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Dici Opel oggi e pensi a una gamma elettrificata futura, in espansione. Vincolata sotto il vestito alle poche piattaforme Stellantis capaci di declinarsi in ogni segmento e marchio, con quella personalità tedesca ancora percepibile al netto della prestazione “fissata”. Però in passato… Altro che SUV plugin, citycar BEV o downsizing dei termici: le Opel sperimentali made in Germany erano anche sportive, GT. Pure bellocce e con spazio a fantasie di motori.
Ecco una piccola carrellata di cinque modelli che a loro modo mi hanno colpito, tra gli archivi prototipi targati Opel del secolo scorso: non mancano le piccole da uso urbano che avrebbero potuto competere con Panda e Twingo.
Oltre mezzo secolo fa, in Opel sperimentavano la sportiva elettrica: Elektro GT. Ovviamente non poté avere seguito, ma il modello fu capace di battere al tempo sei record, guidata da Georg von Opel, pronipote del fondatore.
La base era la Opel GT del 1968, dotata di due motori elettrici Bosch per 120 CV totali. Qualche cura di aerodinamica e raffreddamento, con a bordo batterie nichel-cadmio Varta, che pesavano parecchio. La GT elettrica toccava nella versione finale i 1.700 kg, ma a Hockenheim sfiorò i 190 Km/h e percorse alla velocità di 100 Km/h, 44 chilometri.
A Ginevra, nei primi mesi del 1975, Opel portò in anteprima la sportiva due posti denominata GT/W. Auto dove l’evoluzione della vecchia GT, pensionata, dava spazio a una possibile’erede persino capace di sperimentare il motore rotativo, Wankel.
La GM non approvò mai i passaggi successivi di sviluppo, ma lo stile del modello era accattivante.
Il 1975 è stato un anno interessante, che ha visto presentare al mondo anche la GT2 Opel, capace di sorprendere il pubblico europeo grazie non solo alla firma di Michelotti.
Auto sportiva da 4.2 metri, basata sulla Manta del tempo, con toni futuristici e forma a cuneo, come era moda. La GT2 aveva quattro posti e un degno bagagliaio, ma soprattutto usava porte scorrevoli, inedite, fari a scomparsa e curava l’efficienza di motore e aerodinamica (Cx 0.32).
Lo scopo era tutelare ai consumi: quello dichiarato dal 1.9 105CV era di 7/7,5 l / 100 km. Non male per una sportiva del tempo. In abitacolo sedili ventilati e primi strumenti digitali. Non ci si sedettero in molti però, non avendo trovato la via della produzione in serie.
Nell'anno della prima iride di Freddie Spencer e del dominio a mani basse di Senna, nella F.3 internazionale, Opel sperimenta la piccola Junior. Una citycar lunga 3,4 metri su cui lavorò un giovane Chris Bangle.
La Junior, di forma arrotondata e coefficiente aerodinamico buono (0,3) aveva degli elementi pensati per adattarsi a usi non solo da città: il tetto (di plastica o tela) e i rivestimenti sedile, erano rimovibili. I secondi per fare da coperta o sacco a pelo. In abitacolo competeva con le francesi per fantasia, con la serie di mini contenitori sulla plancia. Ordinario il motore, a benzina 1.2.
La Twin, presentata 30 anni orsono, piacerebbe anche oggi per come sfrutta la bivalenza dei suoi motori.
Il piccolo monovolume infatti è ibrido nel senso di avere doppia motorizzazione, a scelta. La parte posteriore dell’auto si può cambiare usando o un tre cilindri 800cc oppure una coppia di elettrici, per la città. La potenza combinata era già coerente ai tempi moderni, con 62CV.
Opel
Piazzale dell'Industria, 40
Roma
(RM) - Italia
06-54652000
https://www.opel.it
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