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Un approfondito articolo di Luca Ciferri pubblicato su Automotive News Europe offre alcuni spunti interessanti per riflettere sul futuro del marchio Alfa Romeo, un argomento molto caro specialmente per noi Italiani.
Un passato sul tetto del mondo, un presente difficile
Non dobbiamo dimenticare infatti che il brand del Biscione rappresenta ancora oggi uno dei marchi automobilistici più prestigiosi al mondo, grazie ad un passato ad dir poco glorioso. Il marchio Alfa Romeo ha messo il suo sigillo su alcune delle auto più affascinanti della storia (pensiamo per esempio alle mitiche 6C), ma anche su numerosissime vittorie sportive, conquistate fin dai primi del '900, passando poi al dopoguerra e all'esperienza in F1, senza dimenticare i più recenti risultati strappati nei rally e soprattutto nel turismo (chi si dimentica la mitica 155 che batteva le Mercedes nel DTM?).
Oggi però, è inutile nasconderlo, Alfa Romeo sta attraversando un periodo sicuramente non facile della sua lunga e blasonata storia. Quest'anno il marchio, per la prima volta dal lontano 1969, rischia di scendere sotto quota 100.000 unità commercializzate e il Ceo del Gruppo Fiat Sergio Marchionne è ancora impegnato ad elaborare l'ennesimo piano di rilancio del Biscione, il quarto dal momento del suo arrivo nel 2004. Siamo infatti lontani anni luce dall'obiettivo, fissato nell'aprile 2010 da Marchionne, di raggiungere un volume di produzione di 500.000 unità/anno entro il 2014 (Questo target infatti è stato ridotto a 400.000 pezzi nel 2011 e a 300.000 unità lo scorso anno).
Strategia: fare con Alfa come con Maserati
Ormai è chiaro qual è la strategia del nuovo piano di Marchionne. Fare con Alfa Romeo quello che si è iniziato a fare, con grande successo, con la consanguinea Maserati, oggi protagonista di una grande fase di crescita e rilancio, grazie all'arrivo di nuovi e strategici modelli (nuova Quattroporte, Ghibli e più avanti il SUV Levante).
Del resto Maserati e Alfa sono i due marchi su cui il numero 1 di Fiat ha deciso di puntare con i nuovi investimenti, lasciando indietro, almeno per il momento Lancia, giudicato un marchio “con appeal limitato”.
Puntare sull'alto di gamma e il Made in Italy
Come Maserati quindi anche Alfa Romeo dovrà attraversare una grande fase di rilancio basata principalmente su grandi investimenti, necessari per la presentazione di nuovi modelli di fascia premium, pensati e realizzatati in Italia, salvaguardando così il valore del Made in Italy senza cui un marchio come Alfa Romeo perderebbe un pezzo di identità, ma da commercializzare in tutto il mondo, puntando sull'alto gradimento di cui gode ancora oggi all'estero il marchio di Arese (pensiamo all'entusiasmo che ha generato la nuova 4C a livello internazionale).
“Alfa Romeo deve tornare ad essere quello che è sempre stato. Un marchio in grado di mettere sul mercato automobili non solo uniche e affascinanti dal punto di vista del design, ma anche capaci di regalare prestazioni da vera vettura sportiva”
Nella mente di Marchionne e dei vertici Fiat, Alfa Romeo deve tornare ad essere quello che è sempre stato. Un marchio in grado di mettere sul mercato automobili non solo uniche e affascinanti dal punto di vista del design, ma anche capaci di regalare prestazioni da vera vettura sportiva, grazie a cui poter finalmente competere a testa alta con i mostri sacri tedeschi del mercato premium, Audi, BMW e Mercedes-Benz in testa.
Nuovo pianale: si ritorna alla trazione posteriore (e all'integrale)
Per farlo Alfa Romeo svilupperà, sfruttando anche le competenze tecniche degli ingegneri Maserati (già oggi gli stabilimenti del Tridente a Modena producono la 4C), un nuovo pianale a trazione posteriore, con possibilità di integrare tecnologia all wheel drive e quindi le quattro motrici.
Si pensa alla "Giulia" e ad un'ammiraglia.
Questo pianale darebbe la luce alla tanto attesa berlina di segmento E, chiamata in via non ufficiale “Giulia”, che darebbe finalmente un'erede alla 166 con cui sfidare BMW Serie 5, Mercedes Classe E ed Audi A6, tanto per capirci. In programma ci sarebbe anche un'ammiraglia di segmento superiore, ma non possono mancare sviluppi nel segmento dei SUV. Questa ormai è diventata la fascia di mercato più redditizia per tutti i costruttori automobilistici, tanto per quelli generalisti quanto per quelli premium.
Non possono mancare i SUV. Se tutto va bene anche una coupé
Il rilancio di Alfa Romeo, fondamentale per garantire la sua stessa esistenza, non può che passare quindi anche attraverso lo sviluppo di una serie di SUV, reso possibile dalle sinergie del Gruppo Fiat. Non è da escludere infatti l'arrivo di un crossover compatto basato sull'architettura Fiat 500 X/Jeep, ma anche anche di un modello medio da derivare dalla nuova Cherokee a cui si affiancherebbe il top di gamma, un SUV full-size sviluppato su piattaforma Jeep Grand Cherokee/Maserati Levante.
Come sempre avviene nella vita di un marchio automobilistico, qualora questo piano di rilancio dovesse riuscire a produrre i frutti sperati, non mancherebbero di arrivare coupé sportive di alta gamma con cui lanciare la sfida a Mercedes CLS e BMW Serie 6, poco utili per fare numeri, ma fondamentali per definire l'immagine di un marchio.
All'interno del piano poi si inquadra perfettamente l'arrivo della 4C Spider (il muletto è già su strada per i test) e della nuova Alfa Romeo Spider, sviluppata insieme alla futura Mazda MX-5 e prodotta in Giappone.
Obiettivo ambizioso
L'obiettivo di Marchionne è ambizioso, non c'è dubbio. Quanto già fatto con Maserati però, con lo stabilimento torinese di Grugliasco impegnato a sfornare Quattroporte e Ghibli ad alto regime, fa ben sperare anche per Alfa Romeo (Il Tridente da gennaio a settembre 2013 ha venduto 7.458 unità, mentre nell'interno 2012 le vendite si sono fermate a quota 6.288 pezzi. Ad oggi inoltre Maserati ha già raccolto 23.000 ordini).
“Non ci resta che sperare in un grande ritorno di Alfa Romeo, non solo perché siamo Italiani e perché siamo convinti che questo marchio meriti un presente all'altezza del suo grande passato, ma anche per tutti coloro che lavorano negli stabilimenti nazionali”
Per il Biscione la faccenda potrebbe essere più complessa però, perché il rilancio del marchio Alfa potrebbe rischiare di sovrapporsi pericolosamente, almeno in alcuni mercati, come negli Stati Uniti, a Chrysler, che occupa la stessa fascia di mercato su cui ha messo gli occhi la Casa di Arese.
Alfa Romeo merita un presente all'altezza del passato
Nei prossimi mesi, quando Marchionne avrà svelato i confini del suo piano di intervento, potremo avere un quadro più completo. Nel frattempo non ci resta che sperare in un grande ritorno di Alfa Romeo, non solo perché siamo Italiani e perché siamo convinti che questo marchio meriti un presente all'altezza del suo grande passato, ma anche per tutti coloro che lavorano negli stabilimenti nazionali, Cassino, Melfi e Mirafiori in testa.
Alfa Romeo
Corso Giovani Agnelli, 200
10135 Torino
(TO) - Italia
800 253 200
https://www.alfaromeo.it/
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