«Mollo tutto e apro MiataLand, il paradiso mondiale per le Mazda MX-5»

«Mollo tutto e apro MiataLand, il paradiso mondiale per le Mazda MX-5»
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Con una passione innata per le auto, Andrea Mancini si è scoperto quasi per gioco il più grande collezionista di Mazda MX-5 sul pianeta. E ora ha deciso di rivoluzionare la sua vita e trasformare il suo sogno in un lavoro. Ecco come
16 settembre 2014

Barcellona – Sono rare, ma esistono. Persone come Andrea Mancini riescono a trasmettere una carica esplosiva, con una forza simile solo a quella della dinamite. Perché se state pensando che, arrivati all'alba della mezza età, il vostro destino sia quello di iniziare un logorante countdown sul vostro solito posto di lavoro fino al miraggio della pensione, lui è l’esempio vivente che vi state sbagliando. E anche di grosso.

Con una passione innata e autentica per le auto, Andrea si è scoperto quasi per gioco il più grande collezionista di Mazda MX-5 sul pianeta. Ma non è uno di quelli che vuole tenere tutto per sé, con le auto chiuse nel buio di un garage e lontane dal mondo. E per questo ha deciso di rivoluzionare la sua vita e dopo vent’anni di brillante carriera ha rimesso tutto in discussione. Si è già licenziato e ha iniziato i lavori per realizzare prima di tutto un sogno e, in secondo luogo, un posto unico al mondo dedicato a tutti gli appassionati delle piccole e colorate Miata.

Andrea Mancini e l’automobile. Come nasce questa grande passione?
«Sono sempre stato un grande appassionato di auto, fin da bambino. Una passione condivisa con mio papà e i miei fratelli, tanto che abbiamo avuto persino un’azienda che costruiva telai di go-kart, con cui poi ci divertivamo a correre in pista. Dopo l’università ho avuto la possibilità di iniziare a lavorare in una concessionaria, non era di certo la mia più grande ambizione, ma ero comunque felice perché avevo la possibilità di stare a stretto contatto con le automobili. Nel corso degli anni poi sono riuscito a fare carriera all’interno di una grande casa automobilistica internazionale, quindi ho sempre soddisfatto la mia sete di auto».

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Andrea Mancini, 44 anni, ha deciso di trasformare un sogno in realtà
 

E quando matura l’amore per la Mazda MX-5?
«Mi sono innamorato della Mazda MX-5 la prima volta che l’ho vista, alla Fiera di Roma nel 1990. Me lo ricordo come se fosse ieri, era una splendida NA verniciata in Mariner Blue. Da quel momento si è instaurato un legame fortissimo e profondo con questo modello, tanto che appena potevo passavo davanti alla vetrina per guardarla e sognare. Ricordo ancora il prezzo, costava 30 milioni e 300.000 lire, ma all’epoca – ero ancora uno studente - non me la potevo davvero permettere. A quel punto però mi ero già messo in testa che quella sarebbe stata la mia macchina e che prima o poi ce l’avrei fatta ad averne una tutta mia».

Quando sei riuscito ad avere la prima?
«Nel 1998 sono riuscito a comprare la mia prima MX-5 usata, ritirando la permuta di un cliente mentre lavoravo ancora in concessionaria. La prima che ho avuto purtroppo l’ho venduta per prendere poi alcuni anni dopo l’unica MX-5 che ho acquistato nuova: una NB in serie limitata Miracle 1.8 di cui mi ero innamorato».

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Andrea ha iniziato a collezionare Mazda MX-5 quasi per caso. Oggi ne ha 27!


Come mai ad un certo punto scatta il desiderio di collezionare Miata?
«Col tempo mi sono pentito talmente tanto di aver dato via la prima Miata che ad un certo punto ho deciso che non avrei mai più venduto una delle mie MX-5. Non ho mai avuto l’idea di creare una collezione con le serie limitate della MX-5, mi è venuto naturale. La sera andavo a letto e prima di dormire pensavo a quanto mi sarebbe piaciuto avere la M Edition americana del 1997 Montego Blue oppure la Merlot con i cerchi BBS da 15”. Così ho iniziato a prenderne alcune, importandole dal Giappone facendole passare per l’Inghilterra (per questioni legate all’immatricolazione, ndr) o direttamente degli Stati Uniti, con costi di importazione folli».

Non dev’essere stato facile. La MX-5 è un’auto diffusa soprattutto in Paesi molto lontani dall’Europa…
«Sì, è vero, ma per fortuna iniziai a viaggiare abbastanza spesso per lavoro, tra Inghilterra e Giappone, e anche grazie al rapido sviluppo di e-Bay e del commercio online, diventava sempre più facile per me scovare nuove MX-5 in serie limitata in giro per il mondo, di cui poi mi infatuavo perdutamente. Così ho iniziato a collezionarle fino a oggi. Col tempo sono persino riuscito a cambiare casa fino a prenderne una che potesse ospitare tante macchine».

Col tempo mi sono pentito talmente tanto di aver dato via la prima Miata che ad un certo punto ho deciso che non avrei mai più venduto una delle mie MX-5


Oggi quante MX-5 hai radunato in garage?
«Ad oggi la mia collezione può contare su 27 MX-5, di tutte le serie (NA, NB, NC, ndr), dal 1990 al 2012. Lo spazio in garage è finito molto presto quindi oggi le conservo in maniera non proprio corretta, sfruttando il giardino e ho dovuto elaborare un piano molto complesso per muoverle periodicamente tutte in modo da tenerle in esercizio e conservarle nel migliore dei modi. Diciamo che conservare le mie Miata oggi è diventato quasi un secondo lavoro, che svolgo tutti i weekend».

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Anche la rarissima Mazdaspeed MX-5, con motore sovralimentato, fa parte della collezione


Ne hai davvero tantissime, ma alcuni esemplari sono davvero più che rari. Non è vero?
«Tra le mie preferite metto senza dubbio le serie speciali fatte dalla M2 Incorporated, una divisione sportiva della Mazda nata nel 1993 per il mercato giapponese che oggi non esiste più. Ho la fortuna di avere una M2 1001, prodotta in soli 300 esemplari, con uno spirito pure classic. L’auto non ha nulla di moderno, né alzacristalli elettrici, né servosterzo, per non parlare dell’ABS e delle regolazioni dei sedili, del tutto assenti. Gli interni sono spartanissimi e il motore è potenziato fino a 130 CV (115 quelli di serie, ndr) grazie a impianto di scarico e centralina dedicati. Quest’auto in Giappone costava esattamente il doppio rispetto della MX-5, possiamo ipotizzare una cifra simile a 60 milioni di lire ma nonostante il prezzo esorbitante la M2 Incorporated si è vista arrivare 600 richieste d’acquisto, tanto che per assegnare i 300 esemplari previsti ha dovuto fare un sorteggio! Per me quest’auto è sempre stata inarrivabile e oggi mi stupisco ancora di vederla tutti i giorni nel mio garage. Ho la numero 048, comprata in Inghilterra e per me guidarla è un’emozione unica, come per un appassionato di Ferrari sarebbe eccezionale mettersi al volante di una F40».

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L'introvabile M2 1001 è in buona compagnia. Andrea ha le uniche quattro MX-5 sviluppate dalla M2 Incorporated arrivate in Europa


La tua collezione è qualcosa di unico al mondo. Quali sono gli esemplari più particolari?
«Sono riuscito ad avere tutte le MX-5 sviluppate dalla M2 Incorporated. Oltre alla 1001 ho due esemplari di 1002, versioni un po’ più lussuose della capostipite, e poi la 1028 del 1994. Sono le uniche quattro MX-5 della M2 Incorporated a circolare in Europa e sono riuscito a radunarle insieme. Poi ho tutte le Eunos Roadster (il nome della MX-5 prima serie in Giappone, ndr) Limited Edition. Si va dalla rarissima RS, alla versione Mazdaspeed con un supercharger applicato al motore. Poi ho alcune versioni americane molto particolari come l’unica versione turbo realizzata da Mazda per gli Usa, una Mazdaspeed del 2004, un’auto bilanciatissima e incredibile».

Possiedi anche altre rarissime versioni turbo?
«Sì ho la BBR, una versione turbo sviluppata da un’azienda inglese e omologata tanto che la si poteva comprare direttamente nelle concessionarie britanniche Mazda con tanto di garanzia di 5 anni. Poi ho un’altra turbo, preparata da Carboni, un preparatore molto famoso a Roma (oggi elabora le Mercedes, ndr) e che era stata commissionata da un giapponese che ha ancora oggi un ristorante nella Capitale. Ne ho anche una italiana molto rara, realizzata per partecipare al campionato ad una tappa di un campionato europeo, che si è svolta ad Adria, per il ventennale della MX-5. Si chiama Open Race e si distingue subito per la livrea italiana della carrozzeria».

Ho sempre avuto un sogno. Rimanere seduto su una sdraio in giardino, togliere i teli alle mie MX-5 e guardarle per ore. Ma poi ho pensato che non sarebbe giusto


Ma non collezioni soltanto le auto, vero?
«La macchina è importante ma non è tutto. Siccome il mio obiettivo è riportare ogni esemplare nelle perfette condizioni di originalità negli anni ho comprato in Giappone una quantità enorme di autoradio (ne possiede quasi 250, ndr) dell’epoca che veniva offerte di serie o come optional. Ho comprato poi una miriade di riviste giapponesi e tutti i libri che sono mai esistiti sulla MX-5».

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Alcune delle tante MX-5 della collezione fino ad oggi hanno trovato posto in giardino


La tua passione sconfina oltre la MX-5?
«La MX-5 è la mia passione iniziale, ma apprezzo anche altre vetture Mazda come le leggendarie RX-7 ed RX-8 con motore Wankel, vetture che nel corso del tempo sono riuscito ad avere nel mio garage. E poi amo anche altre vetture, ma qui andremmo davvero fuori tema…».

Ad un certo punto della tua vita però scatta una molla e la voglia di mollare tutto e sconvolgere la propria vita diventa più forte di ogni altra cosa. Ci racconti com’è andata?
«Ho sempre avuto un sogno nel cassetto. Rimanere seduto su una sdraio in giardino, togliere i teli alle mie MX-5 e guardarle per ore. Ma poi ho pensato che non sarebbe giusto. Di appassionati di questa auto ce ne sono centinaia di migliaia e perché dovrei essere solo io a godermi questa collezione unica al mondo? Così ho iniziato a pensare che avrei voluto far vivere di più queste auto, mettendole a disposizione di chi è appassionato quanto me, ma che magari non è mai riuscito a guidare o ad avere un’edizione limitata».

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Una delle ultime arrivate: la Mazda MX-5 Mega Monster. Sviluppata da un preparatore americano, sotto al cofano nasconde il V8 supercharged della Shelby Mustang!


E qual è stata l’intuizione per dare vita a questo sogno ad occhi aperti?
«Ad un certo punto della vita, quando si “scollina” con gli anni (ride, ndr) in alcune persone scatta il desiderio di rimettere in gioco ogni cosa e cambiare tutto. Così ho deciso di mollare il mio lavoro, che in vent’anni mi ha dato tante soddisfazioni professionali, e di aprire un Bed&Breakfast dove i clienti potranno gustarsi un soggiorno in un posto molto incantevole, all’interno di un antico casale ristrutturato nel cuore dell’Umbria, vicino a Todi, ma nel frattempo avranno anche la possibilità di conoscere la mia collezione e persino di guidare gli esemplari più rari e preziosi».

Cosa si potrà fare nel tuo particolarissimo B&B?
«L’appassionato che soggiornerà nel mio B&B potrà visitare alcuni dei luoghi più meravigliosi d’Italia come Roma, Firenze, Siena e tutte le città caratteristiche dell’Umbria ma lo potrà fare guidando una delle mie MX-5, peraltro su strade meravigliose che segnalerò agli ospiti su alcuni itinerari predefiniti. Il tutto sarà condito da memorabilia unici: all’interno del casale i clienti troveranno tutti i volanti mai realizzati per la MX-5, nelle camere ci saranno gli impianti stereo più introvabili ed esclusivi delle Miata, ma anche tutti i depliant mai stampati sulla MX-5. In pratica si avrà un modo molto mono-tematico per vivere un’esperienza di relax unica per chi vuole venire a visitare i luoghi più belli d’Italia».

Ho deciso di mollare il mio lavoro, che in vent’anni mi ha dato tante soddisfazioni professionali, e di aprire un Bed&Breakfast dedicato agli appassionati di MX-5


E ci sarà persino un’officina?
«Sì, certo. Ci sarà un’officina-salotto, dove i più sfegatati invece di stare a bordo piscina a godersi il sole, dove probabilmente preferirà rimanere le mogli (ride, ndr), potranno divertirsi a smontare e rimontare pezzi e a conoscere nel profondo la particolarità delle MX-5 più rare».

Come pensi di far conoscere la tua idea? Hai già ricevuto dei feedback positivi sulla tua iniziativa?
«Per il momento vorrei evitare i siti di promozione di massa come Booking.com o Trip Advisor perché vorrei rivolgermi solo ad un cliente selezionato. Per questo promuoverò il mio B&B sui forum di tutto il mondo dedicati alla Miata. Credo di avere le carte in regola per farcela perché nel mondo ho contato qualcosa come 120 forum sulla MX-5, ciascuno con migliaia di iscritti. Ho anche provato a parlare della mia idea su qualche forum negli Stati Uniti e ho ricevuto risposte entusiastiche, tanto che alcune persone volevano già prenotare!»

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Una piccola anteprima: ecco il luogo incantevole dove nel 2015 sorgerà MiataLand


Come immagini la giornata tipo dei tuoi futuri clienti?
«Per realizzare questo strano B&B non ho fatto altro che immaginare quello che avrei voluto trovare io in un posto del genere. Mi piacerebbe avere tante giornate tipo, perché ho sempre odiate le vacanze dove tutto è maledettamente pre-programmato. Voglio quindi lasciare grande libertà ai miei futuri ospiti che potranno decidere come organizzare al meglio la propria giornata, anche se io sarò più che disponibile a dare loro i miei consigli. La giornata potrebbe iniziare con una ricca colazione a bordo piscina, poi la coppia di cinquantenni americani – così immagino nella mia testa i miei clienti-tipo – che ha deciso di fare il classico tour in Italia sceglierà quale MX-5 guidare e partirà per fare un giro tra Todi, Spoleto, Foligno guidando su strade uniche al mondo. Poi la sera, mentre altri ospiti si divertono in piscina, sarebbe bello godersi con i più pur appassionati filmati dell’epoca o finire in officina per smontare e ficcare il naso nei motori».

Quando nascerà questo paradiso?
«Credo di essere pronto con l’inaugurazione verso primavera-estate 2015.»

Manca solo una cosa. Il nome
«Il nome sarà “MiataLand”.»

Fantastico, non potevi sceglierne uno più adatto.

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