Porsche: gli affari vanno male, colpa delle auto elettriche

Porsche: gli affari vanno male, colpa delle auto elettriche
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Si dice che il lusso non conosca la crisi, ma anche Porsche è costretta a fare i conti con un calo delle vendite, soprattutto in Cina, dove si pensava che le elettriche avrebbero sfondato, ma non è andata così
17 dicembre 2024

Se ve lo avessero detto due anni fa, ci avreste creduto che la Porsche è in difficoltà? Nessuno, nemmeno gli analisti più severi si sarebbero mai aspettati di ritrovare Porsche con le ossa a pezzi. Affossata, in parte, dalla crisi globale dell'automotive - che ha ormai contagiato anche la Germania, patria europea del settore - e per il restante dal più che problematico passaggio all'elettrico. Se, infatti, nei primi nove mesi dell'anno il colosso tedesco ha ottenuto un rendimento operativo del 14,1%, nel terzo trimestre è andata in scena un'eclissi preoccupante. Uno dei campanelli d'allarme più rilevanti arriva dalla Cina, l'Eden prescelto a suo tempo per incrementare le vendite e affinare, nell'immediato futuro, la consacrazione dei venturi modelli elettrici. Peccato per Porsche che, all'ombra della Città Proibita, le vendite sono in calo da due anni. Non solo: nei primi nove mesi del 2024, i consumatori d'oltre Muraglia – sia per l'ascesa di una sempre più agguerrita concorrenza locale, sia per la crisi economica che ha iniziato a mordere anche a Pechino e dintorni – hanno acquistato solo 43.280 unità (a conti fatti significa un calo del 30% su base annua). Un brutto colpo, visto che nel corso del 2021 la casa tedesca era riuscita a piazzare 95.671 delle sue belle auto nel Paese, più delle 86.160 vendute in tutta Europa e delle 70.025 consegnate negli Usa. Ebbene, oggi il mercato cinese si è trasformato in un arido deserto.

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Concorrenza cinese, tramonto europeo

Nessuno lo dice apertamente, ma a Zuffenhausen si teme che in Cina non ci sia ormai più niente da ottenere. Certo, il mercato cinese è leader per quanto riguarda la mobilità elettrica ma i brand occidentali non hanno pressoché voce in capitolo, travolti dalla spietata concorrenza di marchi autoctoni. Chi, come Porsche, sperava di affidarsi al Dragone per rilanciare le vendite dei veicoli tradizionali, a combustione, e anche, soprattutto, per lanciare le versioni elettriche, si è improvvisamente accorto di aver sbagliato strategia. "In Cina un motore a combustione della fascia premium che costa dai 70.000 agli 80.000 euro si trova a competere con i veicoli cinesi del segmento elettrico che vengono immessi sul mercato a 30.000 euro che hanno anch'essi molto da offrire", ha dichiarato il direttore finanziario di Porsche, Lutz Meschke, presentando i dati del terzo trimestre. Una delle inevitabili conseguenze è che l'azienda tedesca ridurrà la sua rete di concessionari in Cina di circa un terzo da qui alla fine del 2026. Il numero di Porsche Center
nella Repubblica Popolare Cinese scenderà fino a quota 100. E pensare che la Cina ha rappresentato per anni la gallina dalle uova d'oro di Porsche, classificandosi per otto anni di seguito il mercato più grande del marchio, e rappresentando oltre il 30% delle vendite complessive dell'azienda europea. Nel 2009, ricordiamolo, Porsche scelse Shanghai per lanciare la sua nuova berlina Panamera, in un tentativo deliberato di guadagnare terreno nel mercato cinese.

Strategia elettrica da rivedere

La strategia di Porsche era chiara: raggiungere il 50% di vendite elettriche nel 2025 e l’80% entro il 2030. Utilizziamo il passato perché i dati cinesi hanno riportato il gruppo verso traguardi meno ambiziosi (e non più resi chiari per evitare ulteriori retromarce "con grattata"). Il colosso tedesco è inoltre chiamato a sciogliere diversi nodi, più o meno influenzati da fattori esterni. Il primo: vari modelli hanno fatto i conti con ritardi tecnici inaspettati (tra cui problemi di software). Il secondo: i progressi tecnologici, in primis nel campo delle batterie portano a un rapido calo del valore delle automobili. Un guaio enorme, questo, per veicoli premium come le Taycan che, appena varcano le porte del concessionario vedono il loro valore perdere decine di migliaia di euro. La nuova Macan - che è solo a batterie - è stata lanciata da poco e i risultati si fanno attendere  Il fatto è che, entro la metà del 2025, Porsche probabilmente non avrà più nulla per quanto riguarda i motori a combustione nel segmento entry-level (soltanto la 911, la Panamera e la Cayenne possono ancora essere ordinate con motore a benzina). I concessionari esprimono preoccupazione, perché temono che si tratti di un'offerta inadeguata, soprattutto per la Cina. A proposito: a titolo precauzionale la struttura dei costi dell'azienda sarà orientata verso una vendita di 250.000 unità all'anno. Più di 8.000 degli attuali circa 42.000 posti di lavoro potrebbero essere a rischio.

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