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Selva di Val Gardena - Peter Runggaldier, ex sciatore alpino italiano, unico atleta azzurro ad aver vinto la Coppa del Mondo di Supergigante, lo abbiamo incontrato in circostanze davvero particolari.
Seduti sul sedile del passeggero di una Porsche 911 Carrera 4S Cabriolet, lo abbiamo accompagnato in una folle risalita a tutta velocità sulle piste da sci che portano al mitico Saslong, in Trentino, circondati dallo scenario unico offerto dalle Dolomiti.
Una volta arrivati in cima (e non è stato facile), dopo esserci scrollati di dosso un bel po' di tensione e di neve (la risalita, ovviamente, è stata affrontata a capote abbassata...), abbiamo fatto una lunga chiacchierata con Runggldier, o per meglio dire, con il “Runghi”, come amano chiamarlo gli amici.
Abbiamo scoperto non solo un grande atleta, che insieme a Tomba e Ghedina ha contribuito a rendere grande lo sci azzurro, ma anche un vero sportivo, che ama stare all'aria aperta e che coltiva fin da piccolo una grande passione per i motori, in modo particolare per le moto e il mondo del fuoristrada.
Perché oltre allo sci ami così tanto anche andare in auto? Questi due mondi, apparentemente distanti, hanno qualcosa in comune?
«Amo così tanto le auto perché guidare, per certi aspetti, è molto simile allo stare sugli sci, per esempio per le traiettorie o per il senso della velocità. Ho fatto un po' di lezioni di guida in pista e gli istruttori insegnano a come affrontare le curve e a come impostare le linee proprio come nella discesa libera. Al di là di questi aspetti più tecnici però penso che sia l'emozione ad accomunare così tanto il mondo dei motori e lo sci. Entrambi infatti riescono a regalare emozioni fortissime, uniche».
Quando scopri di essere un grande amante dei motori?
«Sono sempre stato un grande amanti dei motori, in modo particolare delle motociclette. Quando avevo sei anni il mio vicino di casa mi portava in giro per i boschi con una moto da cross preparata da gara. Poi a sedici anni ho avuto la Vespa e da questo momento in poi ho sempre vissuto in compagnia di qualche mezzo a motore. Col tempo ho maturato una passione particolare per il mondo dell'enduro e del cross».
Che tipo di motociclista sei?
«Da tanti anni possiedo una Supermotard, una moto che trovo davvero perfetta per muoversi qui in montagna. Anzi credo che questo tipo di moto, monocilindrica e quindi così agile e leggera, sappiano essere i mezzi più veloci in questo contesto, quando ci sono molte curve, passi e tornanti. È una moto che va davvero molto forte, anche se io la utilizzo per fare le commissioni quotidiane, quando per esempio devo andare a Bolzano o quando scendo in paese a comprare il pane. Anni fa ho avuto moto da cross, ma oggi, qui in Trentino, è diventato davvero impossibile andare a fare fuoristrada perché è ovunque vietato. Quindi due volte all'anno noleggio con degli amici una moto e andiamo a fare enduro, per esempio in Toscana».
“Penso che sia l'emozione ad accomunare così tanto il mondo dei motori e lo sci. Entrambi infatti riescono a regalare emozioni fortissime, uniche”
Risalendo la pista con la 911 abbiamo notato che te la cavi molto bene anche nella guida sportiva. Oggi corri abitualmente al volante delle quattro ruote?
«Sì, oggi mi diverto molto e riesco a togliermi qualche soddisfazione con le gare di kart, anche quelle endurance, di 24 ore. Vado spesso sui kart, abbiamo organizzato in alcune occasioni tornei a squadre a cui partecipavo insieme a Kristian Ghedina».
E in auto?
«Una volta, sempre in compagnia di Kristian (Ghedina, ndr) ho provato a scendere pista al volante di un'Alfa 33 del Gruppo A. Ci aveva invitato un team per un test, facevo registrare buoni tempi, ma poi mi ha mollato il motore per un guasto, i meccanici hanno lavorato tutta la notte senza riuscire a trovare una soluzione e ho dovuto rinunciare alla gara. Un'esperienza davvero sfrotunata».
Hai vinto tanto con lo sci, fino a raggiungere i massimi livelli e la notorietà. Che ricordo hai di quegli anni?
«Sono stato davvero molto fortunato, non solo ad ottenere i risultati sportivi che ho conquistato ma anche perché quando prendevo parte alle gare era il momento di Alberto Tomba, che è riuscito in quel periodo a portare davvero la passione per lo sci dentro le case degli Italiani. Ho un bellissimo ricordo di quegli anni».
“Un atleta corre per sé - è inutile negarlo - per ottenere il risultato, ma quando senti che hai il supporto della gente e degli appassionati è tutto diverso”
Com'è cambiato il mondo dello sci oggi, rispetto a quando gareggiavi tu?
«Un atleta corre per sé - è inutile negarlo - per ottenere il risultato, ma quando senti che hai il supporto della gente e degli appassionati è tutto diverso. Quando gareggiavo i media davano un grandissimo spazio al mondo dello sci e quindi le nostre gare avevano davvero un grandissimo seguito. Oggi invece è tutto molto diverso. La stampa magari scrive solo quando un italiano vince, ma poi tutto finisce lì e questo non va bene perché non crea passione, non crea seguito».
Da quanti anni accompagni sulle piste da sci i soci del Porsche Sci Club?
«E' da 11 anni che seguo le tappe del Porsche Sci Club. Trovo che sia una bella iniziativa perché raduna veri appassionati, che amano le proprie auto ma anche gli sport sulla neve».
Cosa trascorre le sue giornate oggi Peter Runggaldier?
«Oggi, oltre ai weekend del Porsche Sci Club, mi occupo del Dolomiti Superski, un consorzio che gestisce gli impianti di risalita davvero grandissimo, con piste che si estendono su quattro vallate. Poi faccio la guida, portando in giro gli sciatori, ma insegno anche agonismo in pista».
“Stare in ufficio non è proprio il mio mondo, io voglio stare all'aria aperta e lavorare sul campo”
Non hai più rapporti con la Nazionale e con la Federazione Italiana Sport Invernali?
«Ho fatto un periodo a lavorare nella Federazione ma ora non più. Stare in ufficio non è proprio il mio mondo, io voglio stare all'aria aperta e lavorare sul campo. Ho fatto anche il Direttore della scuola di sci a cui fanno capo 30 maestri e lì stavo davvero tutto il giorno chiuso in ufficio per organizzare il lavoro, ma non faceva davvero per me».
Ti alleni ancora?
«Ho quasi sempre gli sci a piedi, certo. Però fare il maestro di sci non permette di allenarsi veramente. Non mi alleno più come un tempo ormai, anche se sono sempre in forma. D'estate vado in mountain bike, d'inverno ho lo sci ma faccio sport per passione e per piacere, non più per mantenere un certo livello di allenamento».
A fianco del tuo Supermotard, nel tuo garage, che auto parcheggi?
«Oggi ho una Porsche 911 Targa, che ho comprato usata. Mi piace davvero tantissimo quest'auto, per me è un sogno che sono riuscito a realizzare».
Porsche
Corso Stati Uniti 35
35127 padova
(PD) - Italia
800 000 911
contatto@porsche.it
https://www.porsche.com/italy/
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