Tesla: grande entusiasmo, ma bilancio in profondo rosso

Da qualche settimana a questa parte, il mondo non fa altro che parlare di Tesla. I mass-media, accortisi da poco di questo marchio, ne continuano ad incensare ogni aspetto futuristico ed avveniristico, tralasciando tuttavia un aspetto fondamentale: la situazione economica. Con i bilanci praticamente mai in attivo, la bilancia finanziaria è in costante perdita da almeno tre trimestri. Da gennaio a marzo 2016 ha fatto registrare un corposo – 282,3 milioni, a fronte di un – 154,2 dello stesso periodo dell'anno precedente. La perdita del valore azionario unitario, di conseguenza, è salita a 2,13 dollari.

Ad onor del vero, tuttavia, gli analisti profetizzavano una perdita maggiore. Il giro di affari è in aumento del 22%, mentre le consegne reali – 14.820 unità – sono inferiori alle 16.000 previste.

L'obiettivo del vulcanico Elon Musk è di raggiungere volumi di produzione tra le 80 e le 90 mila vetture entro la fine dell'anno in corso, puntando forte su Model S e Model X, i cui volumi sembrano tornati a livelli normali dopo alcuni problemi derivanti dalla mancanza di componentistica. L'ambizione del manager pare senza confini, con il target fissato a 500 mila unità – previsto inizialmente per il 2020 – anticipato al 2018.

Tali aspettative sono in parte giustificate dalle attese del costruttore per i volumi che dovrebbe raggiungere la Model 3, le cui prenotazioni hanno toccato le 400 mila singolarità.

Ovviamente, però, non è tutto oro quel che luccica. Internamente, l'azienda di Palo Alto sta vivendo un momento di ridefinizione degli assetti legato all'abbandono di due figure chiave come Greg Reichow, vicepresidente con responsabilità per la produzione, e Josh Ensign , vicepresidente con responsabilità per la fabbricazione. Con le dimissioni di questi ultimi, sono già cinque i vicepresidenti che hanno abbandonato l'azienda californiana quest'anno, assieme a Michael Zanini, James Chen e Ricardo Reyes.