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Una mossa silenziosa ma significativa: Stellantis ha incaricato McKinsey & Co di condurre un'approfondita valutazione dei marchi Alfa Romeo e Maserati. L’operazione, emersa solo recentemente, non è un semplice esercizio strategico, ma potrebbe preludere a un cambiamento radicale nel destino di due dei marchi italiani più iconici. E la domanda sorge spontanea: si sta preparando il terreno per qualcosa di inaspettato?
Sotto la guida unificata del torinese Santo Ficili, Alfa e Maserati sono ora al centro di un’analisi che comprende non solo profili di brand e performance di mercato, ma anche scenari di joint venture e spin-off. È proprio quest’ultima parola a far drizzare le antenne: uno spin-off significa separazione. E nel caso di Maserati, il sospetto è che possa essere l’anticamera di una svolta epocale, non dissimile da quella operata nel 1997 in cui il marchio venne ceduto a Ferrari. Questa ipotesi era circolata insistentemente lo scorso luglio, poi smentita da Stellantis e ora tornata alla ribalta con l'incarico a McKinsey & Co.
Le vendite del Tridente sono in picchiata, la produzione a Mirafiori è ai minimi storici – 70 vetture in tre mesi secondo i dati – e il mercato americano, da cui dipendono oltre un terzo delle vendite, è ora terreno minato per via dell’esposizione ai dazi. Del piano di rilancio si sa poco o nulla.
La mossa di Maserati in Ferrari è uno scenario che a molti ricorda la storica separazione del Cavallino da FCA voluta da Sergio Marchionne, una mossa che si rivelò un capolavoro industriale e finanziario. Ma qui la situazione è diversa: se Ferrari nel 2015 era già una leggenda con numeri solidi, Maserati oggi è un marchio sotto indagine per linee di produzione, conti in rosso e programmi rimandati. Eppure, proprio per questo, potrebbe esserci margine per un rilancio profondo. Ferrari, che ha già collaborato in passato con Maserati sul fronte dei motori, potrebbe assorbirla per trasformarla in una divisione più orientata al lusso stradale, mantenendo la produzione in Italia e puntando su volumi bassi e margini alti, in stile Bentley o Aston Martin.
Diverso il discorso per Alfa Romeo, che ha recentemente beneficiato di nuovi modelli, buone vendite della Junior e di una certa attenzione sul mercato europeo. Ma il suo futuro resta legato a doppio filo alla strategia di Stellantis nei segmenti sportivi e premium. La valutazione da parte di McKinsey potrebbe servire anche a capire se ha ancora senso mantenere due brand sportivi (Alfa e Maserati) nello stesso portafoglio, o se uno dei due debba essere sacrificato. Lo scenario più romantico – ma non del tutto irrealistico – è quello di un ritorno alle origini, con Maserati riavvicinata a Ferrari, come negli anni '50, quando le due rivali si sfidavano in pista e su strada. Oggi, in un mondo dove le sinergie contano più della gloria, una simile mossa potrebbe essere vista come razionale e persino auspicabile. Ma resta da capire se Ferrari è davvero interessata, se Stellantis è pronta a lasciar andare e, soprattutto, se ci sia ancora spazio nel mondo per una Maserati del Rinascimento. Di sicuro, quella cartellina tra le mani di McKinsey racconta una storia che potrebbe cambiare il panorama automobilistico italiano per sempre.
Maserati
Viale Ciro Menotti 322
Modena
(MO) - Italia
800 008 008
https://www.maserati.com/it/it
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