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Siamo volati a Parigi per vedere un'anteprima internazionale che riguarda la nuova C4, o meglio il suo aggiornamento modello, rimanendo piacevolmente impressionati e in piccola parte sorpresi. Qualcuno diceva infatti non si sarebbe più chiamata Cactus, che sarebbero spariti gli airbumps, ma in sostanza Cactus lo è ancora, forse un po' meno di come ce lo si immaginava pensando alla versione precedente, che aveva rotto gli schemi proponendo per la prima volta quegli airbumps ora divenuti molto più piccoli, molto più bassi. Quasi non si notano adesso, ma rimane la sagoma principale, pur corretta, con un profilo plastico importante che percorre interamente il basso perimetro della vettura e rimane il DNA Cactus per quasi tutto il resto; in chiave meno vistosa, senza però rinunciare alla classica personalità Citroen. Per questo modello 2018 si punta più a un altro aspetto, che le vecchie Citroen avevano, quello della vera comodità e del senso di comfort a partire dalla selleria. Nel secondo secolo di storia Citroen si parla di Advanced Comfort, un programma a 360° che include sotto il medesimo nome e quindi cura: guida, vita a bordo, funzionalità e persino stato mentale di chi sieda a bordo. I sedili della nuova C4 Cactus hanno ora un rivestimento speciale e soprattutto gli ammortizzatori sono dotati di finecorsa idraulici, per smorzare molto i movimenti, eliminando il cosiddetto rebound. L'effetto “tappeto volante” che ci è stato descritto dagli uomini della Casa sarà da verificare alla prova, intanto quello che abbiamo visto in Madre Patria con breve anticipo sul debutto è un’estrema varietà di combinazioni colore esterno, che sono trentuno e anche per gli interni, con cinque ambientazioni. La struttura meccanica di base, con ingombro longitudinale 4,17 metri e passo 2,60 rimane analoga, come forme e dimensioni degli interni, incluso display sette pollici, condiviso a parte del mondo PSA. La personalità dell'auto è ora un pochino più avvicinabile, se vogliamo, da chi abbia gusti canonici e possa magari spingersi nel mondo dell’identità Citroen, sempre visibile come ha detto la CEO Linda Jackson. Proprio Jackson ha colto occasione per ricordare la strategia dei nuovi otto modelli Citroen e il target di 1.600.000 vendite globali nel 2020.
La nuova C4 Cactus è certamente interessante nel segmento delle cinque porte entro i 4,2 metri, meno di nicchia rispetto alla precedente in quanto a stile. Alta ma non quanto un SUV (1,47 m.) volutamente non definita Crossover ma berlina, differenziandosi dalle sorelle C3 Aircross e C5 Aircross, con quest’ultima che ci ha colpito positivamente alla presentazione, ma in Europa arriverà solo alla fine del prossimo anno. Vera chicca tecnica in chiave francese, come sempre capita per una Citroen, è una soluzione di quelle definibili furbamente analogiche: parliamo dei nuovi ammortizzatori a fine corsa con smorzamento idraulico, un’ingegnosa variante che sostituisce delle parti fisiche che danno un senso di secca risposta, con dei circuiti idraulici interni all’ammortizzatore stesso che rendono più lineare sia l'inizio sia il termine della corsa delle sospensioni; particolarmente apprezzabili quindi su dossi urbani, ma anche avvallamenti secchi e non compromettenti la tenuta in curva, a quanto ci hanno spiegato. Semplici elementi, capaci di generare lo storico effetto progressivo, quasi da “tappeto magico” che caratterizzava le Citroen di un tempo, almeno pare. Non parliamo di un’evoluzione tecnica sopraffina, di elettronica moderna e costosa, ma di un ammortizzatore PHC realizzato dalla rete europea di Kayaba (Kyb) su specifica Citroen, che potrebbe essere poi esportato anche su altri modelli della Casa. Salgono a dodici le oggi irrinunciabili funzioni di assistenza alla guida e sono tre le tecnologie di connettività. Per migliorare l’acustica ci sono vetri più spessi, posteriori incapsulati, nuove guarnizioni di tenuta attorno alle porte, parabrezza insonorizzato e materiale fonoassorbente sulla paratia dell’abitacolo e del pianale.
Personale, carina secondo gusto. E’ lei, è la C4 nata nel 2014 che usa piattaforma PF1, ma non si direbbe più che è “la Cactus” al primo sguardo, perché gli airbumps sono davvero molto più piccoli e molto più bassi, quasi invisibili da lontano. Quello invece molto visibile è il frontale, ora condiviso nello stile alle sorelle uscite di recente, che propongono la nuova impostazione voluta da Citroen anche per dei prossimi modelli: ci sono i gruppi ottici anteriori con Led diurni su doppia fila e un senso orizzontale che rende più larga l'impressione visiva della nuova C4 Cactus, certo più seriosa della precedente. È però anche più gentile visivamente, sembra meno alta perché meno alto è l'effetto visivo generale grazie all’ampia vetratura e le finiture nero lucido, che pongono distacco tra la parte inferiore della carrozzeria e quella superiore, proprio per far sembrare C4 Cactus 2018 più berlina della precedente. L'effetto a noi è sembrato gradevole, a livello statico, diverso potrà essere vederla in strada su spazi più ampi, in fianco a modelli molto diversi da lei. Anche fiancata, prese aria e soprattutto il posteriore si evolvono, migliorando in raffinatezza generale rispetto al passato che era solo singolare e per qualcuno simpatico. Dietro ci sono nuovi gruppi ottici LED 3D e il tetto in superficie vetrata si combina al resto per la sensazione di luminosa e spaziosità voluta. Nove le tinte carrozzeria, più quattro pack color che si estendono anche ai profili dei fendinebbia. Quattro invece le varianti di cerchio in lega, 16 o 17 pollici.
Aprendo la portiera di C4 Cactus 2018, si percepisce la vettura generalista francese, come era la precedente, però balzano all'occhio i nuovi toni di colore, molto variabili, tutti abbastanza gentili e l'impressione di luminosità data dalle ampie superfici vetrate, che sono 1/3 della superficie generale. Oggettivamente spazio, dimensioni, vani (molti e molto ampi) come qualità dei materiali, sono simili alla precedente C4 Cactus, di cui abbiamo parecchio già parlato su Automoto.it; quello che cambia è la sensazione di contatto con il sedile, che in effetti è uno dei punti maggiormente percepiti da chi sia dentro un'auto in movimento. Qui si trovano nuovi materiali poliuretani in spessore fino a 15 mm di consistenza molto intensa, capaci di donare un effetto materasso proprio come quello voluto a richiamo del passato Citroen, senza essere troppo “sprofondevoli”. Stando fermi dentro la nuova C4 Cactus 2018, la sensazione è molto gradevole, comoda fisicamente e morbida anche nella tenue essenzialità dell’ambiente, decorato (tra le cinque varianti anche pelle e alcantara) e illuminato anche dal grande vetro sul tetto (protezione UV4) che lascia pensare ad altro, quando non si debba guidare. Non una selleria delle più contenitive, ma sicuramente comoda più della media, anche per chi superi il metro e novanta di altezza, con regolazione lombare per il conducente. Per il resto l'Infotainment è integralmente gestito su Touch Pad sette pollici, includente Connect Nav 3D, che dispone di condivisione con il mondo Android e iPhone (Mirror Screen, Android Auto, Apple CarPlay e MirrorLink). Soprattutto da usare, o da sapere pronti a entrare in funzione, ci sono dodici sistemi definibili di sicurezza o assistenza alla guida, più o meno diretti: oltre il doppio di quanti erano presenti in precedenza. Tra questi ovviamente la frenata automatica d’emergenza (da 5 a 85 km/h) il riconoscimento dei limiti di velocità, l’avviso di superamento involontario della carreggiata (da 65 km/h) il Coffee Break e Driver Attention Alert, la sorveglianza dell’angolo morto. In aiuto alle manovre Park Assist con telecamera di retromarcia, mentre volendo si dispone anche di selettore Grip Control, per passare su fondi difficili: adatta la motricità su cinque modalità di funzionamento (neve, fango, sabbia, standard e ESP OFF). Ulteriore punto utile per la sicurezza il Connect Box con Pack SOS & Assistance.
Non sono ancora definiti il giorno del debutto, previsto nel primo trimestre 2018 e il prezzo di lancio, per la nuova Citroen C4 Cactus; parlando con i tecnici che ci hanno spiegato il valore dei contenuti aggiunti, è presumibile un leggero incremento di costo, a fronte di maggiori doti. Di certo ci sono tre motori benzina PureTech, da 82, 110 o 130 CV e due diesel BlueHDi (100 e 120 CV) tutti S&S, quindi una crescita di gamma, di prestazione e anche un nuovo cambio automatico, a sei rapporti, che si può abbinare in particolar modo al prestante tricilindrico turbo benzina. A proposito di prestazioni, pur 40 kg circa più pesante della precedente C4 Cactus, per le cure d’insonorizzazione, la nuova francese gode comunque di una massa ridotta e qualche vantaggio rispetto a molte concorrenti di segmento. Attendiamo di provarla su strada.
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Via Gattamelata, 41
Milano
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https://www.citroen.it/
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