Supercar cabrio, sfida in accelerazione: a sorpresa vince la Mazda MX-5

Mazda MX-5: il cavallo e il suo cavaliere

Gli ingegneri di Hiroshima per progettare la Mazda MX-5, la roadster più venduta al mondo, dicono di essersi ispirati alla filosofia giapponese Jinba Ittai, ovvero all'armonia che si sviluppa tra cavallo e cavaliere. Seguendo questa logica guidando una MX-5 si dovrebbe riuscire a ritrovare quella stessa armonia tra il conducente e l'automobile.

Quando i progettisti nipponici si sono messi al lavoro per sviluppare l'attuale MX-5 però, ovvero il modello di terza generazione, non pensavano certo di realizzare un'auto in grado di sfidare a viso aperto e battere in accelerazione le più supercar di fama internazionale.

Troppe infatti sono le differenze tecniche che separano anni luce la piccola e leggera roadster giapponese e le supersportive, dotate di motorizzazioni molti più potenti ed esuberanti, assolutamente non paragonabili con il quattro cilindri da 2.0 litri e 160 CV della versione più spinta della MX-5.

Davide contro Golia

Eppure la due posti secchi di Hiroshima è riuscita comunque a spuntarla in una sfida di accelerazione contro auto del calibro di Lamborghini Gallardo Spyder, Ford Mustang Convertible, Chevrolet Corvette Grand Sport Convertible, Porsche 911 Carrera Cabriolet e Lotus Elise . Come? Semplice, allo start i piloti delle singole auto, prima di partire, dovevano chiudere il tetto, alzando o rimontato la capote.

La MX-5 Coupé con tetto rigido ripiegabile elettricamente è stata la più veloce a richiudersi ed ha potuto così scattare con un buon vantaggio sulle avversarie, tagliando poi il traguardo in prima posizione.