tutto molto ovattato.
Sbagliavamo e, una volta capito il trucchetto ci siamo resi conto che di carattere l’XF SV8 ne ha da vendere. Le sospensioni iniziano a regalare quell’esperienza del contatto con l’asfalto che ci mancava e il motore è tutta un’altra cosa; ruggisce, tira e succhia dal serbatoio finalmente come deve. Nonostante la massa da ammiraglia la XF sgattaiola tra le curve dando l’impressione di un’agilità inaspettata.
Lo spazio a bordo abbonda per chi è seduto davanti ma gli occupanti dei sedili posteriori dovranno fare i conti con il tetto spiovente necessario a farla assomigliare a una Coupé. Non è che si debba chinare il capo, ma è consigliabile quantomeno una pettinatura raccolta. L’unico altro problema a parte questo è il prezzo che per questa versione sfiora gli 85.000 euro.