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Quando si parlava di una versione fuoristradistica di una Lamborghini, nessuno ci credeva davvero, soprattutto considerando che già c’era la Urus ma il marchio di Sant’Agata Bolognese è riuscito a tirar fuori dal cilindro un altro capolavoro, la Huracan Sterrato.
Il design appare da subito più “piazzato” rispetto alla sorella stradale, con le dimensioni che sono leggermente lievitate. Il retrotreno è più largo di 34 mm, l’avantreno di 30 e il passo di 9 mm. La misura che è cresciuta maggiormente è, chiaramente, l’altezza che è incrementata di 44 mm, consentendo di avere una luce da terra di 16 cm.
Del design colpiscono subito i faretti aggiuntivi a LED anteriori, posti sul paraurti anteriore. Volendo, come optional, si può richiedere di avere un trattamento della superficie dei faretti in plastica altoresistenziale con kevlar. Questo stesso materiale, che è stato sviluppato specificatamente per questo modello, lo si può ritrovare anche sui passaruota e nei sottoporta. Ovviamente tutto è stato ideato per resistere alle sollecitazioni delle strade sterrate e compaiono così nuove minigonne, una slitta anteriore e un inedito diffusore. Sono nuovi anche i cerchi da 185/40 al posteriore e 235/40 all’anteriore, da 19 pollici, che calzano pneumatici specifici, i Bridgestone Duelér. Una delle tante chicche della Sterrato è l’air scoop che trova spazio tra le barre di carico del tetto.
Gli interni non si allontanano sensibilmente dalla versione più pistaiola. Rimane quindi la connettività tramite la App Unica e il display posizionato verticalmente dedicato all’infotainment. L’unica differenza percepibile a bordo è l’inedita trama dei sedili.
Come per ogni Lamborghini, per quanto l’estetica sia importante, la cosa che ogni appassionato ha più a cuore è il motore e, anche in questo caso, la Sterrato non delude. Il cuore pulsante è un V10 aspirato da 610 CV, che muove un peso totale complessivo che si ferma a meno di 1.500 kg. Le mappe motore disponibili sono tre e, a parte per la “Strada”, chiaramente indicata per la guida su asfalto, le altre due, la “Rally” e la “Sport”, offrono una guida sovrasterzante, con la prima che ha un ulteriore 10% di coppia mandate all’asse anteriore.
Passiamo però ai due aspetti “negativi” della Sterrato, ossia prezzo e disponibilità. Anche se doveste avere a disposizione i 270.000 euro richiesti – che poi salgono a oltre 300.000 con le personalizzazioni varie – dovreste avere la fortuna di riuscire ad accaparrarvi uno dei 1.499 esemplari prodotti, ma usato. Sono già state tutte vendute.
Forse una tra le auto più iconiche di sempre, la Porsche 911 è sinonimo di eleganza e di stile ma, per chi ha una buona memoria, è anche sinonimo di sportività e non solo su asfalto. Correva il lontano 1984 quando, tra le dune del deserto, l’indimenticabile 953 conquistava la Dakar.
Per celebrare gli antichi fasti, la Casa di Zuffenhausen ha deciso di riportare in vita la 911 Dakar e lo ha fatto con un lavoro di fino, capace di trasformare un’auto pressoché pronto pista in una belva mangia dune.
Il look, un po’ come per la Sterrato, non si scosta troppo dal modello “standard” che, in questo caso, è la bellissima Carrera 4 GTS, ma salta subito all’occhio, oltre ai parafanghi allargati e alle protezioni varie pensate per l’off road, l’assetto rialzato di 5 centimetri che, grazie alle sospensioni adattive, può essere rialzato di tre ulteriori centimetri. In questa maniera di ottengono degli angoli di attacco, di uscita e di dosso di notevole entità, con quest’ultimo che è molto simile a quello della Cayenne.
Come per la Lamborghini, anche Porsche ha commissionato degli pneumatici specifici per i cerchi da 19 pollici all’anteriore e da 20 al posteriore. Pirelli ha così realizzato gli Scorpion All Terrain Plus, pneumatici semitassellati rinforzati e datati di doppia carcassa, capaci di far procede in sicurezza il mezzo fino alla velocità massima – autolimitata – di 240 km/h.
Anche all’interno si respira il profumo della Dakar grazie al contagiri analogico, soluzione ormai più unica che rara, i sedili a guscio in fibra di carbonio derivati dalla GT3 e la possibilità di installare il roll bar. Anche senza quest’ultimo accessorio, la Dakar rimane una due posti secca.
Il motore, ospitato come di consueto al posteriore, non poteva che essere il tremila biturbo 6 cilindri boxer, capace di sprigionare 480 CV. Il lavoro per ridurre all’osso il peso, nonostante tutte le modifiche, ha fatto in modo tale che l’ago della bilancia si fermasse a soli 1.605 kg, solo 10 in più rispetto al modello da cui è nata.
Volendo, poi, tra gli accessori originali disponibili a listino, è disponibile anche la tenda da campeggio da montare sul portapacchi, rendendo l’esperienza della 911 Dakar ancora più completa.
Peccato che, come per la Sterrato, anche la Dakar sia realizzata in edizione limitata – in questo caso a 2.500 esemplari – e che il prezzo superi i 230.000 euro.
Lamborghini
Via Modena, 12
Sant'Agata Bolognese
(BO) - Italia
051 6817611
https://www.lamborghini.com/it-en
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