L’auto che Alfa Romeo doveva proporre, per tenere vivo il proprio blasone in termini di sportività pura ai giorni nostri, esiste: moderna e dal forte stile, con la giusta dose di tecnologia e prestazioni tali da non poter essere additata certo come una “normale” due posti. La 4C Alfa è prestante, singolare e italiana nel vero senso di ognuno dei termini. Cercare nel mondo delle sfiziose sportive compatte a due posti è impresa tanto gradevole, potendo, quanto non facile. Dalla sua la 4C porta un nome di valore storico, a richiamo dei fasti nazionali, inimitabili per molta concorrenza. È leggera e compatta, fatta con materiali e tecniche non solo moderne ma in parte derivate seriamente dalle competizioni, di massimo livello (come il telaio in carbonio e alluminio, realizzato analogamente a quello di alcune supersportive da sogno italiane). Oggettivamente bella esteticamente e grintosissima una volta seduti dentro, a guardarla proprio bene in dettaglio, da amanti del marchio, non traspare ovunque tutto il DNA Alfa classico, quello del secolo scorso che la ispira. La 4C vale però il proprio costo, essendo nella sostanza pienamente in regola con le massime prestazioni richiedibili oggi, grazie all’ausilio di tutte le forze in essere al gruppo nazionale (factory Maserati inclusa) per realizzarla. Un 1750cc turbo da 241 CV posizionato centralmente, con trazione posteriore e soli 920 kg di massa, contenuti in 4 metri di lunghezza, sono dati che parlano da soli. Non si cerchi troppo spazio in termini di carico possibile, ma si goda della dinamica forte di un telaio azzeccato e una trasmissione assistita che nulla hanno a che vedere con certe pesanti e voluminose Alfa del passato, come nemmeno con le rivali odierne (solo) sulla carta, per cilindrata e volume. Dentro deve piacere il tono corsaiolo e forte, dei materiali tecnici a vista. Al volante si conferma sportiva vera, ben oltre le misure: leggera, ma da non prendere alla leggera, qualora si disattivassero i controlli elettronici. Morbido e accogliente comfort, silenziosità, o facilità estrema di guida anche in condizioni critiche, meglio scordarli: rimane una potente trazione posteriore con impostazione rigida e nemmeno troppa visibilità.
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Il bello di certi modelli è anche il fatto di avere un solo, caratteristico, allestimento. Pochi gli accessori opzionali da poter scegliere, alcuni tecnici (spoiler, o scarico) altri che sulla carta sarebbero un must oggi, su un’auto “normale”, ma si possono risparmiare volendo mantenere un’ottica totalmente purista per la 4C: vettura iconica da usare in modo diverso per occasioni particolari, o che fa “sentire” tali ognuna di quelle in cui si è alla guida. Pochini e classici anche i colori disponibili, comunque ben coordinati alle pinze freno, da poter scegliere come fossero un accessorio moda.
Ambita, ricercata e persino lungamente attesa soprattutto al debutto, la 4C è una vettura di nicchia al momento non certo intimorita dal passare del tempo; parte del suo valore nel lungo periodo dipenderà anche dai volumi che la Casa realizzerà e dall’affidabilità che manifesterà. In tal senso i propositi sono ovviamente positivi, anche se la gestione in aftermarket di certi sistemi elettronici e ricambi, dedicati, non sarà agevolissima a tutti gli operatori indipendenti e ovunque nel mondo, qualora dovesse capitare.
Arriva sul mercato nel 2013, dopo le premiate anteprime d’immagine prima e statiche poi nei grandi eventi a tema motoristico internazionali. Tra questi anche il blasonato Concorso d’eleganza di Villa d’Este, ambiente classicheggiante dove la modernissima 4C trova molti richiami: sia per il nome, ispirato alle prestigiosissime vetture da collezione anni Venti, come Alfa 6C e 8C, vincenti allora per dinamica in strada e oggi per consenso di giuria, sia per una relativa somiglianza alla moderna 8C Competizione, dalla quale prende parzialmente spunto concettuale, ma non tecnico. Al suo design, curatissimo e apprezzato con vari riconoscimenti nel settore, hanno lavorato i migliori uomini a disposizione del gruppo Fiat e il successo non è mancato al debutto, con il rapido esaurimento della prima serie speciale messa in vendita e lunghe attese per le consegne.
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