Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Mancava solo il nome - Revuelto, immancabile razza taurina - e uno sguardo alla superba silhouette, e la nuova Aventador è rivelata. Non solo si permette di incalzare da vicino la Ferrari SF90, ma inventa addirittura una nuova sigla fra le tante tipologie ibride, quella di HPEV (High Performance Electrified Vehicle) con non uno, non due, non tre ma bensì quattro motori (tre elettrici e il già citato V12) per toccare un picco di 1.015 CV. Il motore termico, lui da solo, è un monumento all'abilità dei tecnici di Sant'Agata.
Le anticipazioni sulla tecnica sono delle settimane scorse (qui le power unit e qui la monoscocca) ma conviene tornarci sopra per un momento perché la complessità del progetto lo richiede: la Revuelto non è una "semplice" Aventador (per quanto questo aggettivo possa calzare alla V12 Lambo) ma un'auto riprogettata da zero e orientata verso un obiettivo per niente facile: fare un'ibrida del 21° secolo senza gravare troppo con il peso delle parti elettriche aggiunte (batterie, inverter, motori) ché i chili su una sportiva di questo lignaggio fanno perdere il sonno ai progettisti. Via quindi ad una cura di alleggerimento del V12 superquadro (solo 218 kg), il più leggero e potente mai fatto a S.Agata e forse al mondo.
La scocca riprende invece la tecnica del composito forgiato, piccole fibre di carbonio corte che si compattano per l'azione della resina e del calore, quasi fosse una fusione. Anche qui leggerezza e resistenza, con una capacità di assorbire gli urti che è doppia rispetto alla struttura di alluminio anteriore della Aventador, con un calo di massa complessivo del 10% e un'aumento della rigidità del 25%. Il tunnel centrale, che tradizionalmente ospitava il cambio e l'albero di trasmissione, è invece dedicato alle batterie da 3,8 kWh, energia non troppa, ma sufficiente per viaggiare in elettrico con 180 CV e 10 km, e per ricaricarsi in soli 30 minuti a 7 kW (in viaggio, sfruttando il surplus di potenza quasi esagerato, solo 6 minuti).
Veniamo al reveal di oggi, ovvero la carrozzeria completa e gli interni, che ancora erano coperti di mistero: le porte si aprono verso l'alto, com'è tradizione in Lambo e accanto a loro c'è una ampia presa d''aria a freccia scolpita nella fiancata, un motivo che ricorre in molti altri tratti della coupé. Aerodinamica curatissima come sempre, con una piccola ala mobile automatica o manuale a protrudersi verso l'alto o scomparire quando è richiesta la massima scorrevolezza (per esempio in elettrico), ma colpisce uno studio perfetto dei flussi dei vortici sopra e sotto l'auto, con la caratteristica di lasciare il V12 in piena vista, senza nemmeno uno schermo di plexiglass, così da apprezzare anche visivamente le sue fattezze. Peculiare anche la forma del tetto di carbonio, che sfrutta la zona centrale per accelerare il flusso verso il cambio e l'inverter posto sopra di esso, ma rilevato ai lati di 2,6 cm per lasciare più spazio alla testa. Posto di guida ovviamente molto basso, almeno quanto la Aventador e sedili magistrali largamente personalizzabili. Un display da 9 pollici è riservato alla guida e alle varie modalità, a sinistra il touchscreen verticale da 8,4 pollici sormontato dal clima e un altro piccolo visore dedicato al passeggero. Grazie alla nuova scocca è molto grande il miglioramento in termini di abitabilità con più di 8 cm di spazio aggiunto per le gambe e un piccolo vano per le borse anche dietro i sedili. Il bagagliaio anteriore, nonostante le presenza dei due motori elettrici, ha ancora la capacità di contenere due trolley.
Lamborghini
Via Modena, 12
Sant'Agata Bolognese
(BO) - Italia
051 6817611
https://www.lamborghini.com/it-en
Lamborghini
Via Modena, 12
Sant'Agata Bolognese
(BO) - Italia
051 6817611
https://www.lamborghini.com/it-en