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C'è chi festeggia i 30 anni con una festa e degli amici, chi con un viaggio alle Maldive, e chi decide di celebrare il compleanno comprandosi una piccola sportiva inglese, con telaio in alluminio e comfort paragonabile a quello di un carrello della spesa. È successo il 13 aprile a Lazise in provincia di Verona, dove quaranta esemplari di Lotus Elise S1 si sono dati appuntamento per un raduno quasi clandestino: una rimpatriata di fedeli della leggerezza, del piacere di guida... e di un mal di schiena devastante.
Dietro l'organizzazione di questo mini-Goodwood all'italiana ci sono Filippo Sartore di Heritage Experience ed Elisa Artioli di Delightful Driving. Sì, quella Elisa Artioli: la nipotina a cui è stata intitolata la Lotus nel 1995 e che oggi tiene viva la filosofia del "togliere tutto tranne il divertimento" - inclusi ammortizzatori funzionanti, a quanto pare.
Un raduno fatto non di chiacchiere, ma di curve vere, strade vere e sudore vero (i condizionatori, del resto, erano un optional... come tutto ciò che pesasse più di un foglio di carta).
La S1 è una di quelle auto che fanno venire voglia di trasferirsi nel Kent solo per poterla guidare ogni giorno. Con 725 kg a secco e 120 cavalli da un Rover K-Series, la Elise umilia ancora oggi sportive da 300 CV sul misto. Ma attenzione: non perdona. E se non sai cosa siano gli scarichi a due vie o i braccetti in alluminio, meglio restare spettatore. O chiamare un'ambulanza preventivamente.
Il raduno, dopo la vetrina sul lungolago di Lazise (dove i turisti tedeschi pensavano fosse una mostra di quadricicli leggeri), è proseguito tra le colline veronesi. Un percorso mozzafiato per godersi la guida analogica e dimenticare che viviamo in un mondo di SUV con touch screen e sedili massaggianti. Perché chi ha bisogno di massaggi quando l'intera colonna vertebrale riceve attenzioni da ogni buca?
La carovana di Elise ha disegnato traiettorie perfette, alternando scodate e sobbalzi per ricordare che il vero piacere di guida non passa per il drive mode “Comfort”.
Questo raduno è stato un tributo a Colin Chapman e alla sua filosofia "Simplify, then add lightness" - in italiano "Togli tutto, anche l'utile". In un mondo che ci vuole sempre più connessi e meno coinvolti, la Elise rimane un anacronismo: zero filtri, zero distrazioni, solo tu, il volante, la strada.
E anche un po' di mal di schiena, certo. Ma vuoi mettere? D'altronde, chi ha bisogno di vertebre intatte quando può avere un'esperienza di guida purissima?
Lotus
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