Scott Krugger: «Alfa Giulia? È così bella perché siamo partiti dalla Quadrifoglio»

Scott Krugger: «Alfa Giulia? È così bella perché siamo partiti dalla Quadrifoglio»
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Goodwood - Alfa Romeo ha scelto l’esclusiva cornice del Festival of Speed di Goodwood per presentare al pubblico inglese la nuova Scott Krugger, da poco nominato Capo del Design del Biscione, ha avuto il compito di fare gli onori di casa. Lo abbiamo intervistato
27 giugno 2016

La nuova Alfa Romeo Giulia è un'auto che esprime un design tutto italiano. E questo credo valga anche per Lei, che arriva dagli Stati Uniti...

«Sì, sono assolutamente d’accordo. Giulia esprime uno stile squisitamente italiano. Basta voltarsi indietro a guardare la storia di Alfa Romeo per capire che questo marchio ha sempre avuto a che fare con la bellezza. Sono sempre state auto non solo belle da guidare ma anche da vedere. Ecco, Giulia è esattamente questo. Credo che tra le sedan la nostra Alfa sia l’unica in grado di distinguersi per uno stile così scultoreo, ma soprattutto “senza tempo”. E questo vale sia per la Quadrifoglio, che aggiunge solo alcuni elementi funzionali alla performance, sia per la Giulia tradizionale».
 

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Alcuni lettori hanno visto nella Giulia qualche riferimento fin troppo evidente alla BMW Serie 3, che poi è la sua concorrente diretta. Ne ha visto qualcuno anche Lei?

«Credo che le persone, quando vedono una nuova auto, si facciano subito un’idea in base alle proporzioni di ciò che hanno davanti. Le proporzioni della Giulia rimandano subito ad una sedan di segmento D a trazione posteriore, molto sportiva, con sbalzo anteriore molto ridotto. Sono le proporzioni a rendere Giulia così speciale. E sono solo le proporzioni dove riesco a vedere, forse, qualche somiglianza con altre competitor».

A molti sono piaciuti anche gli interni, davvero sportivi. Quando avete iniziato a disegnarli cosa avevate in mente? Qual era il vostro obiettivo?

«Abbiamo fin da subito pensato a realizzare un abitacolo che fosse tutto rivolto verso il guidatore. Il team di design creato una forma scultorea veramente affascinante per la plancia, che riesce a coinvolgere chi sta alla guida. Intorno al guidatore non c’è niente di superfluo, ma solo ciò che serve ad assicurare una autentica esperienza di guida. Credo che dentro, così come fuori, siamo riusciti a raggiungere una purezza delle forme assoluta».
 


Una cosa che mi ha colpito molto della Giulia è che anche il modello "tradizionale" è riuscito a rimanere affascinante come la Quadrifoglio. Come avete fatto? Di solito le versioni normali, scaricate di tutti gli eccessi tipici delle varianti sportive, rischiano di perdere molto in termini di stile...

«Il segreto di questo risultato va ricercato nell’approccio veramente atipico che abbiamo utilizzato nello sviluppo. Infatti siamo partiti a pensare la Giulia proprio dalla versione Quadrifoglio e non viceversa come avviene di solito. Per questo tutto quello che troviamo su quest’auto ha un preciso scopo funzionale e non è un semplice vezzo stilistico. Siamo partiti dal top di gamma e poi, per le versioni “tradizionali”, abbiamo semplicemente tutto quello che non serviva più per le alte prestazioni, come gli splitter, l’estrattore, lo spoiler o le prese d’aria aggiuntive. Ed è per questo poi che anche la Giulia “tradizionale” è così bella da guidare, una vera Alfa Romeo».
 


Noi italiani abbiamo in un certo senso mitizzato il marchio Alfa Romeo e la Giulia. Rischiamo quindi di non avere sempre uno sguardo lucido a riguardo... E' così anche negli Stati Uniti?

«Negli Stati Uniti Alfa Romeo viene percepito come un marchio assolutamente incredibile. Al di là dell’Oceano non circolano molte Alfa, per di più esistono solo veicoli storici. Ma c’è una passione eccezionale per questo brand. E lo stesso vale per la Giulia, un’auto che gli americani non vedono l’ora di vedere e soprattutto guidare. Per me è stato bellissimo arrivare a Torino e scoprire anche in Italia una passione così sfrenata per Alfa Romeo. Credo che l’amore per Alfa sia lo stesso in ogni parte del mondo».

 

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