Anticipa la nuova Traveller e la nuova generazione di Mini
2 ottobre 2005
Già far rinascere le forme classiche – e per questo “intoccabili” – della vecchia Mini non deve essere stato facili per gli stilisti del marchio controllato da BMW, ma una volta superato questo scoglio (il mercato ha ampiamente dimostrato di gradire la nuova Mini), cosa fare? Una volta passati i fatidici 7/8 anni di vita come rinnovare un prodotto che è già una rivisitazione in chiave moderna di una linea inconfondibile?
In BMW si stanno già ponendo il problema, anche se al pensionamento dell’attuale generazione di Mini manca ancora un bel po’ di tempo, e a Francoforte hanno voluto saggiare la reazione del pubblico di fronte ad un'ulteriore, significativa evoluzione del design della “piccola” più alla moda degli ultimi anni.
L’anno fatto con la Concept Frankfurt, concept car di grande interesse a dispetto di un nome che più banale di così non potrebbe essere (in Mini, comunque, hanno già dimostrato che non è la fantasia a mancare…).
I motivi di attenzione, infatti, sono almeno due e se del primo abbiamo appena parlato, il secondo salta agli occhi non appena si osservano le proporzioni della carrozzeria e le caratteristiche dell’abitacolo. Sì, questo prototipo prefigura la futura Traveller, ossia la variante con carrozzeria station wagon, da tempo annunciata.
Mito rinvigorito
Il frontale, come anticipato, prefigura quello che potrebbe essere il frontale della prossima generazione di Mini, o quanto meno mostra la direzione in cui si stanno movendo i designers tedeschi. Ecco allora che i gruppi ottici si fanno più grandi e aggressivi, con una forma ovoidale che tende ad allungarsi sui parafanghi anteriori. Questi, da parte, loro, sono più evidenti, così come la calandra cromata, di grandi dimensioni e verticale. Per altro, quest’ultimo particolare, che sa un po’ di SUV, sembra adattarsi bene alla carrozzeria più
“importante” di questa concept ma non ad una compatta cittadina, e difficilmente sarà riproposto in questi termini esatti.
Del tutto inedite, naturalmente, sono la fiancata e la coda. Nella prima, spiccano le portiere di maggiori dimensioni, per consentire un accesso più agevole ai sedili posteriori, e il padiglione allungato. L’assenza del montante centrale dona all’insieme un notevole dinamismo, sottolineato anche dai passaruota leggermente evidenziati e dal tappo del serbatoio cromato in bella vista. La coda, invece, è caratterizzata dall’ampio portellone a due battenti simmetrici.
Accesso facile
Per tutte le porte (conducente, passeggero e portellone a battenti) viene adottato un cinematismo a pantografo: per agevolare al massimo l’accesso, le porte si aprono contemporaneamente verso il lato e in avanti, scoprendo così un ampio varco verso l’abitacolo. I finestrini laterali posteriori scorrevoli vengono aperti elettricamente, con la sezione anteriore del finestrino che s’infila parallelamente sotto quella posteriore.
Il vano di carico, invece, è dotato di un «cargobox» con coperchio estensibile posteriormente che facilita il carico spostandosi verso l’utilizzatore. Oltre a ciò, la copertura trasparente del «cargobox» può essere ribaltata verso l’alto ottenendo così una parete divisoria fra abitacolo e vano di carico, mentre la parte posteriore può essere aperta e utilizzata per caricare. Gli schienali dei sedili posteriori possono essere abbattuti separatamente formando una superficie piana con il pavimento del vano bagagli.
Massima praticità anche nell’abitacolo, grazie al pavimento completamente libero e alla particolare conformazione dei sedili anteriori, studiata per liberare più spazio possibile per le gambe di chi siede dietro. L’abitabilità, quindi, è per quattro persone, senza sacrifici.
Per quanto riguarda invece i materiali di rivestimento, domina la pelle bianca, che contribuisce a creare un ambiente luminoso (grazie anche al maxi-tetto apribile) e lussuoso, abbinata a elementi in alluminio e fibra di carbonio, mentre la moquette è in corda di nylon.
L’antenata
Come anticipato, questa concept si richiama esplicitamente alla variante a quattro posti con vano bagagli ampliato della mitica Mini, che debuttò nel settembre 1960 come Austin Seven Countryman e come Morris Mini Traveller.
Dal 1960 al 1982 ne sono state vendute complessivamente più di 400.000 unità, fra cui dal 1969 anche una variante della Mini Clubman.
Un futuro promettente
Insomma, se mai ce ne fosse bisogno questa concept dimostra che la nuova Mini è tutt’altro che un fenomeno passeggero e che in BMW hanno le idee chiare sui futuri sviluppi di questo marchio. Gli inviati della nostra redazione a Francoforte hanno molto apprezzato sia le proporzioni di questa Traveller del XXI secolo sia gli spunti stilistici che anticipano un’ipotetica nuova generazione della compatta inglese con passaporto tedesco. Al solito, comunque, l’ultima parola spetta ai nostri lettori, nella bacheca alla fine di questo articolo.