Jakobsson: «Volvo XC90? Tecnologie uniche al mondo di serie. Solo così si fa sicurezza»

Jakobsson: «Volvo XC90? Tecnologie uniche al mondo di serie. Solo così si fa sicurezza»
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Lotta Jakobsson, Senior Technical Leader, Injury Prevention di Volvo, ci ha spiegato perché la nuova XC90 non può avere rivali nel campo della sicurezza
20 marzo 2015

Tarragona - La nuova Volvo XC90 non è una rivoluzione soltanto perché porta al debutto nuove architetture, piattaforme multimediali inedite e motorizzazioni all’avanguardia. Il nuovo SUV svedese sfida a testa alta la concorrenza mondiale anche grazie a tecnologie mai viste prima nel campo della sicurezza, che rappresentano lo stato dell’arte attuale nel mondo dell’auto.

 

Lotta Jakobsson, Senior Technical Leader, Injury Prevention di Volvo, ci ha spiegato perché la XC90 non può avere rivali nel campo della sicurezza.

 

La nuova XC90. Finalmente, eccola qui. Di che cosa si è occupata nello sviluppo di questo modello?

«Di una miriade di aspetti diversi, ma prima di tutto mi sono dedicata ai sedili. Non li ho disegnati io direttamente, perché ho elaborato le linee guida per lo sviluppo che poi sono servite ai designer per elaborare il prodotto».

 

Cos’hanno di così particolare?

«Sono sedili davvero speciali e complessi, che sono parte integrante dei sistemi di sicurezza della vettura e che sono pensati per proteggere da diversi tipi di impatto. Siamo arrivati alla seconda generazione di sedili Volvo anti-colpo di frusta (whip seat) quindi abbiamo raggiunto livelli ancora più performanti rispetto al primo modello. Inoltre sono datati di un meccanismo di scarico della forza verticale unico al mondo».

 

Di che si tratta? Quali danni fisici possono scongiurare questi sedili così speciali?

«Questo sistema permette di assorbire parte dell’energia verticale generata durante lo “spanciamento” della vettura, un fenomeno molto frequente negli incidenti con uscita di strada. In questi casi si possono verificare danni spinali, in particolare nella zona bassa della colonna vertebrale. Di solito non si tratta di danni fatali ma comunque stiamo parlando di rotture molto gravi. Il nostro sistema permette di evitare questo tipo di ferite perché si fa carico di assorbire l’energia verticale generata dall’urto al posto della nostra  schiena».

nuova volvo xc90 2015 82
I sedili della XC90 sono in grado di assorbire parte della forza d'urto verticale in caso di spanciamento della vettura

 

Come avete fatto a capire come progettarli?

«Abbiamo esaminato per anni le radiografie di persone che avevano rotto la schiena dopo incidenti con “spanciamento” e abbiamo agito sulla base dei dati raccolti. Poi analizzando il comportamento dei piloti dei caccia mentre vengono espulsi dall’aereo in casi di emergenza, abbiamo scoperto che per non subire danni gravi bisogna che il passeggero, al momento dell’urto, sia seduto in maniera perfettamente verticale e soprattutto senza avere la testa a penzoloni. Per questo la nuova XC90 tensiona al massimo le cinture una volta che viene individuata una collisione imminente».

 

E’ stata una persona chiave nello sviluppo del rivoluzionario sistema di franata automatica City Safety. Com’era ieri e quali traguardi ha raggiunto oggi, sulla XC90?

«Sì, mi sono occupata dello sviluppo del City Safety sin dalle origini. All’inizio il sistema era in grado di effettuare frenate automatiche di emergenza solo alle basse velocità e in presenza di veicoli. Oggi invece, sulla nuova XC90, il sistema è in grado di frenare automaticamente a qualsiasi velocità, nel caso in cui sia stato rilevato un ostacolo di fronte alla vettura, sia di giorno che di notte. Il sistema City Safety poi oggi è diventato capace di individuare non solo le autovetture, ma anche pedoni e ciclisti! Come se non bastasse poi è diventato capace di effettuare frenate automatiche agli incroci, nel caso in cui venga individuato un veicolo in fase di svolta. Nessun altro costruttore al mondo ha qualcosa di simile, siamo veramente allo stato dell’arte della tecnologia, ma la cosa più sorprendente, che ci rende più orgogliosi, è che tutto questo è di serie sulla nuova XC90».

Solo se installiamo i nostri sistemi sul 100% delle nostre vetture possiamo vedere delle riduzioni significative degli incidenti nella vita reale

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Dispositivi di sicurezza raffinatissimi e di serie su tutte le versioni. Un bell’impegno da parte vostra…

«Solo se installiamo i nostri sistemi sul 100% delle nostre vetture possiamo vedere delle riduzioni significative degli incidenti nella vita reale. Questo è fondamentale ».

 

Il nuovo City Sefaty che raggio d’azione può avere? Individua ostacoli solo di fronte alla vettura o anche ai lati?

«Per quanto riguarda i pedoni il sistema è dotato di un angolo di rilevazione veramente ampio, che però lavora esclusivamente nell’area di fronte alla vettura. Ovviamente però ci sono dei limiti. Se per esempio una persona sbuca all’improvviso da una fila di auto parcheggiate lungo la carreggiata incontriamo invece qualche problema di rilevazione. Per i ciclisti vale lo stesso discorso, anche se tengo a precisare che il City Safety è capace di rilevare biciclette che viaggiano nella stessa direzione della vettura ma anche quelle che attraversano, ovvero che incrociano la traiettoria».

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La nuova XC90 è l'unica auto al mondo capace di frenare automaticamente anche in presenza di veicoli in fase di svolta

 

La XC90 sta arrivando nelle concessionarie e per lei è un capitolo chiuso ormai. Di che cosa si sta occupando oggi?

«Continuo a portare avanti la ricerca per capire in quali aree intervenire a favore della sicurezza. Il nostro obiettivo è raggiungere l’obiettivo Vision 2020 (zero morti, zero feriti gravi su nuove Volvo entro il 2020, ndr), quindi vi posso assicurare che siamo abbastanza occupati in questo momento [ride, ndr]».

 

Ci può già anticipare qualcosa?

«In particolare stiamo lavorando a sistemi che possano gestire il veicolo in caso di collisioni multiple e che riescano a garantire sicurezza anche ai passeggeri che per diversi motivi possono trovarsi non seduti correttamente a bordo dell’auto»

 

Siete tra i costruttori in prima linea per la guida autonoma. Sulla XC90 possiamo già averne un assaggio, vero?

«Il Pilot Assist è già diventato realtà sulla nuova XC90. Si tratta di un sistema in grado di condurre il veicolo in maniera completamente automatica (si occupa perfino di sterzare!, ndr), durante le situazioni di traffico molto intenso, per esempio in coda».

Un’auto a guida completamente autonoma credo che sia davvero lontana. Ma una guida autonoma parziale penso stia per arrivare

 

Avete detto di essere pronti a produrre un’auto a guida autonoma. E’ davvero così, a che punto siete veramente?

«Un’auto a guida completamente autonoma credo che sia davvero lontana. Ma una guida autonoma parziale penso stia per arrivare. Nel 2017 Volvo consegnerà 100 auto a clienti reali che potranno guidare da sole su un percorso prestabilito nella città di Göteborg. Si tratta di un progetto di ricerca che abbiamo già avviato e che ci permetterà di capire quali sono i punti da approfondire nella corsa alla guida autonoma».

lotta jakobsson volvo
Lotta Jakobsson, Senior Technical Leader, Injury Prevention di Volvo

 

Cosa ne pensa della Google Car?

«Creare un veicolo che si muove in maniera completamente autonoma non è difficile. Le difficoltà nascono dalle interazioni tra questo tipo di veicolo, l’essere umano che vi si trova a bordo e gli altri veicoli».

 

E’ possibile immaginare che Google arrivi prima di Volvo nello sviluppo dell’auto a guida autonoma?

«Da un punto di vista tecnologico credo che abbiamo da imparare moltissimo gli uni dagli altri. Gli ingegneri che hanno sviluppato il nuovo sistema multimediale Sensus per esempio hanno guardato molto alle innovazioni di Google. Credo che noi di Volvo però vogliamo realizzare qualcosa di molto diverso da Google. Noi vogliamo costruire prima di tutto un’automobile, da guidare anche in prima persona. Dovrà essere il guidatore a scegliere quando attivare la guida autonoma. La nostra sfida è capire cosa vogliono davvero gli automobilisti e studiare tutte le interazioni possibili con il mondo esterno, a partire dalle infrastrutture. Non è solo una questione di “gara tecnologica”».   

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