Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Era attesa e, quando è stata svelata, non ha deluso le aspettative. Parliamo della nuova Renault 5 E-Tech. Un nome, quello della Renault 5, entrato nell’immaginario collettivo solo come R5 e che, dal 1972, ha venduto ben 9 milioni di esemplari in tutto il mondo. Apprezzata tanto in Francia quanto all’estero, la Renault 5 scende adesso in campo, a poco più di 50 anni di distanza, 52 per essere precisi, in versione completamente elettrica.
Quello della nuova R5 è uno di quei rari esempi in cui il modello di produzione riesce a non scostarsi molto dal prototipo ma, anzi, riesce forse a migliorarlo. I tempi di sviluppo sono stati estremamente celeri, con soli tre anni di lavori al posto dei quattro che, generalmente, sono richiesti.
Costruita sull’inedita piattaforma AmpR Small, realizzata dalla divisione Ampere di Renault, dedicata esclusivamente ai veicoli elettrici, la nuova Renault 5 E-Tech ha un design che prende ispirazione dal modello del passato e lo rielabora in chiave contemporanea anzi, futuristica.
Il frontale è caratterizzato dai fari rettangolari, che sono un tributo a quelli della R5 originale, ma che, in questo caso, hanno gli angoli inferiori smussati verso il basso, conferendole un look molto caratteristico. Poco sotto, poi, trovano spazio dei fendinebbia quadrati a quattro segmenti a “L” a led.
Nella vista laterale i passaruota anteriori tondi ricordano il design anni ’70, mentre quelli posteriori, lievemente allargati, rimandano alla mitica R5 Turbo. Ben fatto. Al posteriore, pur con i dovuti aggiornamenti stilistici, non mancano i riferimenti al modello storico, con le luci posizionate verticalmente e con un ampio fascione paraurti in plastica nera. Il look, fresco e un po’ irriverente, come quello della propria progenitrice, e ricco di colori brillanti, colpisce in positivo e, con ogni probabilità, farà di nuovo breccia nei cuori degli appassionati.
Così come all’esterno, anche gli interni brillano per la propria personalità: davanti al conducente spicca un quadro strumenti digitale di forma rettangolare da 7 o 10 pollici che ricorda quello analogico del modello lanciato nel 1972 ed è appaiato a un display da 10 pollici dedicato al sistema di infotainment che prende il posto delle bocchette dell’aria del primo modello.
Il design dei sedili, molto avvolgenti, riporta in auge la decorazione ad “H” della Turbo e sono realizzati in tessuto denim riciclato al 100%. Tutto è molto curato e lo spazio a bordo, considerando la lunghezza di 392 centimetri, non è poi così male. Solo i passeggeri della seconda fila, specialmente il terzo, rimangono un po’ sacrificati, specialmente se gli occupanti della prima fila sono un po’ alti.
Lo spazio destinato ai bagagli è di 326 litri, che non è poco, anche se lo scalino di ingresso un po’ alto, abbinato alla soglia stretta, non rende comodissimo il momento in cui si caricano i bagagli.
Cosa muove la nuova R5? Si tratta di un motore sincrono a rotore avvolto che viene proposto in tre tagli di potenza: 150 CV e 245 Nm di coppia, 120 CV e 225 Nm e 95 CV e 215 Nm di coppia ma, al momento del lancio, a listino sarà disponibile solo la versione più potente. Per quanto riguarda, invece, le batterie, le opzioni sono due: 52 kWh e 40 kWh. La prima consente di avere un’autonomia di 400 km secondo il ciclo di omologazione WLTP la seconda, invece, si ferma 300 km con una ricarica. Molto carino, sul cofano, il numero 5 che si illumina quando la presa è inserita.
I prezzi, al momento, non sono ancora stati comunicati ma si vocifera che dovrebbero partire da circa 25.000 euro.
Con delle dimensioni un po’ più abbondanti rispetto alla Renault 5 E-Tech, la BYD Dolphin ha fatto il proprio debutto sul mercato con un design molto morbido, quasi da piccola monovolume.
Le linee sono molto semplici e, all’anteriore, i fari a LED sono contornati da una striscia luminosa che attraversa per il lungo il muso e per dare un po’ di movimento al paraurti, ci sono due prese d’aria a “L” rovesciata poste ai lati. Guardandola lateralmente, la BYD Dolphin, è caratterizzata da profonde nervature a forma di “Y” poste orizzontalmente mentre, al posteriore, le luci sono collegate centralmente e ricordano molto da vicino quelle della Smart #1.
Se, da una parte, il look della carrozzeria non è particolarmente incisivo, quantomeno all’occhio occidentale, gli interni recuperano un po’ del terreno perso, offrendo un abitacolo molto curato e ricco di tecnologia. Sulla plancia, con andamento a onda, spicca il monitor da 12,8 pollici dedicato al sistema di infotainment che ha la particolarità di poter essere girato di 90° e di passare dal posizionamento verticale a quello orizzontale.
Dietro al volante trova spazio una piccola strumentazione digitale, a sbalzo, che riporta tutte le informazioni fondamentali per il guidatore e nulla di più. Lo spazio nell’abitacolo è buono, così come lo è quello dedicato al vano bagagli che offre una capienza di 345 litri.
A oggi la BYD Dolphin è disponibile con in due versioni di potenza e altrettanti varianti di batteria. Il modello d’accesso offre 45 kWh di batteria, abbinata al motore elettrico da 95 o 177CV, fino ad arrivare alla batteria 60,4 kWh e motore da 204 CV. L’autonomia di guida va da 310 km, fino a 430, secondo il ciclo WLTP.
Se non piace tanto all’occhio, ma sono gusti, la BYD non dispiace certo al portafogli, soprattutto considerando le dimensioni. Si parte infatti da 30.790 euro, che salgono fino a 37.490 della Design, dotata del motore più pepato.
Tornando al segmento delle citycar elettriche pure, è impossibile non citare la nuova Citroen E-C3. Con un design quasi da mini-SUV, la nuova piccola francese prende spunto dalla Oli Concept anche se perde quelle linee da Humvee che tanto erano piaciute in fase di concept.
Le dimensioni della E-C3 arrivano a superare, di un centimetro, quota 4 metri, poco di più rispetto al modello che è andato a sostituire. Il nuovo corso stilistico inaugurato da questo modello porta al debutto una nuova firma luminosa all’anteriore che evolve il disegno a “C”, componendolo con singoli tratti a LED.
Passando al design posteriore, i fari a LED quadrati, uniti al centro, ricordano un po’ quelli della Volkswagen T-Cross ma, in generale, il risultato ottenuto è piacevole.
Gli interni, pur molto curati, sono un po’ meno futuristici rispetto all’altra concorrente francese. Il display centrale dedicato al sistema di intrattenimento offre una diagonale di 10,25 pollici mentre, posizionato dietro al volante, trova posto un piccolo display, molto sottile, incastonato direttamente all’interno della plancia.
Il bagagliaio, invece, non brilla per la capienza che, a dispetto delle dimensioni esterne del veicolo, si ferma a soli 310 litri.
Per quanto riguarda la, motorizzazione, 100% elettrica, la E-C3 dispone di un motore da 83 kW, poco più di 112 CV, abbinato a una batteria da 44 kWh che garantisce, secondo i dati ufficiali, un’autonomia di 320 km. L’anno prossimo, poi, dovrebbe arrivare una versione con range ridotto a 200 km e, di conseguenza, con un prezzo inferiore a quello previsto per il modello di lancio.
Il listino della E-C3, senza considerare i vari incentivi statali e promozioni, parte da 23.900 euro, un prezzo che si avvicina a quello delle varie concorrenti dotate di motore endotermico.
Byd
's-Gravelandseweg 256
3125 BK Schiedam
(--) - Paesi Bassi
00800 10203000
info.ITauto@byd.com
https://www.byd.com/it
Byd
's-Gravelandseweg 256
3125 BK Schiedam
(--) - Paesi Bassi
00800 10203000
info.ITauto@byd.com
https://www.byd.com/it