Quando Citroën era di lusso: il disastro della XM e della C6

Negli anni '80 la Citroen CX iniziava a sentire il peso della sua età, e nel frattempo dentro PSA le due aziende iniziavano a fare a gara per la produzione di una nuova berlina. Il programma, convalidato da Jacques Calvet, presidente del gruppo, porterà quindi Citroen a lavorare sulla XM, mentre in Peugeot sarà la 605.

Questa doppia produzione porterà ad una rivalità che, nel corso del tempo, spingerà i due team a fare gli straordinari per produrre in tempo la vettura. Ecco allora che il 23 maggio 1989 viene presentata la Citroen XM, tre mesi prima della Peugeot 605, anticipando di un anno il lancio.

E tutto sembra andare bene, la stampa è felice della vettura e le prime prove sembrano essere fantastiche. Ma alla lunga, qualcosa non va bene. Le prime auto date per i test più prolungati iniziano a mostrare problemi, celati sotto la frase "sono versioni pre-produzione".

Ma anche chi ha acquistato l'auto inizia ad avere problematiche: perdite di vario genere, cilindri del servosterzo non funzionanti, contatti del circuito elettrico danneggiati, fusibili bruciati, surriscaldamento del motore, problemi con le sospensioni, sistema ABS non funzionante, motorino d'avviamento rotto, e via discorrendo.

Dopo qualche mese l'auto non avrà più questi problemi, complice una serie di correzioni tecniche, ma nemmeno il restyling, l'arrivo della station wagon e varie funzioni avveniristiche permetteranno all'auto di riprendersi, fermandosi a 333.405 unità in 11 anni (uno scherzo in confrono alla CX, che ha venduto 1.169.695 unità. Il danno sarà così grande da portare strascichi anche con la C6, vettura che arriverà a vendere solo 23.300 unità, una miseria in confronto agli altri numeri.