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Sì ma alla fine Alfa Romeo Giulia è meglio o peggio delle tedesche? Siamo in dubbio se dare subito una risposta oppure se costringervi a leggere tutta questa recensione fino al punto in cui sveleremo il nostro pensiero (non in fondo, altrimenti scorrete e non la leggete comunque). E', lo diciamo subito, una risposta difficile da dare, perché la domanda è banale e mal posta. Come sempre una vettura è la migliore in misura del tutto soggettiva, perché soggettivo è l'uso che se ne fa e il modo in cui la vettura stessa si declina al nostro piacere e al nostro modo di essere. Però è allo stesso tempo una domanda che merita una risposta, per capire a che punto è arrivata Alfa Romeo. Scopriamolo allora insieme.
Linee sinuose, armoniose, ovviamente più classiche rispetto alla Quadrifoglio Verde che abbiamo visto ma, almeno chi vi scrive, non guidato. Quattro metri e 64 di lunghezza, uno e 86 di larghezza, uno e 43 di altezza, una vettura bassa, una berlina che piace subito all'anteriore per le nuove proporzioni rivisitate rispetto al DNA Alfa Romeo. Piacciono le attenzioni alla sicurezza che passano dalla telecamera sul parabrezza e dal radar nel paraurti, dove però manca la simmetria degli elementi in pieno stile Alfa. Le luci diurne sono a LED, l'avantreno è particolarmente cattivo, e il carattere passa pure dalle nervature che sono riprese sulle fiancate. Anabbaglianti e abbaglianti hanno tecnologia allo xeno, dietro abbiamo fari piuttosto stretti e un bagagliaio che non pesa all'apertura. L'ingresso è keyless, i cerchi da 18 pollici (nel nostro caso).
A una carrozzeria color grigio canna di fucile seguono interni in pelle rossi e fiammeggianti. E' uno shock salire a bordo, ma uno shock positivo, che carica di adrenalina. I materiali, a parte alcune piccolissime cadute di stile sono particolarmente intriganti, perché Alfa sceglie per l'assemblaggio le impunture rosse a vista sulla plancia e anche il legno opaco, oltre alla pelle che di primo acchito appare di ottima fattura. Il volante non ha le cuciture rosse e questa è una lieve mancanza, ma ha comunque un design azzeccato così come la dimensione e il diametro. Il sedile anteriore di guida ha impostazioni elettriche e tre memorie impostabili dal driver, che se abbondante si trova di fronte a due problemi sostanziali: 1. la larghezza del tunnel, per la solita comodità-scomodità del ginocchio destro; 2. il posizionamento dei paddle. Sulla nostra vettura è infatti montato il cambio automatico, che aggiunge anche le palette fisse per aumentare l'esperienza di guida. Il problema è che le palette sono molto ampie, e molto vicine alla corona del volante. Entrare e uscire dall'impugnatura, per raggiungere le frecce o l'azionamento del tergicristallo è molto scomodo, anche perché rispetto ai paddle le leve non escono molto di più in lunghezza. Nessun problema invece per chi ha le mani piccole, ma in considerazione del fatto che sulla parte posteriore del volante ci sono i consueti comandi per la parte audio dello UConnect, forse una scelta diversa poteva essere fatta.
Per il resto il sedile del driver, così come quello del passeggero anteriore, è comodo: non si sprofonda, e i fianchetti non sono certamente invasivi. Il volante si gestisce in altezza e profondità manualmente, e la plancia ha quel bel disegno che abbiamo già imparato a conoscere. Qualche dubbio rimane sul display centrale, perché il passaggio a quello di dimensione 8.8 pollici costa mille euro, ma anche perché è proprio il sistema infotainment a essere ancora in versione 1.0 (arriverà prossimamente quello più connesso). La strumentazione prevede un computer di bordo centrale che è un po' monocorde: restituisce varie informazioni, certo, ma non il numero abnorme che ci saremmo aspettati da una vettura tutto sommato nuova. Lo spazio dietro, complice il passo abbondante, è sufficiente per due persone a patto che davanti non siede un occupante extralarge. Dal divano posteriore si accede facilmente alla gestione delle bocchette del climatizzatore, e anche a una presa 12v. Comodi gli agganci isofix. Il bagagliaio rivela una cubatura di 486 litri.
A disposizione per questa prova non abbiamo, come detto, la Quadrifoglio Verde, ma la versione Super da 2.2 litri turbodiesel che eroga 150 CV e una coppia di 380 Nm. Quest'ultima è più che sufficiente, e anche le prestazioni non mancano, anche se tra le mani abbiamo la Giulia meno potente. L'accelerazione da zero a cento ferma il crono in poco più di otto secondi, e la velocità di punto sfonda quota 220 orari. Gli spazi di arresto sono molto contenuti, e anche i consumi non tradiscono: 10 chilometri con un litro di gasolio in città che diventano 15 a limite autostradale e salgono fino a 18 intorno ai 110 orari. Buoni numeri, anche se dal propulsore meno potente pensato per questa berline ci saremmo attesi qualcosina di più in città.
Le sensazioni di guida sono il vero valore aggiunto di questa vettura. Dinamicamente non potremmo chiedere niente di più. La tenuta è granitica, la trazione posteriore garantisce sempre quella dose di divertimento in più, nonostante sia impossibile escludere l'ESP. Tarata sul rigido, Alfa Romeo Giulia è un concentrato di divertimento su strada. I dossi vengono assorbiti benissimo, il comportamento dinamico è straordinario, e passa dalle impostazioni del DNA: la modalità Dynamic ci dà potenza, la Normal è quella che sceglieremo il più delle volte, mentre rispetto alla vecchia All Weather stavolta la A sta per Advanced Efficiency, con tutto il risparmio del caso. Lo sterzo è particolarmente diretto e non si indurisce moltissimo all'aumentare della velocità. Ottime notizie anche dal cambio automatico, dall'intelligenza buona e con otto rapporti.
A disposizione abbiamo il cruise control che ci porta fino all'arresto completo della vettura, il sensore di protezione dell'angolo cieco, che magari non si vede benissimo ma c'è, e l'assistente di corsia che si attiva semplicemente premendo sulla leva delle frecce. Sonoro e non attivo, è molto delicato e quindi troppo invasivo. L'attenzione alla sicurezza, però, su questa Alfa Romeo Giulia non manca.
Noi non abbiamo moltissimo: il sistema infotainment di cui abbiamo già parlato è completo ma non iperconnesso; si gestisce, a volte con un pizzico di scomodità, anche dalla rotella posta sull'ampio tunnel. C'è pure la retrocamera, sebbene l'interfaccia dedicatole sia minimo rispetto alle potenzialità del display. Il climatizzatore è sdoppiato e offre un refrigerio istantaneo anche nelle condizioni estreme. Avremmo voluto qualcosa in più? Forse un minimo di attenzione in più sullo specchietto interno, circodanto da tanta plastica, che stona rispetto alla sinuosità della plancia, che in generale offre pure tanto spazio nei porta bicchieri e nel bracciolo.
Dedicata ai veri alfisti, questa Giulia merita solo piccolissimi passi in avanti per salire e superare la resistenza tedesca. Parliamo ovviamente solo dell'aspetto legato a tecnologia e connettività, perché dal punto di vista della dinamica di guida questa Alfa ha già vinto. Partiamo da circa 38.000 euro e arriviamo a 43.000 euro della nostra versione.
Motore In prova
Cilindrata: 2.2 turbodiesel
Numero cilindri: 4 in linea
Potenza: 150 cavalli
Coppia: 380 Nm
Cambio: automatico a 8 rapporti
Trazione: posteriore
Consumo km/litro: 10 in città, 15 a limite autostradale, 18 intorno ai 110 orari
Emissioni CO2 per km: 109 grammi
Prestazioni:
Velocità Massima: 221 chilometri orari
0-100: 8.2 secondi
Misure:
Lunghezza/Larghezza/Altezza in cm: 464/186/143
Passo: 282 centimetri
Bagagliaio: 480 litri
Pneumatici: 18 pollici
Peso: 1520 chilogrammi
Alfa Romeo
Corso Giovani Agnelli, 200
10135 Torino
(TO) - Italia
800 253 200
https://www.alfaromeo.it/
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