Suv, Sav e adesso Sac. E’ cosi anche il più entusiasta ed aggiornato conoscitore del mondo dell’auto rischierà di toppare la risposta. Che cosa è una Sac? E’ l’ultima evoluzione del concetto di Suv secondo BMW che da il buon esempio togliendo la parola “utility” dall’acronimo di una categoria di veicoli che di utile hanno ben poco.
La nuova X6 si rivolge in modo se possibile ancora più selettivo a quell’esercito di guidatori che individuano nell’auto non un mezzo di trasporto ma un mezzo per comunicare al prossimo il proprio status sociale. Questo esercito può contare dallo scorso 31 maggio su un nuovo, imponente veicolo lungo 488 cm, largo 198 cm ed alto 171 cm che con oltre due tonnellate di stazza non sfigurerebbe di fianco ad un mezzo anfibio da sbarco. La BMW come da tradizione, porta però un po’ di classe, un po’ di nobiltà motoristica in un settore non molto nobile, fatto di auto grosse, inquinanti, ingombranti e spesso incapaci di trarsi d’impaccio dal più banale scenario fuoristradistico firmando la nuova X6, sfacciatamente BMW e dichiaratamente pensata per la strada.
Di solito è lo stile che non si discute, ma in questo caso è preferibile non discutere la meccanica “aliena” che si cela dietro l’impeccabile funzionamento dell’ultima creazione bavarese, riservandosi magari un’accurata valutazione dal vivo delle proporzioni e delle forme di un’auto talmente insolita da poter sollevare giudizi estetici diametralmente opposti. Il muso è quello della X5 ed è quindi caratterizzato da un’impronta stilistica decisa e di successo, stesso discorso per la plancia, difficilmente distinguibile da quella delle altre BMW, per il resto la X6 è un’auto a parte che ha nell’impatto visivo dovuto alla linea di cintura alta e al tetto spiovente la sua caratterizzazione più visibile. La volontà di creare una Spotr Activity Coupè ha portato i tecnici di Monaco a contemplare delle soluzioni che sanno di compromesso per quanto riguarda l’abitabilità posteriore limitata dalla curiosa decisione di optare per soli due posti divisi da una specie di tavolino per appoggiare degli oggetti.
I due passeggeri posteriori dispongono di tanto spazio per le gambe e poco spazio per la testa, meglio optare quindi, se possibile per pettinature poco cotonate. Se il numero dei posti non è un problema, questa nuova vettura saprà ricompensarvi con tutta la tecnologia di ultima generazione di cui dispone a partire dal Dynamic Performance Control che integra il tradizionale sistema di trazione integrale permanente Xdrive con un nuovo differenziale posteriore capace di ripartire la coppia tra le ruote.
Una trazione così sofisticata è necessaria per trasferire a terra la forza dei potenti motori sovralimentati che equipaggiano la X6. Si va dal 3 litri a sei cilindri turbo o biturbo diesel da 235 o 286 cv delle Xdrive30d e Xdrive 35d che assicurano grandi prestazioni unite ad una relativa economicità d’esercizio.
La 35d per esempio dispone di 580 Nm di coppia già a 1400 giri, percorre 12 km con un litro e permette alla X6 di accelerare da 0 a 100 in 6,9 secondi fino ad una velocità massima di 236 km/h. Per il momento è disponibile un solo benzina, si tratta del 3 litri della Xdrive 35i, un biturbo a sei cilindri da 306 cv ma tra poco uscirà dagli stabilimenti nordamericani della BMW la X6 Xdrive 50i che promette prestazioni da capogiro grazie al suo 4.4 litri V8 biturbo da 406 cv che si collocherà al top della gamma con un prezzo di 82.870 euro contro i 59.870 euro della diesel meno potente.
Il primo approccio con la Nuova X6 non può non essere negativamente condizionato dalle dimensioni scandalose di un veicolo grande e grosso come questo. Il timore di fare dei danni alle cose e alle persone intorno a noi svanisce presto però, poco dopo l’accensione, subito dopo aver ultimato la prima retromarcia; una manovra che sarebbe quasi imbarazzante se non ci fosse la telecamera a far le veci di un lunotto posteriore quasi inesistente. Una volta in moto affiorano piano piano tutte le qualità di un bisonte trasformato come per incanto in gazzella dalla tecnologia tedesca.
Il merito è dell’ottima rigidità torsionale, delle sospensioni ma anche del Dynamic Performance Control, il cui intervento è facilmente avvertibile e trasforma la X6 in una vettura talmente agile che quasi sembra una coupè sportiva coi trampoli. Normalmente il differenziale trasferisce più coppia alla ruota esterna che dispone in curva di più carico e l’effetto è quello di agevolare di molto la chiusura della traiettoria.
Il sistema lavora in simbiosi con gli altri congegni per la sicusezza attiva, primo fra tutti il controllo di stabilità (DSC) ed il risultato è una dinamica di guida che non siamo riusciti a mettere in crisi nemmeno tra i birilli che delimitavano le zone del severo test allestito presso la base militare di Ghedi, tra i celebri Diavoli Rossi del 6° stormo, intenti nel frattempo a coordinare delicate e strategiche missioni ONU. La neutralità dell’assetto viene poi enfatizzata dall’adozione dell’Adaptive Drive che agendo su ammortizzatori e barre antirollio permette di sgusciare via tra le curve con incredibile agilità grazie a cambi di direzione immediati e molto precisi. Anche i motori fanno la loro parte regalando grandi soddisfazioni in ogni situazione.