Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio Verde, un sogno tra pista e città... [Video]

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510 cavalli, una coppia mostruosa, soluzioni tecniche spettacolari che ci accompagnano in ogni metro della nostra esperienza di guida.
9 dicembre 2020

Scrivere una recensione su Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio Verde è come mettersi davanti a un foglio per parlare di Maradona o della Torre Eiffel, e cercare di raccontare qualcosa che non è già stato detto. Test drive tecnici, test drive tecnicistici, recensioni verticali, orizzontali, trasversali. Io la posso raccontare solamente da un punto di vista di emozione, che non è certamente un tema inedito ma che sicuramente è quello salito a galla chilometro dopo chilometro nelle fasi di guida di questo bolide. Si tratta di un progetto monco, cui manca una station wagon, ma se tutti i progetti monchi offrissero una variante biturbo da oltre 500 cavalli, probabilmente il nostro modo di raccontare le auto sarebbe diverso, così come l'approccio all'ambito automotive. Alfa Romeo Giulia l'ho conosciuta molto molto tardi, perché tardissimo l'abbiamo provata.

Un pezzo di storia istantanea, un instant classic secondo qualcuno. Non mi piacque, di primo acchito, la coppia di paddle, troppo abbondanti, troppo esagerati, e soprattutto troppo sporgenti rispetto alla leva della freccia, tanto da costringermi a un movimento innaturale e soprattutto lento con la mano sinistra. Poco male, perché sulla Quadrifoglio Verde, specialmente quando si va a guidare in pista, delle frecce non si ha bisogno e le dita sono incollate a un volante splendido da impugnare, con tutti i comandi ai posti giusti e prosecuzione naturale e diretta delle nostre braccia. È come se si creasse un tuttuno con la macchina, con le sue prestazioni, con i suoi cavalli. Parlando solo per qualche riga di tecnologia, va ricordato il nuovo sistema infotainment che rappresenta una delle particolarità del model year 2020. Il display è da 8.8, ci sono Android Auto, Apple Car Play, e la sim di gestione con la app connessa. I fari a led? No. Xeno. 

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Come va

L'emozione è tutta qui. Nel "come va" questa Quadrifoglio Verde. Va come ci si aspetta. Cioè va in maniera eccezionale. A disposizione abbiamo un motore 2.9 litri V6 biturbo da 510 cavalli con un massimo di 600 Nm di coppia. Il cambio è lo ZF a 8 rapporti, ma il numero che dovrebbe farvi spavento è 150. Cosa sono? I millisecondi necessari, in modalità race, per passare da una marcia all'altra. Attenzione però alla modalità race, perché gli interventi dell'elettronica crollano e crolla così la capacità di Quadrifoglio Verde di essere mansueta. Il nervosismo arriva, ed è un'onda in piena da cavalcare con una tavola, o una forza infinita che solo in pochi riusciranno a tenere a briglia corta.

Si guida, e anche andare a fare la spesa diventa spettacolare, perché sotto il sedere sai che cos'hai, e poco male se intorno a te altri pensano di avere una vettura più evoluta in ambito tecnologico. Qui si guida, con passione, e si accelera da 0 a 100 in meno di quattro secondi. La velocità massima è di 307 chilometri orari, e QV è l'unica berlina al mondo con lo splitter attivo. Sopra i 100 chilometri orari ci sono due attuatori che cambiano l'aerodinamica per migliorare il carico; le sospensioni sono multibraccio, e brevettate Alfa, il torque vectoring sul differenziale posteriore autobloccante viene gestito dall'elettronica, con una trazione maggiore all'esterno per far inserire meglio la vettura. Lo scarico? Akrapovich, in titanio, con terminali in carbonio. Il timbro è più metallico. I consumi? Da ipervitaminizzata: si percorrono 7 chilometri in città, 11 a 130, 13 a 110. 

Conclusione

È un'Alfa che parte da 91.000 euro, e si sa esattamente dove finisce ogni centesimo solo se si sale al posto di guida e si viaggia senza pensieri, magari su una pista. La Veloce è certamente più interessante per la guida di tutti i giorni, pur mantenendo un pedigree di spessore dal punto di vista prestazionale. Quadrifoglio Verde però mantiene la purezza e anche l'intransigenza di una vettura dalle capacità superiori. Viene ovviamente uccisa dal superbollo, ma beato chi potrà andare oltre i valori economici e potrà mettersela in garage. Beato. 

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